Omelia ai funerali di mons. Luigi Semenzato (Venezia, 5 agosto 2002)
05-08-2002

Ai funerali di Mons. Luigi Semenzato

 

(Gb 19; Fil 3,20-21; Gv 14,1-6)

 

San Marco 5 agosto 2002

 

 

 

Carissimi,

 

        1. siamo qui ‘ il nostro Patriarca, molti presbiteri e tanti fratelli e sorelle ‘ per congedarci da Mons. Luigi Semenzaio, affidandolo alla bontà misericordiosa del Signore.

 

        Siamo profondamente commossi: Mons. Semenzato era un prete a cui tutti volevamo bene. Siamo però col cuore pieno di gratitudine verso il Signore, perché la sua vita è stata un dono prezioso da Dio fatto alla nostra Chiesa: una grazia di bontà, un esempio di fedeltà piena al proprio ministero, un amore grande al suo sacerdozio.

 

        Il Signore gli ha fatto dono della longevità: il 18 luglio appena trascorso, aveva tagliato il traguardo dei 91 anni. Ordinato presbitero nel giugno del ’35, era stato inviato come vicario parrocchiale in diverse comunità. Tre però sono le stazioni più significative della sua vita: la grande guerra del ’39-45, alla quale venne chiamato come cappellano militare. Fu inviato prima sul fronte albanese e poi su quello francese, finché venne fatto prigioniero e internato in un campo di concentramento in Polonia, dove rimase per quindici mesi, svolgendo un’intensa assistenza spirituale ai compagni di prigionia.

 

        Fu poi, per quasi trent’anni, parroco molto amato a San Pietro di Murano: un’esperienza anche a livello emotivo molto profonda, che lo segnò per sempre e di cui serberà un ricordo tenerissimo e luminoso.

 

        Nel ’75 venne nominato canonico di San Marco. Da allora la basilica diventerà il campo del suo servizio di pastore zelante. Nella preghiera corale, nel servizio e nel canto liturgico,nell’accoglienza buona e paziente delle persone che ogni giorno affollano il grande monumento. Con singolare impegno si prese cura anche della pietà popolare della basilica: per anni fu fedele all’adorazione eucaristica quotidiana e fino all’ultimo giorno guidò la recita del Santo Rosario, da figlio devotissimo della Santa Madre di Gesù.

 

        Per tutto questo noi dobbiamo dal lode al Signore.

 

 

        2. Mons. Semenzato era un prete dalla fede semplice e forte e tutta la sua vita ne è stata illuminata.

 

        Le parole di Giobbe che noi abbiamo ascoltato: ‘Io so che il mio Redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere’.Dopo che questa mia carne sarà distrutta’vedrò Dio’i miei occhi lo contempleranno’, stavano ‘in capite’ a tutti i suoi giorni. Da questa fede egli è stato sempre sorretto e, all’affacciarsi di sorella morte ha detto il suo ‘Si, Padre’, accogliendo volentieri l’unzione degli infermi.

 

        Per la stessa fede egli è sempre vissuto per il Signore, credendo che ‘la nostra patria è nei cieli e che di là aspettiamo il nostro salvatore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose’. (Fil 3,20-21).

 

 

        Il Vangelo (Gv 14,1-6) ha proclamato le parole di Gesù ai suoi discepoli dopo l’ultima cena, nell’imminenza di fatti che avrebbero sconvolto la loro vita e messo in questione la loro fede:’Non sia turbato il vostro cuore. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti’Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io’.

 

        Dona pace pensare la nostra morte e quella delle persone care nella luce serena di queste parole di Gesù: la morte è allora incontro con il Signore che, dopo averci preparato il posto, ritorna a prenderci, perché siamo anche noi dove è lui, nella casa del Padre.

 

        La strada per arrivarci è lui stesso: la verità che è vita.

 

        Nessuno va al Padre se non per mezzo suo.

 

        Accennavo all’inizio che la vita sacerdotale di Mons. Semenzato è stata caratterizzata dalla fedeltà: seguire Gesù sulla sua strada anche nella fatica. Egli ha conosciuto la fatica d’un ministero pastorale condotto senza risparmiarsi, la durezza della guerra e il dramma della prigionia. La sua forza è sempre stata la fede in colui che ci ha promesso: ‘ Io sarò con voi finché il tempo non sia compiuto’ (Mt 28,20).

 

 

        3.Tra poco noi consegneremo alla tomba il corpo di Mons. Semenzato in attesa della risurrezione. Accanto alla sua bara c’è il cero pasquale: ‘Lumen Christi’; sopra la bara l’evangeliario che contiene le parole della vita, per 67 anni proclamate, spezzate come il pane ai fratelli, vissute nell’esistenza quotidiana.

 

        Com’è bello guardare questo fratello dallo scorcio dei suoi lunghi anni di sacerdozio, d’un’Eucaristia celebrata quotidianamente e ogni giorno più amata, d’una Pasqua per lunghi anni celebrata, cantata, predicata ogni anno, ogni domenica, ogni giorno’

 

        Veramente il nostro cuore non deve turbarsi, ma sciogliesi nell’inno del ringraziamento: ‘Eterna, Signore, è la tua misericordia’.

 

 

        La Madonna, di cui Mons. Semenzato era profondamente devoto, e San Marco ora gli vengano incontro, lo conducano a Gesù, perché egli lo conduca al Padre.

 

        ‘Subvenite, Sancti Dei, occurrite Angeli Domini’.

 

        Il nostro ‘Magnificat’ per questo umile prete che il Signore ha generosamente rivestito di grazia, si intrecci con il coro degli angeli: l’accolgono essi perché, con Lazzaro povero in terra, possa godere il riposo eterno nel cielo.

 

        Ora, nella comunione dei Santi, Mons. Semenzato prega per noi, per la Chiesa di Venezia, il suo Patriarca e per il seminario: interceda perché siamo sempre più un’autentica comunità di discepoli del Signore Gesù e perché il Signore consoli la nostra povertà concedendoci vocazioni sacerdotali e religiose.

 

 

        A nome del Patriarca, ringrazio ‘Casa Card. Piazza’ ‘i sacerdoti, le religiose, i laici – che hanno accompagnato con molto amore Mons. Semenzato in questi ultimi anni della sua vita e, in particolare,insieme ai familiari, nei giorni che l’hanno preparato all’incontro con il Signore.

 

        Ai congiunti e a quanti gli sono particolarmente legati vadano le condoglianze più sentite del nostro Patriarca, le mie personali e quelle dell’intera Chiesa di Venezia.