Venezia, 29 ottobre 2020
In un tempo drammaticamente segnato dalla pandemia si inserisce il tragico evento di questa mattina che, ancora una volta, ci lascia attoniti per l’assurda e terribile carica di violenza che lo caratterizza e perché compiuto in nome di Dio.
Fatti come questo – espressione d’odio e che alimentano un clima sociale di paura e sospetto reciproco – tendono a ripetersi in modo inquietante.
In tale gesto, ancora una volta, il nome di Dio è oltraggiato nel modo peggiore; Dio, creatore e custode della Vita degli uomini, diventa emblema di crudeltà e morte mentre Dio è e rimane Amore, Perdono e Misericordia.
La nostra società, soprattutto in questo periodo, ha bisogno di sicurezza; dobbiamo poterci fidare gli uni degli altri.
Le nostre città hanno bisogno di persone che esprimano un’appartenenza religiosa ad un tempo coerente, paziente e coraggiosa e che sappiano tessere relazioni veramente umane, promuovendo la propria vita e quella degli altri.
Tutti i credenti sono chiamati, quindi, a recuperare le ragioni della comune fraternità perché solo così sapranno vivere relazioni sociali nel rispetto reciproco, anche quando gli altri hanno una storia differente dalla nostra.
Nessuno tra i credenti (di qualsiasi fede), soprattutto oggi, deve sottrarsi a questo impegno che è una fondamentale scelta di vita. È in gioco il futuro delle nostre convivenze.
Al cristiano, operatore di pace nella verità, rimane sempre la forza della preghiera.
+ Francesco Moraglia
Patriarca di Venezia