Intervento del Patriarca alla presentazione del libro “Il diritto canonico tra salvezza e realtà sociale. Studi scelti in venticinque anni di docenza e pastorale” del Card. Péter Erdö (Venezia / Facoltà di Diritto Canonico S. Pio X, 26 novembre 2021)
26-11-2021

Presentazione del libro “Il diritto canonico tra salvezza e realtà sociale. Studi scelti in venticinque anni di docenza e pastorale” del Card. Péter Erdö

 (Venezia / Facoltà di Diritto Canonico S. Pio X, 26 novembre 2021)

Intervento del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

 

Sono lieto di salutare e ringraziare Sua Eminenza Reverendissima il Card Péter Erdö che abbiamo la gioia di riavere a Venezia in occasione della presentazione del libro “Il diritto canonico tra salvezza e realtà sociale. Studi scelti in venticinque anni di docenza e pastorale” che rappresenta non solo un prezioso compendio di quanto Lei, Eminenza, ha saputo elaborare in molti anni (stretto da rilevanti impegni accademici e pastorali) come professore, presbitero, vescovo e cardinale, ma si prefigura anche come una fonte e una autorevole risorsa – ora più facilmente accessibile e di sicuro riferimento – per quanti oggi desiderano o sono chiamati a studiare e ad applicare il diritto canonico della Chiesa.

Un saluto e ringraziamento va al curatore dell’opera il professore Bruno Esposito dei frati predicatori.

Saluto, poi, nella persona del preside, Benedict N. Ejeh, tutti coloro che vivono e operano, a diversi livelli, nella Facoltà di Diritto Canonico San Pio X e mi compiaccio del valore e del significato dell’odierna iniziativa.

Spetterà ad altri, tra poco, entrare nel dettaglio dei contenuti specifici degli “studi scelti” del Cardinale ed inseriti in questa pubblicazione. Ci disponiamo, quindi, ad ascoltare il professore Pierpaolo Dal Corso, docente stabile di Diritto penale canonico e di Diritto sacramentale canonico, Vicepreside della Facoltà San Pio X, e il professore Federico Bertotto, docente incaricato di Diritto amministrativo canonico.

Desidero, solo per cenni, richiamare alcune tematiche che emergono da queste pagine e risultano significative per la vita pastorale ed accademica dei nostri giorni che necessitano di riferimenti motivati e in grado di motivare chi non voglia essere travolto da una cultura e, prima ancora, da un pensiero alla base di stili di vita deresponsabilizzanti poiché, proprio la persona è la prima realtà a fare le spese di tale pensiero e di tale cultura. La persona non viene più considerata come libera e responsabile (immagine di Dio), forma che ha plasmato la cultura occidentale.

Subito appare, nel volume del Cardinale, l’intreccio fecondo tra ricerca e studio (in campo teologico, canonico, storico ecc.) e le responsabilità di carattere ecclesiale e pastorale del Cardinale – basti pensare che da 19 anni Sua Eminenza è arcivescovo metropolita di Esztergom-Budapest e primate d’Ungheria – a dimostrazione, ancora una volta, che l’impegno accademico e quello pastorale sono sì realtà distinte ma non separate e, anzi, possono, o meglio, devono virtuosamente stare insieme per coniugarsi a favore del bene della persona e della Chiesa.

Il riferimento, presente anche nel titolo, al diritto canonico “stretto” o, comunque, messo in legame tra salvezza e realtà sociale aiuta poi a far emergere la vocazione e il servizio (valore) pastorale e teologico del diritto canonico. Su questi temi si era, tra l’altro, sviluppata la prolusione del Cardinale nel dies academicus del 2017 di questa stessa Facoltà e che aveva per titolo, appunto, “Il valore teologico del Diritto Canonico: una questione storica”.

La necessità di una formazione giuridica va di pari passo con l’urgenza dell’annuncio del Vangelo, della trasmissione della fede e della capacità, sempre più richiesta, anzi esigita, di saper analizzare e leggere la realtà di oggi, contrassegnata da problemi e questioni epocali con le sfide mutevoli e avanzate che essa presenta. Per fare qualche esempio: dalla concezione della persona e della libertà al suo esercizio, dagli sviluppi e dalle conseguenze della tecnoscienza alle inedite controversie giuridiche che si possono oggi presentare nel rapporto tra vita / diritto ecclesiale e diritto civile, tra intelligenze artificiali/etica e diritto.

Tutto questo senza perdere, a livello personale, ecclesiale e civile, il gusto e il bisogno di libertà e di verità. Il grande filosofo Robert Speamann definiva, ad esempio, la sentenza di Pilato su Gesù come “la vittoria del populismo sul diritto. Gesù muore a causa della mancanza di coraggio di un giudice. Se non c’è la verità tutte le questioni diventano questioni di potere. Ed è quanto accade oggi in Europa… Non si dice: ciò che sostieni è falso. Si dice: questo non lo puoi sostenere! Non ci si chiede se sia vero o no, ma se sia politicamente corretto o meno. E ciò che è politicamente corretto lo decide chi ha il potere” (Robert Spaemann, Intervista al Corriere della Sera, 10 gennaio 2013).

Non vi può essere poi lacerazione tra iustitia e charitas, come spesso gli stessi Pontefici hanno sottolineato e come Papa Francesco ha messo in evidenza anche nell’introdurre la recentissima riforma al libro VI del Diritto canonico.

“Procedendo nel suo pellegrinaggio terreno – ricorda –, sin dai tempi apostolici, la Chiesa si è data regole di condotta che nel corso dei secoli hanno composto un coeso corpo di norme vincolanti, che rendono unito il Popolo di Dio e della cui osservanza sono responsabili i Vescovi. Tali norme riflettono la fede che noi tutti professiamo, dalla quale traggono la loro forza obbligante, e su di essa fondate, manifestano la materna misericordia della Chiesa, che sa di aver sempre come fine la salvezza delle anime. Dovendo regolare la vita della comunità nello scorrere del tempo, è necessario che tali norme siano strettamente correlate con i cambiamenti sociali e le nuove esigenze del Popolo di Dio, il che rende talora necessario modificarle e adattarle alle mutate circostanze” (Papa Francesco, Costituzione apostolica Pascite gregem Dei).

Eminenza, leggendo i suoi scritti, traspare certamente – accanto alla vastità e all’ampio orizzonte dei temi affrontati – l’intelligente amore per lo studio e la ricerca, l’attenzione per l’attualità delle vicende umane ed ecclesiali non disgiunta da un rigoroso approfondimento e un indispensabile sguardo storico. E risalta, ancor di più, la sua passione per il bene dell’uomo e della nostra società europea e, naturalmente, il suo amore e dedizione per la santa Chiesa.

Per tutto questo, oltreché per il dono di questa pubblicazione e per il fatto di essere qui con noi oggi, riceva il mio personale e nostro grazie che, volentieri, le esprimiamo “toto corde”.