Omelia ai funerali di don Guerrino Tassan (Venezia, 29 ottobre 2005)
29-10-2005

Omelia ai funerali di Don Guerrino Tassan

 

San Marcuola, 29 ottobre 2005

 

Don Guerrino Tassan ci ha lasciati nella notte di giovedì e noi, oggi, ci siamo raccolti nella fede per consegnarlo nelle braccia, buone e misericordiose, di Dio Padre.

 

L’immagine di Don Guerrino che custodisco nel mio cuore è quella che m’è capitato di vedere qualche anno fa, per una calle di Venezia: un prete, ormai avanti negli anni, che accompagnava un cieco col gesto buono d’un amico. Di fatto don Guerrino è stato, per molti anni, assistente spirituale, diocesano e regionale, del Movimento Apostolico Ciechi: un compito che svolgeva con sincero amore e dedizione. Egli fu un grande amico dei ciechi, arrivando a portarseli in pellegrinaggio in Terra Santa: un evento ricchissimo di emozioni, rimasto indimenticabile nel loro cuore.

 

Ordinato prete dal Patriarca Piazza nel 1942, prestò il suo servizio pastorale in diversi parrocchie della terraferma e della città e fu, per anni, insegnante di religione nella scuola statale, amato dai ragazzi per la sua bontà. Per oltre trenta anni presto il suo servizio in aiuto al parroco della Bragora. Fu un prete ricco di umanità, amante del bello, capace di stabilire relazioni di amicizia, anche con persone che non erano dell’ambiente ecclesiale. Fino a quando arrivarono gli anni, alla fine anche molto sofferti, della malattia: una grande purificazione! E’ morto, com’era suo desiderio, nella sua casa, assistito con amore. Ora riposa nella pace.

 

 

La parola di Dio che abbiamo ascoltato ci fa intravedere, nelle parole del profeta Isaia (25,6.7-9), il desiderio di Dio Padre nei nostri confronti: egli vuole che si faccia una gran festa per accogliere quei figli a cui Gesù, con la sua morte in croce e la sua risurrezione, ha preparato il posto: ‘vado a prepararvi un posto’ (Gv 14,2). Perché Dio è nostro Padre ‘ Egli ci ha fatti e noi siamo suoi ‘ e il desiderio di un padre è di stare con i suoi figli. Dio Padre ci attende. E quando lo incontreremo, egli eliminerà la morte per sempre e asciugherà le nostre lacrime.. E noi godremo della salvezza preparata per coloro che gli hanno aperto il cuore nella fede operosa.

 

 

L’apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma (Rm 5,5-11), proclama l’assoluta gratuità dell’amore di Gesù Cristo, che muore per noi ‘mentre eravamo ancora peccatori’. A stento, osserva l’apostolo, si può trovare uno che muoia per salvare dei giusti, ‘Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi’. Questo amore, mentre ci riempie il cuore di fiducia, ci richiama anche alle nostre responsabilità: la nostra vita deve essere risposta all’amore di Dio, che ci ha salvati a prezzo del sangue di suo Figlio.

 

 

Il Vangelo della guarigione del cieco di Gerico (Mc 10,46-52) ci invita a leggere nella fede la vita di Don Guerrino: egli, con la sua bontà, ha acceso luci di speranza nella vita di tanti fratelli, avvolgendoli nella certezza dell’amore provvido del Padre, avviandoli così sulla strada buona della sequela di Cristo: vera luce che illumina ogni uomo che s’affaccia a questo mondo.

 

E Gesù, che ci ha assicurato che riterrà dato a sé anche l’aiuto più umile prestato a un fratello bisognoso, certamente ‘ questa è la nostra speranza e la nostra preghiera – ha spalancato le braccia a Don Guerrino, proprio per l’aiuto dato ai fratelli ciechi a cui ha teso la sua mano amica.

 

 

Ora noi consegneremo alla terra il corpo di Don Guerrino. Noi crediamo che esso un giorno risorgerà, com’è risorto, glorioso, il nostro Salvatore.

 

Gesù, insieme alla sua santa Madre, vada incontro a Don Guerrino e lo accompagni a Dio Padre per quell’incontro che sarà una grande festa.

 

E tu, Don Guerrino, ricordati di noi. Intercedi presso il Padre per questa tua Chiesa di Venezia e il suo Patriarca; chiedi a Dio Padre il dono delle vocazioni sacerdotali e religiose e, per tutti, implora la grazia grande della perseveranza finale, perché anche noi possiamo partecipare alla festa che il Padre prepara ai suoi figli.

 

Alla sorella e alla nipote che, insieme alla collaboratrice familiare, hanno sempre assistito don Guerrino, vadano le condoglianze e la gratitudine del nostro Patriarca e di tutti noi.