Intervento del Patriarca al Convegno del Marcianum “Per conoscere il referendum costituzionale 2016” (Istituto di Cultura Laurentianum di Mestre, 20 ottobre 2016)
20-10-2016

Fondazione Studium Generale Marcianum

Convegno “Per conoscere il referendum costituzionale 2016”

(Istituto di Cultura Laurentianum di Mestre, 20 ottobre 2016)

Intervento del Patriarca mons. Francesco Moraglia

 

 

Nel salutare cordialmente i presenti, in particolare i chiarissimi relatori, voglio ringraziare il dott. Roberto Crosta, neopresidente della Fondazione Studium Generale Marcianum, e il nuovo Consiglio per aver voluto proporre alla riflessione comune il tema “Per conoscere il referendum costituzionale 2016”.

L’argomento richiede misura e pacatezza quanto più, avvicinandosi la data del referendum, si alzeranno verosimilmente i toni del confronto con il rischio di mettere in secondo piano gli argomenti fondamentali del dibattito.

Confido che oggi, con l’aiuto degli illustri relatori, riusciremo a entrare nel vivo delle questioni e a mettere a fuoco la “posta” in gioco con l’attuale riforma costituzionale approvata dal Parlamento e ora sottoposta al vaglio dei cittadini. L’auspicio è offrire elementi in vista di una scelta referendaria più consapevole.

Non c’è una scelta pregiudiziale da parte degli organizzatori e, tantomeno, della Chiesa che è in Venezia. Ripetiamo con Papa Francesco che “nel dialogo con lo Stato e con la società, la Chiesa non dispone di soluzioni per tutte le questioni particolari. Tuttavia, insieme con le diverse forze sociali, accompagna le proposte che meglio possono rispondere alla dignità della persona umana e al bene comune. Nel farlo, propone sempre con chiarezza i valori fondamentali dell’esistenza umana, per trasmettere convinzioni che poi possano tradursi in azioni politiche” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium n. 245).

Chiediamo, in tal modo, ai chiarissimi relatori che – con le loro competenze – ci aiutino a comprendere, muovendosi secondo tale spirito. Ringrazio, quindi, fin d’ora, il professor Marco Mancini (docente di Istituzioni di diritto pubblico, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia), il professor Andrea Pisaneschi (docente di Diritto costituzionale, dell’Università di Siena) e la professoressa Lorenza Violini (docente di Diritto costituzionale, dell’Università statale di Milano) e il professor Roberto Senigaglia (docente di Diritto Privato, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia) che sarà il moderatore dell’incontro.

Se e come la riforma in questione presenti i requisiti necessari a migliorare  l’assetto costituzionale del nostro Paese è la domanda a cui le relazioni e il successivo dibattito cercheranno di rispondere. E trattandosi di modifiche formali e sostanziali alla nostra Carta fondamentale la cosa non è irrilevante.

“L’ordine sociale e il suo progresso – afferma la costituzione Gaudium et spes del Concilio Vaticano II – debbono sempre lasciar prevalere il bene delle persone, poiché l’ordine delle cose deve essere subordinato all’ordine delle persone e non l’inverso… Quell’ordine è da sviluppare sempre più, deve avere per base la verità, realizzarsi nella giustizia, essere vivificato dall’amore, deve trovare un equilibrio sempre più umano nella libertà. Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società…” (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale Gaudium et spes n. 26).

Tutto ciò è quanto ispira il nostro odierno dialogo a più voci; si ritiene così che l’iniziativa costituisca un contributo – per quanto possibile imparziale – in grado di stimolare la comune riflessione. L’appuntamento che ci attende il prossimo 4 dicembre, infatti, non è di poco conto e non deve essere sottovalutato ma  considerato un passaggio essenziale in rapporto al bene comune del Paese.

Quando come cittadini siamo chiamati a scegliere in vista del bene comune, esercitando la nostra sovranità, rispondiamo a un ben preciso dovere morale. E, allora, documentarci di persona per esprimere un giudizio saggio e prudente, – considerati tutti gli elementi favorevoli e contrari a ciò che siamo chiamati a decidere in scienza e coscienza – è necessario per evitare un cambiamento fine a se stesso o l’immobilismo che paralizza, valutando al meglio ogni conseguenza del nostro atto.

L’auspicio è che, come avvenne nell’elaborazione e approvazione settant’anni fa dell’attuale Costituzione, anche oggi vi sia il contributo puntuale di tanti uomini e donne di buona volontà, e in particolare dei cristiani laici del nostro Paese, capaci ancora una volta di essere cittadini liberi, responsabili e capaci  “…di illuminarsi vicendevolmente attraverso un dialogo sincero, mantenendo sempre la mutua carità e avendo cura in primo luogo del bene comune” (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione pastorale Gaudium et spes n. 43).