Intervento del Patriarca all'apertura del ponte votivo del Santissimo Redentore (Venezia, 15 luglio 2022)
15-07-2022

Apertura del ponte votivo del Santissimo Redentore

(Venezia, 15 luglio 2022)

Intervento del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

Quest’anno la festa del Redentore viene celebrata in un contesto caratterizzato da difficoltà ed emergenze molteplici e crescenti che sembrano “autogenerarsi” ed “autoalimentarsi” fra loro; su tutte le emergenze, spicca la tragedia della guerra.

È necessario un richiamo forte ad una pace giusta nel rispetto del diritto delle persone e dei popoli. Preghiamo affinché tutti inizino a lavorare realmente per questo bene primario dell’umanità, la pace.

Un secondo appello è all’unità e alla coesione sociale. Ai credenti si chiede uno sguardo ricco di fede, capace di valutare l’attuale situazione con realismo e, quindi, né facili ottimismi né facili pessimismi; un realismo che si lasci interpellare dai fatti che chiedono di superare le visioni di parte, talvolta ideologiche, così difficili a farsi da parte.

Alcune parole debbono guidarci in questo tempo così difficile e del quale, sul piano umano, non si vede lo sbocco. Le parole da riscoprire e da mettere in circolo sono: “responsabilità”, “bene comune”, “fiducia”, “dignità della persona”.

Purtroppo in questi mesi la guerra è la drammatica e crudele realtà, la padrona che genera gli altri drammi, le urgenze e le sfide.

La crisi economica, la crisi energetica e l’inflazione possono portare – Dio non voglia – ad una povertà diffusa e ad una conseguente crisi sociale; più in generale, a livello planetario, ad una crisi alimentare che potrebbe destabilizzare interi continenti. La parola “pace” deve essere la strada obbligata da percorrere, con fiducia e determinazione.

L’appello è a lavorare tutti insieme, con fiducia, per costruire una rete sociale capace di tenerci tutti insieme. In situazioni di emergenza bisogna mettersi in gioco tutti, al di là di visioni di parte, e non darsi mai per vinti.

La festa del Redentore, quest’anno più che mai, richiama i credenti al suo valore religioso. Sì, preghiamo innanzitutto per la pace, ponendo gesti di pace, poiché è dalla pace – e solo da essa – che dipende ogni altra costruzione umana.

Affidiamo al Santissimo Redentore le persone che, a vari livelli, sono chiamate a prendere decisioni che inevitabilmente avranno ricadute sui popoli (civili, bambini, anziani ecc.) e che segneranno pesantemente il nostro futuro, non solo immediato ma anche a medio e lungo termine.