Funerali di don Fernando Albertoni
(Chiesa parrocchiale S. Nicolò ‘ Mira, 15 febbraio 2013)
Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia
Abbiamo letto il Vangelo delle beatitudini in quanto, in modo mirabile, questa pagina del vangelo di Matteo lega il momento presente – per don Fernando ormai definitivamente superato – a quello futuro che ora gli appartiene in modo pieno. Le beatitudini capovolgono il senso comune degli uomini e aiutano a comprendere, alla luce dell’eternità, quanto risulta di difficile comprensione rimanendo solo all’angusta prospettiva terrena.
Don Fernando Albertoni, nei suoi quarantacinque anni di sacerdozio, è stato chiamato a svolgere il suo servizio soprattutto in parrocchia. Fu ordinato prete il 29 giugno, giorno di san Pietro, dell’anno 1967 quando non aveva ancora compiuto ventiquattro anni, essendo nato a Mirano il 17 luglio 1943. Don Fernando fu, dapprima, cappellano presso la parrocchia del Sacro Cuore di Jesolo Lido, poi a Mira Taglio e in seguito svolse il servizio di parroco a Ca’ Turcata e, infine, a Dese come arciprete.
La parrocchia a diversi livelli di responsabilità – come vicario parrocchiale e come parroco – fu quindi il suo ambito di lavoro nella pastorale diocesana. Poi, quando le condizioni fisiche di don Fernando – che sempre, fin dagli anni giovanili, si caratterizzarono per la fragilità – progressivamente lo indebolirono, si ritirò dal ministero e per lungo tempo è stato ospite presso il Centro Nazareth.
Di don Fernando serbo il ricordo di alcune visite a lui fatte proprio al Centro Nazareth; le sue condizioni fisiche generali erano ormai segnate da un progressivo e generale decadimento. La testimonianza dei confratelli che più lo hanno avvicinato negli anni del ministero pastorale – così come ho potuto raccoglierla – sottolinea la dedizione e l’impegno fedele e attento di don Fernando nei confronti delle persone malate. Il conforto e la cura pastorale dei malati divenne, per lui, un’attenzione particolare del suo ministero sacerdotale.
Un’attenzione che, verosimilmente, nasceva dalla situazione personale di don Fernando; egli – come abbiamo già ricordato – fu da sempre provato nel fisico e ciò lo aveva reso particolarmente disponibile alla cura delle persone che, come lui, facevano esperienza della fragilità del fisico.
La sofferenza che lo ha costantemente accompagnato nella vita è ben presente e conosciuta dal Signore che vede e sa quanto noi uomini non riusciamo a vedere e a sapere e, talvolta, possiamo solo intuire senza comprendere appieno. Attraverso il suo servizio ai malati don Fernando ci ha detto come, dall’esperienza personale della sofferenza, il prete possa apprendere una lezione e metterla a servizio di quanti sono provati e, ogni giorno, sperimentano la fatica del vivere. La vicinanza alle sofferenze di quanti, di volta in volta, la Provvidenza gli poneva innanzi nel suo ministero pastorale si traduceva in cura, attenzione e delicatezza.
Siamo vicini ai familiari e alla sorella che, con affetto, è stata sempre presente e ha amorevolmente accudito don Fernando. Insieme a lei diciamo a tutti coloro che hanno voluto bene a don Fernando la nostra vicinanza e con loro ci uniamo nella preghiera di suffragio, il vero dono che possiamo fare – nella fede – a chi ci ha preceduto presso Dio.
La verità della risurrezione – che per il cristiano costituisce certezza di fede – ci sorregga e, a tutti noi, doni il senso cristiano del vivere.
Attingiamo, infine, dal Vangelo delle beatitudini quella sapienza del vivere che – anche nei momenti della sofferenza più grave – dona quella luce che consente una visione serena e gioiosa della vita, perché Dio è sempre più grande di noi e sempre dà la risposta consolante e sanante anche alle nostre ferite più profonde.
Affidiamo don Fernando al cuore misericordioso di Dio e alla preghiera della Beata Vergine Maria, madre dell’Eterno Sacerdote e di tutti i sacerdoti.