MESSAGGIO PER LA PASQUA 2001
 

L’annuncio della Pasqua “Cristo è risorto!” risuona gioioso nella liturgia: è l’atto di fede cristiano, la bella notizia che porta speranza al mondo.
Se Cristo è risorto la morte non è più l’ultima parola sull’uomo e il male può essere vinto.
La risurrezione di Cristo sta nel cuore della storia come lievito di salvezza capace di rigenerarla. Come annunzia il profeta: “Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia. Non ve ne accorgete? “.
La Pasqua di Cristo richiede però la risposta della nostra libertà: una libertà ormai capace di fare il bene, perché il Risorto l’ha liberata.
L’orizzonte in cui la Pasqua quest’anno “esplode” non è affatto sereno: la terra di Gesù è sotto il segno della guerra, focolai di violenza infiammano molte parti del mondo, la povertà di interi continenti provoca malattie e miete ogni giorno vittime innocenti.
Riemerge il fenomeno vergognoso della schiavitù, soprattutto ai danni delle donne, sfruttate per loschi guadagni. Suona scandalo anche la ricchezza eccessiva e lo spreco a fronte di chi è sempre più bisognoso.
Infine, proprio in questi nostri ultimi tempi, abbiamo assistito al ripetersi agghiacciante di crimini estremi nella famiglia e nella scuola dove dovrebbero crescere ed essere coltivati i sentimenti più belli che costruiscono l’uomo.
La Pasqua che, nella risurrezione di Cristo, annunzia la vittoria del bene sul male, apre anche in questi orizzonti oscuri squarci di speranza. Evidentemente – come ho già detto – una speranza non inerte, ma responsabile, che mobilita l’impegno personale e sociale a tutti i livelli.
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Auguro Buona Pasqua a tutti:
a chi soffre, in particolare agli ammalati, agli anziani soli, alle persone in difficoltà, perché in Cristo crocifisso e risorto, sentano che Dio è loro vicino;
alle famiglie, perché ricuperino fiducia nel loro compito di educare i figli: i giovani hanno urgente bisogno di riferimenti valoriali e di guide, discrete e sicure, che li aiutino nella fatica della crescita.
Auguri anche al nostro Paese, perché viva questo importante momento di dialettica politica nello sforzo di costruire il bene di tutti, in particolare quello delle categorie socialmente più deboli.
Cristo crocifisso ha demolito i muri delle nostre divisioni, create dal peccato, ed è risorto annunziando la pace: pace a chi è lontano e pace a chi è vicino.
Ricordiamoci che il mondo incomincerà a cambiare quando ciascuno di noi farà un gesto di bontà.
Domandiamo pace per Gerusalemme, nostra madre: essa custodisce la tomba vuota da dove Cristo è risorto.
Noi ci auguriamo che da quella tomba possano risorgere la pace e la speranza per tutto il mondo.

Di nuovo: Buona Pasqua a tutti.

+ Marco Card. Cè, patriarca

12-04-2001