Intervento del Gran Cancelliere al Dies academicus della Facoltà Teologica del Triveneto (Padova, 15 marzo 2022)
15-03-2022

Dies academicus della Facoltà Teologica del Triveneto

(Padova, 15 marzo 2022)

Intervento del Gran Cancelliere e Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

Rivolgo il mio saluto al Vescovo Ordinario e Vice Gran Cancelliere, Mons. Claudio Cipolla, alle autorità civili e militari, al Preside e al Segretario generale, al Presidente e al Consiglio di Amministrazione, all’Economo ai docenti, agli studenti e al personale amministrativo-tecnico della Facoltà.

Ringrazio il Cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, che aveva accolto con gioia l’invito a tenere la lectio magistralis sull’enciclica Fratelli tutti ma purtroppo, per un contrattempo legato alla salute, non può essere oggi presente; ascolteremo, comunque, il suo intervento che ci ha fatto pervenire.

In questi giorni in cui, purtroppo, a farsi sentire sono soprattutto le armi è importante notare come il Santo Padre, nell’enciclica Fratelli tutti, quando parla della fraternità, chieda concretezza e risolutezza: “Riconoscere ogni essere umano come un fratello o una sorella e ricercare un’amicizia sociale che includa tutti non sono mere utopie. Esigono la decisione e la capacità di trovare i percorsi efficaci che ne assicurino la reale possibilità. Qualunque impegno in tale direzione diventa un esercizio alto della carità” (Papa Francesco, Lettera enciclica Fratelli tutti, n. 180). Queste parole sembrano scritte proprio per i giorni che stiamo dolorosamente vivendo.

Il Santo Padre aggiunge anche che, quando si creano “processi sociali di fraternità e di giustizia per tutti”, si entra nel vasto campo della carità sociale e politica, della carità grande e dagli orizzonti più vasti.

Fraternità e carità politica rendono possibile la costruzione di una comunità poiché, come il Papa sottolinea al n. 182 della Fratelli tutti, si tratta di maturare un “senso sociale che supera ogni mentalità individualistica” e di comprendere che le persone non possono essere ridotte ad individui – manovrabili e rese strumento di dominio – ma, al contrario, sono esseri in relazione fra loro che costituiscono un “vero popolo” nel momento in cui si riconoscono e rispettano nella loro dignità di persona.

Sottolineare il valore della persona e l’appartenenza ad una comunità, ad un popolo, favorisce la corresponsabilità che è “capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni”, senza attendere che arrivi tutto dall’alto o da un altro contesto e agendo, quindi, da fratelli e sorelle che diventano parte attiva anche “nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite” e assumendo “il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti” (n.77).

Fraternità, comunità, corresponsabilità: sono un trinomio fondamentale per la dottrina sociale della Chiesa e rimandano alla centralità della persona come, anche, alla solidarietà, alla sussidiarietà e al bene comune.

Nel giorno del dies academicus, poi, non può non risuonare la parola “cultura”. L’enciclica Fratelli tutti ne parla come di “qualcosa che è penetrato nel popolo, nelle sue convinzioni più profonde e nel suo stile di vita. Se parliamo di una cultura nel popolo, ciò è più di un’idea o di un’astrazione. Comprende i desideri, l’entusiasmo e in definitiva un modo di vivere che caratterizza quel gruppo umano. Dunque, parlare di “cultura dell’incontro” significa che come popolo ci appassiona il volerci incontrare, il cercare punti di contatto, gettare ponti, progettare qualcosa che coinvolga tutti” (n. 216).

Per le Chiese del Nordest e per il territorio del Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, la Facoltà di Teologia richiama la necessità di investire in cultura – in termini di didattica e ricerca – in collaborazione con altre realtà accademiche, e non solo, impegnate in tale ambito. I docenti e gli studenti sono, quindi, chiamati ad esercitare proprio a livello culturale un discernimento che sia ad un tempo empatico e critico nei confronti del tempo che viviamo, favorendo altresì l’incontro e il dialogo.

Non dimentichiamo, infine, che gli studi ecclesiastici sono sempre stati considerati e indicati dal magistero della Chiesa come intimamente connessi con l’annuncio del Vangelo e la missione evangelizzatrice, in contesti sempre cangianti.

“La ricerca condivisa e convergente tra specialisti di diverse discipline viene a costituire un qualificato servizio al Popolo di Dio, e in particolare al Magistero, nonché un sostegno della missione della Chiesa di annunciare la buona novella di Cristo a tutti, dialogando con le diverse scienze a servizio di una sempre più profonda penetrazione e applicazione della verità nella vita personale e sociale” (Papa Francesco, Costituzione apostolica Veritatis gaudium, n.5): è quanto afferma Papa Francesco nella Costituzione apostolica Veritatis gaudium – del 2018 e relativa alle Università e alle Facoltà ecclesiastiche – in cui il Santo Padre ricorda il contributo che i suoi predecessori hanno offerto (direttamente o indirettamente, in particolare attraverso le loro encicliche sociali) al rinnovamento degli studi ecclesiastici, dall’Evangelii nuntiandi alla Populorum progressio di Paolo VI, dalla Laborem exercens alla Fides et ratio di Giovanni Paolo II e alla Caritas in veritate di Benedetto XVI.

Come Facoltà di Teologia, alla luce del Vangelo e in ascolto degli uomini e delle donne del nostro tempo, l’invito è crescere nel dare sempre più spessore culturale alle questioni riguardanti la fraternità, la comunità e la corresponsabilità. Non si improvvisa la pastorale della cultura, ha bisogno di studio, di tempo e di applicazione.

Concludo citando ancora un passaggio della Fratelli tutti che, dinanzi agli eventi che toccano la Ucraina, risulta attualissimo. Dopo aver considerato pericoloso l’equilibrio basato sul terrore, il Papa scrive: ”L’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale umanitario… La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Quest’ultima può essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolari” (n. 262).

Rivolgo, infine, a Sua Eminenza, che ho avuto modo di sentire ieri e che manda il suo saluto a tutti, l’augurio di un pieno e rapido ristabilimento.