Intervento del Patriarca durante la cerimonia di inaugurazione e benedizione del nuovo sistema di protezione della Basilica di S. Marco dalle acque alte (Venezia, 19 novembre 2022)
19-11-2022

Cerimonia di inaugurazione e benedizione del nuovo sistema di protezione della Basilica di S. Marco dalle acque alte

 (Venezia, 19 novembre 2022)

Intervento del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

 

Saluto e ringrazio il Signor Ministro, il Presidente della Regione, il Sindaco le autorità presenti, il Primo Procuratore, l’Arcidiacono, i Procuratori, il Proto della Basilica di San Marco.

Ringrazio anche quanti hanno collaborato, a diverso titolo, alla realizzazione del nuovo sistema di protezione del nartece e delle aree interne della Basilica; in particolare ringrazio le maestranze.

Questa struttura ha già dimostrato, nei giorni scorsi, la sua efficacia; l’auspicio, però, è che essa abbia vita breve, anzi brevissima, essendo una temporanea e parziale opera di protezione in attesa della impermeabilizzazione dell’intera insula marciana. Il realizzarsi di questo auspicio sarà prova dell’efficienza della pubblica amministrazione. A Genova, altra gloriosa Repubblica marinara, il Viadotto San Giorgio – ex ponte Morandi – è stato ricostruito in tempi brevissimi.

L’insula marciana, come sappiamo infatti, è il cuore di Venezia e accoglie ogni anno milioni di turisti. A tal proposito faccio presente che sarebbe inaccettabile se gli spazi contigui alla Basilica dovessero diventare un vasto cantiere, deposito di materiali edili. Ma sono certo di poter confidare sul buon senso, sull’efficienza, sulla competenza e sul senso civico ed estetico di tutti i soggetti coinvolti.

È significativo che scienza, tecnica, creatività, capacità di mobilitare competenze e risorse, politica locale e nazionale convergano per custodire e promuovere al meglio la città.

La Basilica Cattedrale di San Marco è simbolo di una città unica e fragilissima. Venezia, secondo la leggenda, fa risalire il suo dies natalis al giorno liturgico dell’Annunciazione, il 25 marzo; il riferimento cristiano è evidente e, nel tempo, ha prodotto un tessuto vivo e realissimo di solidarietà e carità cristiana.

La Basilica – che il nuovo sistema preserva – è, in primis, luogo di preghiera ma è pure mèta incessante di milioni di turisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo.

Dopo le “botte” dell’Acqua Granda del novembre 2019 e del Covid, i turisti e i pellegrini hanno ripreso ad affollare la città e la Basilica. Prima della pandemia si parlava di 28 milioni di presenze all’anno che, ovviamente, confluiscono nella Basilica e da qualche tempo vediamo, di nuovo, lunghe file d’attesa. La Basilica di S. Marco, chiesa cattedrale del Patriarcato, è però un’eccellenza dell’intero Paese, di cui è immagine e simbolo.

Anche grazie ad una tempistica certa d’intervento, è importante che la Basilica, la Piazza, l’Insula marciana possano guardare con fiducia al futuro per assolvere al meglio il compito a cui sono chiamate: accogliere degnamente i pellegrini e i turisti.

Quest’edificio sacro, col suo ineguagliabile splendore, rammenta non solo come la fede cristiana sia capace di incidere nella storia delle persone e della città ma anche come costituisca, con la sua presenza, un orizzonte di speranza e bellezza fruibile da tutti – credenti e non credenti -, valorizzando la creatività e nella continuità di una storia che deve continuare ad appartenerci.

È essenziale che politica, economia, realtà sociali e culturali si attivino affinché la Basilica abbia un futuro, nel contesto di una città che è chiamata a porre al primo posto la dignità della persona, delle famiglie, dei bambini e degli anziani e ad affrontare, con coraggio, le sfide di sostenibilità economico-ambientale che ci stanno dinanzi. E perché questo si possa realizzare ora, con la preghiera di benedizione, chiediamo l’aiuto di Dio per l’intercessione dell’Evangelista Marco.