Martedì 20 dicembre 2022
Il Patriarca è tornato, oggi, a celebrare presso la casa circondariale maschile di Venezia, a Santa Maria Maggiore, dopo due anni di sospensione causati dalla pandemia e dal contingentamento dei contagi. «Sono contento di essere tornato tra voi. Ritorniamo ad incontrarci – ha sottolineato il Patriarca -. Questa è per me la prima Messa di Natale che celebro».
Un appuntamento tradizionale e organizzato dalla Cappellania Penitenziaria di Venezia curata da don Antonio Biancotto e dalla Suore di Maria Bambina insieme a molti volontari ed operatori. Don Antonio ha concelebrato insieme al Patriarca, con l’assistenza del diacono Stefano Enzo, direttore della Caritas veneziana.
Il tempo di Natale può essere il momento in cui scoprire le opportunità che Gesù dona: «Vediamo la seconda cosa importante – continuava il Patriarca- nessuno che viene a noi può dare quello che non ha. Se io sono una bella persona, perché so accorgermi degli altri e li so incoraggiare, vuol dire che sono ricco di umanità. Il Natale è quella festa in cui dobbiamo pensare che siamo importanti agli occhi di Dio. Non so se avete mai provato a prendere le mappe satellitari: consentono di vedere l’intero pianeta e stringendo si possono vedere i continenti, i paesi, le città e le strade. Dio può andare a guardare fino a dentro le case e dentro di noi. Dio guarda e vede il nostro cuore. Dio mi guarda e mi parla e questa non è una favola, è la verità ed è una cosa bella. Natale vuol dire che ognuno di noi ha “chances”, una opportunità che Dio gli dona. Se mi lascio guardare da Dio qualcosa cambia».
Terminata la celebrazione è continuato il dialogo dei detenuti con il Patriarca, che gli hanno offerto in dono un omaggio prodotto con le loro mani nel laboratorio di pelletteria, insieme ad una maglietta. La direttrice dell’istituto, Immacolata Mannarella, ha ricordato con gratitudine «la sollecitudine e l’impegno del Patriarca verso le case circondariali, anche attraverso il suo prezioso collaboratore, don Biancotto». Ha partecipato alla celebrazione padre Avram Matei, archimandrita della comunità cristiana ortodossa rumena presente a Zelarino, il quale alla fine del dialogo ha salutato i detenuti e proposto un canto tradizionale natalizio rumeno.