MESSA DI RINGRAZIAMENTO
Basilica di San Marco 31 dicembre 2000
31-12-2000

Carissimi,

1. ci siamo raccolti a San Marco per vivere nel ringraziamento e nella benedizione la conclusione di quest’anno 2000, che è anche fine di un secolo e passaggio dal secondo al terzo millennio dell’era cristiana.
La Chiesa sosta nella contemplazione del mistero della nascita del Figlio di Dio, celebrato con grande giubilo in questo anno, bimillenario del mirabile evento.

2. Così prende forza e pieno contenuto la benedizione che Mosè pronunzia sul suo popolo: ‘Ti benedica il Signore e ti protegga. Faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio’e ti conceda pace’ (Cfr Nm 6,22-27).
Il secolo che si chiude è stato grande per i progressi fatti dall’umanità nelle scoperte della scienza e per la proclamazione dei diritti dell’uomo; in Europa poi si è avviato un provvidenziale processo di unificazione. E’ stato però anche un secolo drammatico come non mai, per le guerre, l’Olocausto, i genocidi , la violenza fatta alla vita al suo schiudersi e al suo termine, tollerando nel sistema mondiale, accanto a grandi ricchezze, povertà e miserie devastanti in vastissime zone dell’umanità.
Su questa storia che ormai ci sta alle spalle, noi invochiamo lo sguardo misericordioso del Padre: Lui può sanare le nostre ferite, perdonare i nostri peccati, aprire a speranza la disperazione; Lui può cambiare i cuori e trarre un popolo nuovo da un campo di ossa aride.
Gesù, morto, ha infranto le porte degli inferi, e ne ha tratto i giusti che aspettavano la salvezza. Dio Padre in Gesù può salvare anche il nostro passato, spegnendo il veleno che esso ha lasciato nella storia dell’uomo.

Il secolo che sta per chiudersi ha conosciuto anche un rifiuto, teorico e pratico, di Dio, quale mai si è verificato nella storia: quando però la creazione si stacca dal suo Creatore, si dissolve.
Dio non è alternativo all’uomo o al creato: Dio è amore; e nell’alveo dell’Amore, l’uomo vive, cresce e si sviluppa nella pienezza della sua umanità, delle sue relazioni, in libertà e r
esponsabilità. La grande apostasia consumata, teoricamente e praticamente, è il segno del ‘misterium iniquitatis’ presente nel mondo.
Noi, figli di Dio, potenti sul cuore del Padre per l’Amore che ci unisce, possiamo intercedere per l’umanità con la voce stessa di Cristo, sicuri di essere ascoltati: il Padre ascolta sempre suo Figlio.

3. L’Anno che sta per chiudersi è stato mirabilmente segnato dalla celebrazione del Bimillenario della nascita di Gesù.
Dove sta la sua grandezza?
Certo nelle innumerevoli, grandi celebrazioni che a livello locale e mondiale hanno mosso milioni e milioni di persone. Ma non è muovendo le masse che si salva il mondo.
Il fatto grande dell’anno che ci sta alle spalle è che mai, con tanta potenza, è risuonato il nome di Gesù in tutta l’estensione della terra. E’ stato un anno di grande seminagione: abbiamo predicato Gesù Cristo, morto e risorto. La predicazione è diventata incontro, pianto, perdono. La proclamazione del nome di Gesù ha fatto incontrare persone che mai si sarebbero incontrate, ha creato relazioni che mai sarebbero esistite. Nel nome di Gesù il mondo si è riunito.

Certo la predicazione del nome di Gesù ha creato anche reazioni negative. Io penso però a un passo della lettera ai Filippesi in cui l’apostolo afferma: ‘Alcuni predicano Cristo con Spirito di rivalità, con intenzioni non rette, pensando di accrescere dolore a me che sono prigioniero. Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene’ (cfr Fil 1,16-18).

4. La seconda lettura (Gal 4,4-7) e il Vangelo (Lc 2,16-21) proclamano il mistero del Natale: ‘Il Figlio di Dio è nato da donna, perché anche noi ricevessimo l’adozione a figli. E che noi siamo figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo figlio che grida: Abbà, Padre..’
Il Vangelo proclama la gioia dei pastori che, avvertiti dagli angeli, cercano e trovano Gesù che
giaceva nella mangiatoia.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
Dopo otto giorni il bambino venne circonciso e così iscritto nel suo popolo: Gesù è un ebreo, e gli fu imposto il nome, un nome che indica la sua missione di salvatore.

Rivestiti per grazia di questa fede in Gesù, salvatore del mondo, noi varchiamo con speranza la soglia del terzo millennio, con la grande certezza in cuore che non siamo soli: il Padre ci ha dato suo Figlio come compagno di strada ‘ uomo come noi ‘ e salvatore potente.
Reduci dalla celebrazione del Bimillenario dell’incarnazione avvenuta nella storia dell’uomo ‘ una storia che è diventata in tal modo storia e cammino di salvezza ‘ noi affrontiamo il nuovo millennio con la speranza che il Natale ha dischiuso nei cuori: ‘Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce.’

E’ la speranza che imploro per tutti come l’augurio più bello, pregando la Madre di Gesù che la custodisca nel vostro cuore.