Intervento introduttivo del Gran Cancelliere al Dies academicus 2019/2020 della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X di Venezia (Venezia, 6 novembre 2019)
06-11-2019

Dies academicus 2019/2020 della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X di Venezia

(Venezia, 6 novembre 2019)

Intervento introduttivo del Gran Cancelliere e Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

 

Eccellenza Reverendissima, Signor Preside,

Chiarissimi professori, stimati studenti della Facoltà, gentili ospiti,

la Costituzione apostolica “Pastor bonus” – promulgata da San Giovanni Paolo II il 28 giugno 1988 – introduce la necessaria riforma della Curia romana richiamandosi alla “missione di ammaestrare tutte le nazioni e di predicare il Vangelo ad ogni creatura” conferita ai Vescovi, e in special modo al Vescovo di Roma, “perché fosse istituita la Chiesa, Popolo di Dio, e a tale scopo l’ufficio dei pastori di questo suo popolo fosse realmente un servizio” (n. 1).

Di tale diaconia veniva principalmente indicato il “fine che, nell’intero organismo della Chiesa, la comunione si instauri sempre di più”, esplicitandosi fin nella “struttura gerarchica della Chiesa”, riflesso della “speciale partecipazione” dei Vescovi – successori degli Apostoli – al “triplice ufficio di Cristo, cioè del Magistero, della santificazione e del governo”, il ministero della comunità, “diaconia, secondo il modello di Cristo stesso il quale ‘non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti’” (nn. 1-2).

Il Romano Pontefice – in quanto Vescovo di Roma – svolge il “servizio petrino in favore della Chiesa universale” e – come insegnava Sant’Ignazio di Antiochia – con la sua Chiesa “presiede «all’assemblea universale della carità»” e “si è sempre dato cura anche dei problemi delle Chiese particolari per […] confermare nella fede i fratelli, in virtù del suo ufficio di Vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa” (n. 2).

La stessa “Pastor bonus” – ricapitolando l’articolata evoluzione storica della Curia romana – ne indica come, almeno provvisorio, punto di sintesi l’insegnamento del Decreto conciliare “Christus Dominus” per il quale “nell’esercizio della sua suprema, piena ed immediata potestà sopra tutta la Chiesa, il romano Pontefice si avvale dei dicasteri della Curia romana, che perciò adempiono il loro compito nel nome e nell’autorità di lui, a vantaggio delle Chiese e al servizio dei sacri pastori” (n. 9).

In questo senso – e qui torniamo alla “Pastor bonus” “la caratteristica principale di tutti e di ciascun dicastero della Curia romana è quella ministeriale” (n. 7) e la loro “ragion d’essere è quella di esprimere e di manifestare la fedele interpretazione e consonanza, anzi l’identità con quella volontà medesima, per il bene delle Chiese e il servizio dei Vescovi”, una nota che determina “la sua forza e la sua efficacia, ma al tempo stesso anche i limiti delle sue prerogative e un codice di comportamento” (n. 8), in una dinamica teologica per cui essa è “anche l’espressione della sollecitudine dei Vescovi verso la chiesa universale, in quanto essi condividono questa sollecitudine ‘cum Petro et sub Petro’” (n. 10).

Tale riflesso del triplice munus di Cristo trova la fonte nel mandato missionario di Gesù – “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28, 19-20) – origine e tensione di quel “dinamismo di uscita”, per usare le parole di Papa Francesco in “Evangelii gaudium”, “che Dio vuole provocare nei credenti”, con tutti “gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa”, per cui “tutti siamo chiamati a questa nuova ‘uscita’ missionaria” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium n. 20) e a realizzare quella che Paolo VI – rifacendosi alla volontà del Divino Fondatore – chiamava la realtà “tutta intera missionaria” della Chiesa (Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, n. 59).

In modo saggio, dunque, la bozza della nuova Costituzione apostolica sulla Curia romana – di cui oggi ci parlerà S.E.R. Mons. Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e ospite graditissimo della nostra Facoltà – trova il suo titolo nel mandato evangelico “Praedicate evangelium”, perché è per questo che la Chiesa esiste ed è a questa “conversione missionaria” che ogni Chiesa particolare, porzione della Chiesa Cattolica sotto la guida del suo Vescovo, è chiamata (cfr. Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium n. 30).

A Sua Eccellenza sin d’ora il ringraziamento per il suo intervento, chiamato per ministero ad esprimere la fedele interpretazione e consonanza col Successore di Pietro, per il bene delle Chiese e il servizio dei Vescovi (cfr. Costituzione apostolica Pastor bonus n.8).