Messaggio di saluto al convegno Cism / Usmi Triveneto “Nella comunione tra generazioni, la Vita Consacrata del Triveneto guarda al futuro” (Mestre – Istituto San Marco, 21 ottobre 2017)
21-10-2017

Convegno Cism / Usmi Triveneto “Nella comunione tra generazioni, la Vita Consacrata del Triveneto guarda al futuro”

(Mestre – Istituto San Marco, 21 ottobre 2017)

Saluto del Patriarca e Presidente della Conferenza Episcopale Triveneto Francesco Moraglia

 

 

Carissime e carissimi,

a tutti Voi – anche a nome di tutte le nostre Chiese del Triveneto – giunga il mio cordiale saluto che rivolgo in particolare, ringraziandolo sin d’ora per la sua presenza oggi tra noi, all’eminentissimo relatore il card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Mi ha molto colpito, guardando la locandina che annunciava questo importante appuntamento, ritrovare quel suggestivo e coinvolgente dipinto di Eugène Burnand che raffigura Pietro e Giovanni impegnati nella corsa al sepolcro (vuoto) di Gesù in quella straordinaria mattina della domenica di Pasqua; è la stessa immagine che ho voluto porre nella copertina della mia lettera dedicata alla mia prima Visita pastorale alla Diocesi di Venezia che ho indetto e “aperto” proprio domenica scorsa. Quella corsa di Pietro e Giovanni – ne sono convinto – può dire molto alla nostra Chiesa, a ciascuno di noi ed anche – credo – alla vita consacrata del Triveneto che qui voi, oggi, rappresentate.

I due Apostoli corrono al sepolcro, personalmente e profondamente coinvolti, basta guardare l’intensità e il fremito che pervade i loro volti tirati e “scossi”. Gesù – per loro – è una persona viva, reale, da incontrare, una persona con cui entrare in relazione senza frapporre indugi e consapevoli che – se quanto le donne hanno riferito, seppur in modo disorganico, di ritorno dal sepolcro è proprio vero – allora il Risorto cambierà tutto. Non solo per loro e per gli altri discepoli ma per l’intera umanità.

Pietro e Giovanni, nella loro corsa, sono quindi immagine viva dei discepoli che, in ogni tempo, senza indugio, vanno incontro al Signore vincitore della morte. Non si attardano, non si lasciano attrarre o distrarre da altro, vanno all’Essenziale, al Signore Gesù.

Sì, Pietro e Giovanni sono immagine della Chiesa fedele che guarda al Signore risorto; stanno vivendo l’esperienza della comunicazione di tale Evento reale che provocherà in loro stupore, gioia e, alla fine, il dono di sé. E tale esperienza la fanno come Chiesa, non da soli; insieme si recano al sepolcro e proprio nel loro andare insieme ci dicono cos’è la Chiesa.

Giovanni arriverà per primo al sepolcro ma non entrerà; attenderà Pietro e, solo dopo di lui, entrerà. Anche in quel loro attendersi dicono comunione, condivisione, corresponsabilità; dicono, insomma, il loro essere Chiesa. Pietro e Giovanni vanno al sepolcro con forze, età, sensibilità e ministeri ecclesiali diversi. La loro corsa, però, li accomuna e perciò si attendono.

Diventano così segni evidenti di una Chiesa che procede “sinodalmente” verso il Signore Gesù. Una Chiesa che crede, ama e si esprime attraverso piccole comunità – come anche quelle di cui Voi fate parte – che, con i suoi membri, procede in spirito di comunione e tenendo fisso lo sguardo sul Risorto.

Carissime e carissimi, nell’augurare un proficuo lavoro in questa giornata di convegno, confido che ciascuno e ciascuna di Voi – insieme con le Vostre comunità e tutte le nostre Chiese – sappia associarsi a questa splendida corsa – fatta di fede e di amore e… di comunione – per guardare con gioiosa speranza al futuro della vita consacrata e dell’intera vita ecclesiale del Triveneto.