MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLE VOCAZIONI
(6 maggio 2001)
Domenica 6 maggio in tutto il mondo si pregherà per le vocazioni. Il Papa l’ha preparata con un suo messaggio sul tema: “La vita come vocazione”.
Intendere la vita come vocazione, cioè come chiamata, è darle senso.
Ricordo la voce di mia madre che mi chiamava: la sera, quando s’avvicinava la cena ed io a giocare o quando dovevo fare i compiti, l’ora si faceva tarda e io me n’ero scordato. La sua chiamata era urgente e perentoria: non era però contro di me, ma per me. Oggi ne ho nostalgia, consapevole che mi chiamava perché mi amava. E’ l’esperienza umana di tutti.
Anche Dio ci chiama perché ci ama. Per amore ci ha chiamati all’esistenza e ogni momento in essa ci conferma. Egli ci ama per primo. La nostra vita si svolge sulla corda di un amore che ci ha preceduti.
Ad esso noi dobbiamo rispondere. La vita può dirsi riuscita quand’è risposta a tale divina chiamata.
Ciascuno di noi ha un nome col quale è stato chiamato da Dio: il esso c’è la nostra libertà, la nostra identità, il nostro compito nella storia.
Il progetto di Dio su di noi va coltivato perché si realizzi pienamente e porti frutti: nella responsabilità di ciascuno.
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E’ compito dei genitori aiutare i figli a far crescere il seme in cui c’è il progetto della loro vita. Educare significa appunto “tirar fuori” l’uomo e la donna per avviarli alla pienezza progettata da Dio. Compito impegnativo, talora difficile, mai però privo dell’aiuto della grazia.
“Educare” oggi è il compito più urgente, in una stagione di profondi cambiamenti, quando la tradizionale costellazione di valori è stata messa in discussione.
La Chiesa sente il dovere di affiancare i genitori con i doni di grazia che le sono affidati e con l’esperienza dei santi di cui è depositaria.
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Ai giovani la Chiesa guarda con grande speranza: ad essi affida il proprio futuro.
Nell’agosto del 2000, durante le Giornate mondiali dei giovani, il Papa disse loro: “Cari giovani, vedo in voi le sentinelle del mattino in quest’alba del terzo millennio”.
Disse ancora: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Aprite i vostri cuori, le vostre vite, i vostri dubbi, le vostre difficoltà, le vostre gioie e i vostri affetti alla sua forza salvifica e lasciate che Egli entri nei vostri cuori’Servitelo con amore”.
Ed io aggiungo: seguitelo con fiducia. Chi segue Gesù non perde nulla anche se gli dona tutto. Lui infatti è pienezza di vita perché è la gioia del Padre.
Infine: possiate trovare una presenza amica che cammini accanto a voi, come Gesù, amico discreto, si affiancò ai due discepoli di Emmaus. Essa vi aiuti a dare senso alla vostra vita e a sentire accanto a voi il passo di Dio che non vi abbandona mai.
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Domenica 13 maggio la Chiesa di Venezia ricorderà con particolare affetto il suo Seminario; invocherà da Dio la grazia di quelle vocazioni al sacerdozio ministeriale di cui ha bisogno. Il Signore certamente ce le donerà se lo pregheremo con fiducia.
Esorto i fratelli presbiteri a dare questa intenzione “vocazionale” alle preghiere che verranno elevate alla Santa Madre di Gesù durante il mese di maggio.
Il territorio del Patriarcato è costellato di Santuari dedicati a Maria: sono il segno della storia di fede della nostra gente che, nei momenti difficili, è sempre ricorsa a Maria.
Ci sostenga la Madre di Dio nel cammino della fede, talora difficile; custodisca le nostre famiglie nella fedeltà al Battesimo; ci ottenga dalla misericordia del Padre santi pastori per le nostre comunità.
Ogni parrocchia senta anche il dovere di sostenere economicamente il Seminario Patriarcale, perché possa adempiere i suoi compiti di formazione di futuri sacerdoti.
Benedico tutti.
Venezia, 1 maggio 2001