"Lo Studium Generale Marcianum e la Facoltà Teologica del Triveneto": intervento del Gran Cancelliere card. Angelo Scola al "Dies Academicus" (Venezia, 26 aprile 2006)
26-04-2006

STUDIUM GENERALE MARCIANUM

Dies Academicus 2006

26 aprile 2006

LO STUDIUM GENERALE MARCIANUM E LA FACOLTÀ TEOLOGICA DEL TRIVENETO

Per l’unità del soggetto

+ Angelo Card. Scola
Patriarca di Venezia
Gran Cancelliere dello Studium Generale Marcianum

Eminenze Reverendissime,
Gentili Autorità Civili e Militari
Chiarissimi Professori, Cari Studenti,
Signore e Signori,

1. la celebrazione dell’annuale Dies Academicus dello Studium Generale Marcianum in concomitanza con la Solennità di San Marco Evangelista, Patrono di Venezia e delle Genti Venete, acquista quest’anno un sapore del tutto particolare a motivo della recente conclusione del complesso processo di fondazione della Facoltà Teologica del Triveneto, inaugurata ufficialmente il giorno 31 marzo u.s. nella sede centrale di Padova con una significativa Prolusione di Sua Eminenza il Cardinal Walter Kasper.
Nel mese di marzo la Congregazione per l’Educazione Cattolica, concludendo l’iter di fondazione della Facoltà Teologica del Triveneto, ha eretto anche l’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Lorenzo Giustiniani di Venezia collegandolo alla suddetta Facoltà. Vede così la luce, anche dal punto di vista formale, nell’ambito del polo pedagogico-accademico dello Studium Generale Marcianum, un Istituto Universitario riconosciuto dalla Santa Sede, dedicato alle discipline teologiche.
La portata del fatto che il San Lorenzo Giustiniani nasca nel quadro della Facoltà Teologica del Triveneto merita di essere ben compresa.
Si deve in primo luogo rilevare che il nostro Istituto ha fattivamente collaborato al processo di erezione della Facoltà, fornendo il proprio contributo alla costituzione del primo esempio in Italia, e non solo in Italia, di un sistema accademico a rete in ambito teologico. Si tratta di uno strumento messo a disposizione delle comunità cristiane e della società civile di tutto il territorio del Nord-Est per sostenere e promuovere, in attuazione del decisivo principio di sussidiarietà, tutti i centri di elaborazione teologica presenti nelle nostre Chiese. Essi potranno ora conferire i gradi accademici. In questo modo, attraverso l’Istituto San Lorenzo Giustiniani, lo Studium Generale Marcianum si radica più solidamente nel territorio del Triveneto approfondendo ulteriormente gli imprescindibili legami della città di Venezia con tutto il Nord-Est.
In secondo luogo dalla pluriforme realtà dello Studium Generale Marcianum la Facoltà Teologica del Triveneto può trarre un particolare beneficio proprio guardando alla peculiare natura del nostro polo pedagogico-accademico. Il fatto che l’attività educativa ed accademica del Marcianum comprenda un livello scolastico – la scuola dell’infanzia, l’elementare, la media e la scuola superiore della Fondazione Giovanni Paolo I ‘, un livello universitario ‘ Istituto di Diritto Canonico San Pio X aggregato alla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce, l’Istituto San Lorenzo Giustiniani e il Master in Etica e Gestione d’Azienda in collaborazione con la SDA Bocconi ‘ e la ricerca culturale di eccellenza ‘ elaborata in particolare dallo Studio Cattolico Veneziano e dal Centro Internazionale di Studi e Ricerche ‘Oasis’ -, rende conto della scelta di attribuire al nostro polo pedagogico-accademico il titolo di Studium Generale. La denominazione fa riferimento, infatti, a quella particolare concezione della Scuola, tipica della storia del cristianesimo occidentale, che a sua volta ‘ attraverso Roma ‘ ha fatto proprie in qualche modo le tradizioni di Alessandria, Gerusalemme ed Atene. Essa poggia su un peculiare fondamento secondo il quale è possibile affrontare in unità la molteplicità delle discipline a partire dalla certezza epistemologica che il reale è intelligibile, cioè, si lascia ‘ospitare’ dall’umana ragione, che è a sua volta in grado di adeguare oggettivamente la realtà.
Tommaso definiva questa certezza epistemologica come adaequatio rei et intellectus. In termini più generali, attenti alla difficoltà del moderno e del post-moderno, potremmo dire che verità almeno significa che sempre ‘qualcosa si dà a qualcuno’. Questa è la struttura epistemologica originaria.
Per questa ragione, all’interno dello Studium Generale Marcianum, gli studi teologici sono concretamente praticati in intrinseca unità con quelli giuridici, sociali, economici, ed intendono promuovere un proficuo scambio con le discipline scolastiche primarie. Ciò tra l’altro favorisce lo sviluppo di una scienza teologica che non sia avulsa dalla vita quotidiana della comunità scientifica.

