Intervento all'apertura della Scuola sociopolitica del Patriarcato con presentazione del libro '20 anni e' oltre' (Zelarino, 21 settembre 2012)
21-09-2012

Apertura della Scuola sociopolitica del Patriarcato di Venezia e presentazione del libro ’20 anni e oltre’ (Zelarino, 21 settembre 2012)

 

Intervento di mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia

 

 

 

Siamo qui a presentare un libro? Certamente, ma non solo. Siamo qui per ricordare ciò che questo libro intende fissare – come si dice – nero su bianco: un lavoro, una passione, un’esperienza. Un ringraziamento particolare va al curatore Alessandro Polet e alle Edizioni CID srl.

 

Ricordiamo i vent’anni di una cammino che ha mostrato l’interesse di un gruppo di persone le quali, nell’esperienza della Suola di formazione all’impegno sociale e politico del Patriarcato di Venezia, hanno potuto toccare con mano quanto una fede – che realmente risponda alle sue caratteristiche strutturali, circa il rapporto con la ragione e la storia – senta il bisogno di esprimersi attraverso la dottrina sociale della chiesa.

 

‘Alla struttura fondamentale del cristianesimo – ricorda la ‘Deus caritas est’ –  appartiene la distinzione tra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio (Mt 22,21), ossia, la distinzione tra Stato e Chiesa  o, come dice il Concilio Vaticano II, l’autonomia delle realtà temporali… Le due sfere sono distinte, ma sempre in relazione reciproca’ La fede – osserva Benedetto XVI – ha la sua specifica natura d’incontro con il Dio vivente’ Ma al contempo essa è una forza purificatrice per la ragione stessa’ la libera dai suoi accecamenti e perciò l’aiuta ad essere meglio se stessa’ (Deus caritas est n.28). 

 

         Ora, continua Benedetto XVI, la dottrina sociale cattolica non vuole imporsi sullo Stato. Semplicemente, vuole contribuire alla purificazione della ragione e ad aiutare a fare in modo che ciò che è giusto possa essere riconosciuto. La dottrina sociale della Chiesa argomenta, così, a partire dalla ragione e dal diritto naturale con lo scopo di servire la formazione politica delle coscienze e fare in modo che cresca la percezione delle vere esigenze della giustizia.

 

         La Scuola di formazione all’impegno sociale e politico del Patriarcato di Venezia, da oltre vent’anni, s’inserisce in quel cammino che ha caratterizzato da oltre cento anni la Chiesa che è in Italia. Alludo, qui, alla pagina gloriosa delle ‘Settimane sociali’ – purtroppo per un lungo periodo fu interrotta e, poi, provvidenzialmente ripresa – che iniziò a Pisa con la prima settimana sociale dal 23 al 28 settembre 1907.

 

Qui voglio ricordare come nel giugno del 1874 proprio a Venezia (era patriarca Trevisanato), su iniziativa della Società della Gioventù Cattolica presieduta da Giovanni Aquaderni, si tenne un primo incontro – oggi diremmo Meeting – dei cattolici italiani a cui avevano aderito, con i loro rappresentanti, numerose diocesi. Da qui sorse l’idea di continuare tale esperienza attraverso la costituzione di un comitato permanente. Nascerà così l’Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici in Italia, allo scopo di unificare e organizzare l’azione dei cattolici impegnati alla presenza nel sociale.

 

Si tratta di un’epoca in cui, insieme ad un forte impegno formativo dei cattolici di fronte alla polis, assistiamo al fiorire di una ricca rete di opere sociali che guarda con sempre maggiore attenzione all’ambito mutualistico, sindacale e della cultura popolare. Ma le ‘Settimane sociali’ segnano anche il passaggio dalla fase mutualistica ad un porsi, nella società, della realtà cattolica in modo più competitivo e organizzato.

 

Basta ricordare che il Toniolo – già all’epoca del  Programma di Milano (1894) – aveva accettato ‘la possibilità per i lavoratori cattolici di formare associazioni esclusivamente operaie con fini rivendicativi di fronte al padronato e sulla base del principio di resistenza’.

 

Il Toniolo, in un suo scritto del 1880 –  intitolato ‘Una sapiente proposta’ -,  aveva insistito che senza una vera formazione di leader non si sarebbe potuto realizzare nulla di buono in campo sociale e politico: ‘Occorre riorganizzare la società’ sarà impossibile ‘ se non si pensa prima a costituire lo Stato maggiore, ad istruirlo, ad educarlo, porlo alla testa dell’opera di riordinamento sociale’.

 

Mi fermo qui, perché la somiglianza della nostra epoca con quella in cui visse e operò il beato Giuseppe Toniolo – nato a Treviso, laureato a Padova e legato profondamente a Venezia, prima di trasferirsi a Pisa – è marcatissima. E tale somiglianza, oltre ad altre motivazioni di tipo teoretico, ci impegnano ad una emulazione di chi ci ha preceduto proprio in questa terra veneta di cui dobbiamo essere cittadini e cattolici orgogliosi.

 

 Auguro alla Scuola di formazione all’impegno sociale e politico del patriarcato di Venezia di avere quella stessa idealità che, oltre cent’anni fa, portò il laicato veneto ad essere capace di inventare il futuro, immaginando ciò che ancora non esisteva ma di cui la nascente società italiana aveva necessità, al di là e oltre la sua consapevolezza del momento. E i decenni successivi lo mostrarono in modo  amplissimo e anche drammatico. Il mio ringraziamento all’intelligente e laborioso curatore  di questo utile e completo volume ’20 anni e’ oltre’. Grazie.