Intervento all'Assemblea diocesana degli Sposi (Zelarino, 30 ottobre 2011)
30-10-2011

XXV Assemblea diocesana degli Sposi

 

Intervento del Patriarca emerito card. Marco Cè

 

Zelarino, 30 ottobre 2011

 

 

 

Cari amici dell’Assemblea delle Famiglie, abbiate il mio più cordiale saluto.

 

 

Mi è stato rivolto l’invito a partecipare a questa XXV Assemblea degli sposi e lo avrei fatto volentieri, se le mie condizioni fisiche me lo avessero permesso. Un po’ della vostra storia è anche la mia storia: avrei riveduto molti volti noti e per me sarebbe stato una gioia.

 

 

Accetto però senza recriminazioni i limiti della mia età: 86 anni suonati sono un dono assolutamente gratuito del buon Dio. Cosa posso pretendere? Ringrazio gli amici che, con la loro intraprendenza, mi consentono di mandarvi almeno un mio saluto.

 

 

Come dicevo: abbiamo camminato insieme per molti anni, raccogliendo l’eredità dei gruppi di spiritualità familiare di don Germano Pattaro, un autentico pioniere nell’intuire il valore sempre più decisivo che il matrimonio e la famiglia avrebbero avuto nella vicenda della fede delle nostre Chiese. L’esperienza dei gruppi di spiritualità è via via maturata in un impegno di corresponsabilità dell’intera comunità diocesana intorno al problema ‘matrimonio-famiglia’, affermandolo come una realtà fondamentale sia sul piano civile che su quello ecclesiale.

 

 

Ora, grazie all’impegno di molti, in particolare di don Silvio e della Commissione raccolta intorno a lui, la Pastorale degli Sposi e della Famiglia ha un posto centrale nella vita della nostra Chiesa e vede gli sposi, non più solo oggetto di attenzione pastorale, ma veri protagonisti. Ci auguriamo che questo diventi sempre più capillarmente una consapevolezza condivisa dall’intera comunità.

 

 

Tale assunzione di responsabilità da parte di tutti, non solo degli addetti ai lavori, è resa urgente e, direi, indilazionabile a causa della situazione culturale in cui viviamo, che vede esplodere proprio nella matrimonio e nella famiglia la carica dissolutrice del radicale – sottolineo questo aggettivo – processo di secolarizzazione in atto.

 

 

Voi non vi siete arroccati nella deplorazione di quanto di negativo sta accadendo, ma avete risposto nel modo più idoneo, cioè in positivo, approfondendo la ricchezza sacramentale del matrimonio (‘Gli sposi sono di Dio’), godendo della grazia che il Signore vi ha consegnato per voi e per l’intera società.

 

 

Il Patriarca card. Scola ha colto con ammirazione il vostro discorso teologico e pastorale e lo ha benedetto. Soleva dire: ‘La famiglia è la via maestra e la prima ‘scuola’ di comunione, la cui legge è il dono totale di sé. Per questo i cristiani, proponendola in tutta la sua bellezza, al di là delle loro fragilità, intendono testimoniare agli uomini e donne del nostro tempo, qualunque sia la loro visione della vita, che l’oggettivo desiderio di infinito che sta nel cuore di ogni esperienza di amore si può realizzare‘.

 

 

Si inserisce proprio qui l’istanza profetica e il potenziale educativo che un matrimonio, vissuto come comunione nel dono totale di sé, acquista per i vostri figli.

 

 

Le future generazioni, appunto: la cultura in cui i giovani vivono, l’aria che respirano, gli amici con cui condividono la scuola e il tempo libero, gli esempi che hanno davanti a sé, materializzati anche in personaggi dello sport o della musica che essi ammirano, sono tutti all’insegna di una concezione del matrimonio e della famiglia che certamente non è quella cristiana. Per cui l’esempio e l’azione educativa dei genitori cristiani diventano decisivi per le giovani generazioni.

 

 

Tutto questo ci dà la misura dell’importanza di un clima familiare dove i valori del matrimonio cristiano sono vissuti nella loro valenza umana e soprannaturale, in un contesto in cui hanno il loro spazio i sacramenti, la preghiera e la partecipazione gioiosa del giorno del Signore.

 

           

 

Se mi è lecito consegnarvi una raccomandazione, vi dico: non disperdete il tesoro di esperienza maturato in questi anni. Esso è un dono per la nostra Chiesa diocesana, per le vostre parrocchie e, ancor più, per i vostri figli. Voi siete, nella gioia e nelle immancabili fatiche dei nostri giorni, i custodi di una speranza sicura per il futuro della Chiesa, non solo, ma dell’intera società civile.

 

 

Ricordando la Festa delle Famiglie in San Marco, l’incontro dei fidanzati con il Patriarca, il Consultorio e ‘Casa Famiglia S. Pio X’, benedico il Signore per le belle cose da Lui suscitate nella nostra Chiesa per mezzo vostro.

 

 

Vi saluto nuovamente con grande affetto. In particolare saluto don Silvio e lo ringrazio per l’aiuto che mi ha dato in tanti anni di collaborazione in questo ministero; saluto don Silvano che, quale delegato patriarcale per la Pastorale degli Sposi e della Famiglia, vi è sempre stato vicino con l’aiuto prezioso e l’incoraggiamento, i membri della Commissione Famiglia e tutti voi.

 

 

Fate giungere nelle vostre case la benedizione del vecchio Patriarca che vi porta nel cuore e prega ogni giorno per voi.