2. Siamo convinti che questo orizzonte globale (in questo senso va compreso il latino ‘Generale’) potrà favorire l’assunzione di uno dei compiti fondamentali che oggi si presentano alle scienze che studiano la Rivelazione cristiana ed i saperi ad essa necessariamente connessi (le cosiddette scienze ecclesiastiche). Le radicali trasformazioni in atto ad ogni livello ‘ antropologico, cosmologico, sociale e geopolitico – impongono oggi ai cristiani di perseguire, almeno tentativamente, l’evangelizzazione della cultura partendo dalla consapevolezza che essa sgorga sempre dall’esperienza integrale unitaria dell’uomo. In ogni epoca e ad ogni latitudine la cultura non ha unicamente il compito di raccontare i diversi stili di vita, ma alla fine non può sottrarsi all’inevitabile funzione di fornire all’uomo un ambito unitario entro cui egli è chiamato a rischiare la propria libertà.
Inoltre anche le ‘scienze ecclesiastiche’, proprio in quanto scienze, non possono mai sottrarsi al confronto con la storia, ma vengono sempre elaborate all’interno di ben precise coordinate di spazio e di tempo – cioè dentro un contesto che non può essere appiattito su contesti precedenti o altrimenti situati. Principalmente per queste due ragioni lo studio, l’insegnamento e la ricerca delle discipline coltivate al Marcianum sono chiamati ad offrire un apporto decisivo all’evangelizzazione della cultura e all’inculturazione della fede. Tale apporto emergerà tanto più luminoso quanto più i saperi, elaborati in questa sede, sapranno far dipendere la necessaria analisi critica delle forme culturali dominanti dal positivo compito di mostrare come la libertà del credente sappia contribuire alla fisionomia culturale del nostro tempo.
Se questo è l’orizzonte ultimo di ogni attività di studio, di ricerca e di insegnamento dello Studium Generale Marcianum, allora esso identifica di fatto una paideia, cioè una proposta educativa. Questa fa inevitabilmente riferimento ad un’ipotesi esistenziale di interpretazione della realtà su cui liberamente la comunità accademica, docente e discente, si confronta quotidianamente.
Al Marcianum questo imprescindibile compito educativo fa leva sulla proposta dell’evento cristiano offerto a tutti (credenti e non credenti). Questa ipotesi concreta di affronto del reale a partire dai vari saperi, discipline e materie elaborati col contenuto e col metodo loro proprio e nella loro specifica autonomia può essere sinteticamente individuata dalle parole di Benedetto XVI nel primo paragrafo della Deus caritas est: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».
In che modo il riferimento a questa ipotesi interpretativa del reale non pregiudica l’apertura universale dello Studium Generale Marcianum che vuole accogliere e già accoglie anche studenti e docenti di diverse confessioni cristiane, di diverse religioni, agnostici o che si dicono atei, purché rispettosi dell’identità dello Studium?
È possibile perché al Marcianum non si impiega l’ipotesi cristiana di lettura della realtà come base per la ricerca di una utopica unificazione dei saperi su un comune terreno neutro. Ciò finirebbe per compromettere l’autonomia e la demarcazione dei saperi con la pretesa di battezzarli. Invece la proposta unitaria è liberamente assunta, vissuta ed offerta dal soggetto, discente e docente. L’unità si attua nel soggetto, perché la verità come avvenimento si propone sempre alla libertà.
Questa visione dice che i saperi stanno in autonomia nell’orizzonte di un soggetto che si muove a partire da una concezione personale, dinamica e liberante della verità. Ciò avviene sempre per ogni visione della vita (Weltanschaung) da cui nessun uomo, per il fatto stesso di esistere, può prescindere. Questo è il terreno comune che consente di sviluppare quell’unità del soggetto che dà ragione della scelta di proporre, allo Studium Generale Marcianum, un iter che va dalla materna al post-laurea.
Un tale orizzonte esige da tutti coloro che sono impegnati nello Studium Generale Marcianum una precisa convinzione. La descrivo con le acute parole del teologo Hans Urs von Balthasar: «Dio non vuole amministrare da solo la verità, chiama gli uomini ad amministrarla insieme. Al punto di incrocio tra natura e libertà c’è la testimonianza. L’uomo è chiamato ad essere testimone della verità» .

3. In altre occasioni avremo modo di approfondire ulteriori decisivi aspetti della fisionomia del soggetto unitario protagonista a tutti i livelli (docenti, studenti, personale addetto) dello Studium Generale Marcianum. E lo faremo aperti alla collaborazione e alla critica costruttiva di tutte le istituzioni operanti a Venezia, con particolare attenzione alle Università e agli Istituti di studio e di ricerca che fin dall’inizio non ci hanno fatto mancare accoglienza ed amicizia.
Del resto non possiamo sottovalutare che proprio Venezia in quanto città dell’umanità ha reso possibile la piccola pianta dello Studium Generale Marcianum. Altrove l’impresa sarebbe stata assai più difficile. Per questo siamo lieti che lo Studium abbia già cominciato a dare un significativo contributo al superamento della crisi antropologica della Venezia lagunare favorendo la concreta rivitalizzazione della Punta della Dogana attraverso la quotidiana frequenza di centinaia di persone dagli undici anni in avanti.

4. Concludo esprimendo la soddisfazione e la gratitudine di tutta la nostra comunità accademica per la magnanimità con cui Sua Eminenza il Signor Cardinale Peter Erdö, primate di Ungheria, ha voluto accogliere l’invito a tenere la prolusione in questo Atto Accademico. È, il suo, un gesto di squisita sensibilità culturale ed ecclesiale. Con la sua presenza il Cardinale Erdö aiuta noi tutti a recuperare i legami storici, del passato e del presente, che uniscono la nostra città e la nostra Chiesa con la terra ungherese ed i popoli della Mitteleuropa.