Intervento del Patriarca al Convegno in occasione del 150esimo di fondazione dell’Ipab Opere Riunite Buon Pastore (Venezia / Ospedale civile Ss. Giovanni e Paolo, 5 maggio 2023)
05-05-2023

Convegno in occasione del 150esimo di fondazione dell’Ipab Opere Riunite Buon Pastore

(Venezia / Ospedale civile Ss. Giovanni e Paolo, 5 maggio 2023)

Intervento del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

Gentili autorità, caro presidente e voi tutti oggi qui presenti,

sono lieto di essere con Voi all’apertura di questo convegno che apre un periodo di celebrazioni per il 150esimo anniversario di fondazione dell’Ipab Opere Riunite Buon Pastore.

Fare memoria, specialmente quando l’età e i traguardi raggiunti sono importanti, è non solo un atto doveroso ma aiuta anche a guardare in modo nuovo il presente e il futuro attraverso la lente di chi ci ha preceduto e alla luce delle motivazioni originarie, sempre da ravvivare e aggiornare.

Innanzitutto sono grato per il fatto di aver così riscoperto la figura di un altro benemerito sacerdote veneziano che ha vissuto il suo ministero pastorale e di annunciatore del Vangelo di Gesù Cristo – il Salvatore, il Buon Pastore – come un servizio da svolgere concretamente in mezzo alla gente, a favore della “sua” gente (sua perché gli era stata affidata), soprattutto venendo incontro alle esigenze della gente più povera o, comunque, più disagiata della città, aiutando chi non avrebbe avuto nessuno a dargli una mano e un sostegno.

Monsignor Giovanni Gregoretti ha così saputo immergersi nelle pieghe umane di questa zona di Venezia, Castello, tuttora molto vivace e “popolare”, e ha saputo trovare il modo di avviare un’opera che è partita dai bisogni e dalle necessità delle ragazze, delle giovani abbandonate o in pericolo o, ancora, bisognose di assistenza e di istruzione.

In questo mons. Gregoretti ha confermato una bella tradizione di questa città e di questa Chiesa veneziana che ha visto, nei secoli, la presenza fattiva e innovatrice di parecchi sacerdoti (pensiamo a don Luigi Caburlotto, ai fratelli Cavanis e anche, per certi versi, a don Luca Passi) che hanno contribuito – in tempi differenti e difficili, per tanti e diversi motivi – a cambiare un po’ il volto della città e a renderla più umana, più capace di risollevare e tenere alto il valore della dignità, della libertà, della vita di ogni persona. Ogni persona, di ogni età, anche chi non viene considerato o è scartato, abbandonato o violentato.

È importante poi scorrere fino in fondo la vostra storia delle Opere Riunite Buon Pastore per comprendere come, nel tempo, vi sia stata una continua evoluzione – un allargamento di orizzonti, necessità e competenze da mettere in campo – per raggiungere e prestare assistenza alle diverse realtà ed esigenze che la società via via presentava.

Ed ecco allora le attuali iniziative ed attività educative ed assistenziali dell’Ipab che toccano la vita dei minori, dei giovani, delle famiglie, delle giovani mamme in difficoltà e dei loro figli piccoli, del disagio, della disabilità o comunque dei disturbi dello sviluppo, dei migranti e dei rifugiati, delle studentesse universitarie che arrivano qui a Venezia ed hanno bisogno di ospitalità.

So che tra poco vedremo un video sul vostro 150esimo anniversario e che è intitolato “L’abbraccio”. Avete così scelto una parola significativa e felice, che esprime in modo immediato quel senso di solidarietà e di vicinanza amorevole che avvolge chi, dall’Ottocento ad oggi, ha avuto a che fare ed ha incrociate il suo percorso umano con la vita e con gli impegni – vecchi e nuovi – delle Opere Riunite Buon Pastore.