Intervento del Patriarca alla cerimonia di intitolazione di una nuova area di circolazione a Edith Stein – S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa (Mestre, 18 ottobre 2019)
18-10-2019

Cerimonia di intitolazione di una nuova area di circolazione a Edith Stein – S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa

(Mestre, 18 ottobre 2019)

Intervento del Patriarca Francesco Moraglia

  

 

Saluto molto cordialmente le autorità e tutti voi qui presenti.

Intitolare quest’area ad Edith Stein – S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa, significa compiere un gesto semplice e piccolo in sé ma che rappresenta il riconoscimento attribuito dalla nostra città ad una delle personalità più straordinarie del secolo che ci ha preceduto e che ha pienamente attraversato – pagando, alla fine, di persona ma restando protagonista della propria esistenza – una delle pagine più tragiche della nostra storia europea.

Alcuni brevissimi richiami biografici ci aiutano a comprendere: Edith – divenuta poi un’esponente di spicco della corrente filosofica fenomenologica il cui fondatore fu Edmond Husserl – nacque in una famiglia ebrea profondamente credente. Da giovane si dichiarò agnostica ed indifferente a questioni religiose ma, poi, avvenne la svolta della sua vita e il momento della conversione a Cristo, l’ingresso tra le carmelitane Scalze di Koln-Lindenthal e la morte in una camera a gas nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Fino all’ultimo volle vivere l’unione mistica col suo popolo e il 2 agosto 1942, prelevata da due ufficiali della Gestapo nel monastero di Echt in Olanda, si rivolse alla sorella Rosa, terrorizzata, e le disse: “Vieni, andiamo per il nostro popolo” (Maria Cecilia del Volto Santo, Edith Stein. Un’ebrea testimone per la verità, San Paolo 1996, pp. 197 -206).

Per Teresa Benedetta della Croce – lo scrive in quel mirabile e incompiuto testo che è “Scientia Crucis”“…la fede nel Crocifisso – la fede viva, accompagnata dalla dedizione amorosa – è per noi la porta di accesso alla vita e l’inizio della futura gloria (…) La croce non è fine a se stessa. Essa si staglia in alto e fa richiamo verso l’alto. Quindi non è soltanto un’insegna, è anche l’arma potente di Cristo…, il simbolo trionfale con cui Egli batte alla porta del cielo e la spalanca. Allora ne erompono i fiotti della luce divina, sommergendo tutti quelli che marciano al seguito del Crocifisso“. Sì, perché per lei Gesù Cristo è e rimane il Signore di tutta la creazione e di tutta la storia.

Edith Stein ci ricorda ed insegna che il dialogo tra fede e ragione – se condotto con sincerità e rigore – non solo è possibile ed auspicabile ma aiuta entrambe le dimensioni a purificarsi e a svilupparsi, offrendo tra l’altro la possibilità di percepire – in modo più efficace e convincente – la ragionevolezza della fede in Dio – non in un Dio qualsiasi ma in quel Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, morto sulla croce e risorto – e altresì dimostrare che nello stesso Gesù Cristo, crocifisso e risorto, si trova il compimento di ogni autentica aspirazione umana.

Con quest’area ora dedicata a lei, Mestre può ora guardare con maggiore attenzione e consapevolezza a questa altissima figura di donna. Per chi è credente, inoltre, la sua intercessione può essere così riscoperta e rivalutata per la crescita nell’amore e nella verità della nostra città, del nostro territorio ed in particolare della nostra Europa – di cui Edith Stein è stata proclamata patrona – che tanto ha bisogno di ritrovare la forza e la luce di quei valori ideali fondanti che, soli, possono restituirle freschezza, vitalità e futuro.