Intervento di ringraziamento del Patriarca in occasione della beatificazione di don Luca Passi (Venezia - Basilica S. Marco, 13 aprile 2013)
13-04-2013
 

Beatificazione di don Luca Passi

(Venezia – Basilica cattedrale di S. Marco, 13 aprile 2013)

 

Intervento di ringraziamento

del Patriarca di Venezia mons. Francesco Moraglia

 

 

Eminentissimo Signor Cardinale, Eccellenze, Madre Generale, Suore Maestre di Santa Dorotea, fedeli tutti,

giunti al termine della solenne liturgia di beatificazione del sacerdote Luca Passi, esprimo a Dio la gratitudine dell’intera Chiesa che è in Venezia.

Alla gratitudine si unisce la riconoscenza verso il Santo Padre Emerito Benedetto XVI che ha dichiarato ‘Beato’ il Servo di Dio don Luca Passi permettendone, così, il culto nei modi stabiliti dalla Chiesa.

La nostra riconoscenza va a Papa Francesco sotto il cui pontificato si celebra la solenne liturgia di beatificazione.

La Chiesa e la città di Venezia sono onorate che la loro cattedrale, la basilica di San Marco, abbia ospitato questo evento di grazia.

Don Passi, come abbiamo già sentito, è infatti legato in modo particolare alla nostra città: sua madre – la contessa Caterina Corner – apparteneva alla nobiltà veneziana; l’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea ha visto la luce proprio qui a Venezia il 6 agosto del 1838 e, sempre a Venezia, il novello Beato ha chiuso il suo cammino terreno, il 18 aprile 1866.

Don Luca Passi è, oggi, figura attualissima anche se due secoli ci separano da lui; la perenne attualità, infatti, è la caratteristica propria dei santi che non rincorrono le mode del presente poiché, domani, saranno già il passato. I santi, piuttosto, si propongono come compagnia cordiale e discernimento critico del loro tempo. 

L’epoca di don Passi – e lui ne ebbe chiara coscienza – fu difficile per chi intendeva professare la fede cristiana: nasce a Bergamo nel 1789, anno della Rivoluzione francese, ed è ordinato sacerdote nel 1813, anno della battaglia di Lipsia, che segna una delle sconfitte decisive di Napoleone, dopo che questi, in ogni modo, aveva cercato di asservire la Chiesa e umiliarla. È quanto attesta la vicenda di Papa Pio VII, eletto proprio a qui Venezia, nel monastero benedettino di San Giorgio, in uno dei più difficili conclavi della storia.  

Luca Passi – colpito dalle idee della Rivoluzione e dal clima culturale da esse prodotto – intraprese, nei confronti del suo tempo, un dialogo/annuncio attento e disponibile ricercando ogni mezzo per offrire, soprattutto alle classi più deboli, una valida proposta evangelizzatrice; in questo impegno fu essenziale il ruolo della Pia Opera di Santa Dorotea.

In un tempo difficile don Luca comprese che la missionarietà era l’unica risposta adeguata, la sola in linea col Vangelo.

Nella sua predicazione egli mirava a ‘richiamare l’uomo al suo destino‘, così che – col suo ministero – mosse i primi passi la Pia Opera di Santa Dorotea, posta anche sotto la protezione dell’Addolorata.

L’Opera nasce da un’intuizione di don Luca: il ruolo fondamentale della donna nell’educare le nuove generazioni. Il progetto si può, così, riassumere: formare persone esperte nella vita cristiana, capaci di prendersi cura delle donne di domani, introducendole nelle ricchezze della vita di fede, in modo che diventino testimoni credibili per le loro coetanee.

Si tratta di un progetto fondato sulla Chiesa comunione e missione nella quale, col battesimo, tutti sono chiamati a testimoniare e ad evangelizzare.

Sullo sfondo, c’è la figura di santa Dorotea e l’Opera – che ne porta il nome – si costruisce sul comandamento evangelico della correzione fraterna e vuol condurre alla scelta fondamentale della vita.

Dorotea – di Cesarea di Cappadocia – aveva infatti ‘riconquistato’ alla fede due sorelle, Crista e Callista, che l’avevano rinnegata. Le parole di don Luca, a tal proposito, sono chiare: ‘‘il vedere come facilmente con la sua carità [Santa Dorotea] guadagna le due giovani apostate e ne forma due sante  deve metter lena a procurare la salute delle anime, che si può ottenere con tanta facilità‘ (L. Porsi, Luca Passi, Città Nuova Roma 2001, pag. 65).

Don Luca, quindi, offre un’indicazione e un metodo validi ancor’oggi perché si fondano sulla testimonianza di chi, con la fede, è in grado di accendere fuochi che non sono ancora accesi o che già si sono spenti.

Lo stesso don Luca spiega, infine, la sua Opera a partire da un versetto del Vangelo secondo Matteo: ‘Va e correggi il tuo fratello; se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello’ (cfr. Mt 18, 15).

Il nostro grazie a Dio per il dono di questo nuovo Beato che – come tutti i Santi e i Beati – arricchisce l’intera Chiesa, ma conserva un legame particolarissimo con la nostra amata Chiesa che è in Venezia.