Intervento su 'La scuola cattolica tra sfida educativa e nuova evangelizzazione' all'incontro con gli insegnanti della scuola paritaria e i docenti di religione cattolica(Mestre,15 marzo 2014)
15-03-2014
 
‘La Chiesa per la scuola’
Incontro con gli insegnanti della scuola paritaria
e i docenti di religione cattolica
(Istituto S. Marco/Gazzera,15 marzo 2014)
 
Intervento del Patriarca mons. Francesco Moraglia sul tema
‘La scuola cattolica tra sfida educativa e nuova evangelizzazione’
                                               
 
Gentili insegnanti e voi che operate nella scuola paritaria,
docenti di religione cattolica che operate nelle differenti scuole, abilitandi all’insegnamento, tutti saluto cordialmente.
 Il mio sincero grazie va a quanti svolgono, con passione, il loro delicato compito nell’ambito della scuola.
Siamo alla vigilia di un incontro importante che chiama in causa, per la sua buona riuscita, in primo luogo il nostro Veneto – che è, per numeri e radicamento, il territorio più coinvolto – tanto da parlare opportunamente, in tale ambito, di ‘modello veneto’.
Vi invito perciò sin d’ora a partecipare convinti, numerosi e con entusiasmo all’iniziativa della Chiesa italiana La Chiesa per la scuola (è il titolo anche del nostro appuntamento di oggi) che culminerà il prossimo 10 maggio a Roma, in piazza S. Pietro, nell’incontro con Papa Francesco di cui, con gioia, abbiamo appena ricordato il primo anniversario di pontificato. Con voi desidero richiamare le sette parole o frasi-chiave che bene ci introducono in questo importante evento.
La prima parola è ‘educazione’. ‘Educare = aiutare a diventare persone adulte inserite in una comunità’: oggi la scuola, così come in generale l’educazione, da ‘risorsa’ pare essere diventata un ‘problema’. Si parte, forse, con il piede sbagliato’ Occorre, invece, guardare alla scuola come bene di ogni cittadino, di tutti e di ciascuno, cuore pulsante dell’identità culturale, civile e sociale del nostro popolo. Si parla molto, oggi, di innovazione e di investimento nella ricerca: l’educazione non è, allora, la prima innovazione e la prima forma di investimento in tal senso? Anche a livello imprenditoriale ora si conviene che la manodopera è la prima, vera, risorsa di un’azienda.
La seconda parola è ‘insegnanti’:voi costituite una risorsa fondamentale in vista di una ‘buona scuola’. Se una scuola avesse anche tutti gli ‘apparati’ (edifici, strutture, aiuti pedagogici ecc.) di ultima generazione ma non avesse buoni insegnanti non sarebbe una scuola, mentre una scuola pur priva di certi mezzi o spazi potrebbe anche essere una buona scuola. E pensiamo a don Milani e a don Bosco (l’oratorio era lui, si diceva ed era riconosciuto da tutti). La scuola si gioca, in gran parte, sugli insegnanti. Per questo la vocazione dell’insegnante – sia per ciò che riguarda la persona (si comunica ciò che si è), sia per la sua professionalità – va curata e bisogna davvero investire di più su questa figura-cardine del sistema educativo nazionale. Vorrei, solo per fare un esempio e senza fraintendimenti, che i nostri insegnanti di religione cattolica diventassero un ‘problema’, una spina nel fianco, per gli insegnanti di filosofia e tutti gli altri… E non viceversa! Bisogna essere capaci, con chiarezza, di fare proposte e domande, in risposta ad altre domande, per allargare davvero – come diceva Papa Benedetto XVI – gli spazi della ragione.
Terza parola-chiave è ‘comunità’; essa ci dice come la scuola sia ‘comunità che educa, in rete con altre comunità. Solo una scuola organicamente inserita in rete (con altre scuole, con le famiglie, con le comunità del territorio come le parrocchie) può davvero costruire amicizia civile e il bene delle relazioni, contributi alla crescita del bene comune’.
E’ importante partire da proprio qui per evidenziare tanto il senso della forte attenzione che la Chiesa ha, da sempre, verso questo ambito quanto la grandezza della ‘sfida educativa’ e che, ora, assume sempre più i contorni di una reale ’emergenza educativa’ o, meglio ancora, di un ‘allarme educativo’. Ma è un ambito – non va dimenticato – che interessa tutte le persone di buon senso, credenti e non credenti.
E’ questo, insomma, il terreno del nostro comune e urgente impegno in un contesto nel quale sia la famiglia sia la scuola vedono ridotta la loro oggettiva rilevanza, quali agenzie educative, e sono affiancate da nuove realtà – i media, la rete, il cinema – spesso non controllabili e di ambigua configurazione.
L’attuale emergenza educativa – ho avuto modo di ribadirlo in più contesti negli ultimi tempi – esige, soprattutto oggi, che ognuno metta in campo le sue risorse, competenze e responsabilità e dia così il proprio contributo per affrontare ostacoli di vario tipo (la frammentarietà degli interventi, lo smarrimento delle famiglie, la burocratizzazione della scuola, il mito della ‘neutralità’ educativa a cui solo gli ingenui potevano dare credito, la sfiducia nella possibilità stessa di educare ecc.) restituendo alla scuola – ad ogni scuola – il suo specifico valore educante…

(testo integrale nel file allegato)