Messaggio per la Giornata per la vita 2002
 
Messaggio

MESSAGGIO PER LA GIORNATA PER LA VITA
3 febbraio 2002

Carissimi,

domenica prossima, 3 febbraio, la Chiesa Italiana celebrerà per la XXIV volta la “Giornata per la vita”. Da quando in Italia è stata introdotta la legalizzazione dell’aborto volontario, i Vescovi non hanno mai cessato di far sentire la loro voce perché la consapevolezza della gravità del ricorso all’aborto diretto rimanesse vivo nella coscienza cristiana e civile.
Sul problema della vita, soprattutto di quella innocente; sulle nuove questioni poste dalle genetica perché sia salvaguardata la dignità dell’essere umano; sul problema della denatalità, che tocca in modo drammatico il nostro paese, i Vescovi hanno insistito, non solo per preoccupazioni di carattere morale – legittime e doverose da parte dei pastori d’anime – ma perché in questi valori è in gioco la nostra civiltà.

La televisione ogni giorno mette davanti ai nostri occhi lo strazio d’una umanità violata. In molte parti del mondo il terrorismo e la guerra imperversano. L’Africa sembra un continente perduto: abbiamo visto i fuggiaschi disperati inseguiti dalla lava del vulcano o popolazioni smarrite e randagie, disperse dalle violenze tribali.
Il rischio drammatico per chi vede tali fatti ogni giorno alla televisione è l’assuefazione.

Il Papa, nel messaggio di Natale, ha lanciato parole commoventi: “Nel Bambino di Betlemme”, ha detto, “noi possiamo riconoscere i tratti di ogni piccolo essere umano che viene alla luce, a qualunque razza o nazione appartenga: è il piccolo palestinese e il piccolo israeliano; è il bimbo statunitense ed è quello afgano; è il figlio dell’hutu e il figlio del tutsi..;. è il bimbo qualunque che per Cristo è qualcuno”.

Riconoscere nell’essere umano il vertice di tutto il creato che mai può essere strumentalizzato per altri fini e, per noi credenti, riconoscere in esso le sembianze stesse di Cristo, Figlio di Dio, è il fondamento del nostro impegno inderogabile per la difesa della vita umana, in qual
unque fase della sua esistenza: un impegno che ci onora e crea una civiltà.
Per questo dobbiamo conoscere sempre meglio e valorizzare le realtà diocesane a sostegno della vita: dal Centro Aiuto alla Vita di Mestre, alla Casa Famiglia per ragazze madri e donne in difficoltà della Giudecca; dai Consultori diocesani, al Centro per la prevenzione e la presa in carico di minori vittime di abusi sessuali, al Centro per la tutela del bambino e la cura del disagio familiare.
Sono a favore della vita anche il Centro Nazaret per minori in difficoltà e le diverse realtà per tossicodipendenti e per ammalati terminali. Né posso tacere delle provvide e molteplici opere a favore degli anziani e dei portatori di handicaps fisici e psichici, a Venezia e in terraferma.
Questo impegno della nostra Chiesa e dei Religiosi, in essa presenti, per le persone nella fase più deboli della loro vita, va conosciuto, apprezzato e sostenuto. Insieme alle mense per i poveri, tutto questo è una risposta concreta nel segno dell’amore ai tanti problemi a cui un numero sempre presente di persone e famiglie non riesce a dare risposta.
La solitudine porta alla tentazione di soluzioni disperate.
L’amore operoso di una comunità è capace di dare dignità e speranza anche ai momenti più dolorosi della vita.
Tale nativa vocazione cristiana all’amore solidale va trasmessa alle giovani generazioni con un’azione pedagogica esplicita, continua e motivata, sostenuta da una coscienza morale sottratta al relativismo e al disimpegno.
Ci consola il fatto di incontrare spesso dei giovani aperti e disponibili ai valori della solidarietà e sensibili alla cultura del rispetto della persona umana.
Certo qui si apre uno spazio educativo di grande portata per le comunità cristiane adulte, perché sappiano segnare la strada soprattutto con il loro esempio. La “Giornata per la vita” mira anche a questo.

Benedico tutti di cuore.

Venezia, 27 gennaio 2002

Marco Card. Cè

01-02-2002