Seconda riflessione del Patriarca sul cammino sinodale (da Gente Veneta): riscopriamo insieme, con gioia e responsabilità, la nostra appartenenza alla Chiesa

Insieme verso il cammino sinodale per riscoprire, con gioia e responsabilità, la nostra appartenenza alla Chiesa

di Francesco Moraglia

 

Papa Francesco incoraggia le Chiese particolari ad intraprendere un cammino sinodale; l’appello a compiere tale percorso sottintende la riscoperta del mistero della Chiesa che è, insieme, popolo di Dio e sacramento di Cristo (cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium n. 1 e cap. II). I fedeli e i pastori, pur rispondendo a differenti vocazioni, costituiscono in Cristo Gesù l’unico popolo di Dio.

Il cammino sinodale ci esorta a riscoprire, con gioia e responsabilità, la nostra appartenenza alla Chiesa. Si tratta di un appello affinché ci riconosciamo – nell’ascolto della Parola di Dio e nella celebrazione dei sacramenti e nella vita di carità – “soggetti” vivi e attivi dell’unica Chiesa.

Il cammino sinodale – come ha precisato Papa Francesco nell’ultima Assemblea Generale dei Vescovi Italiani – non sarà un’assemblea per deliberare a maggioranza e non riguarderà solo i vescovi o i sacerdoti. La sinodalità, infatti, chiama in causa la reale e viva comunione fra i soggetti ecclesiali.

Un aspetto che ritmerà il cammino ecclesiale sarà l’ascolto delle domande che, con forza, si pongono le persone in questo tempo legato a Covid 19 e nel quale la comunità cristiana è chiamata ad annunciare e testimoniare la sua fede nella storia. La drammatica situazione che ha scosso la vita delle nostre comunità esige, innanzitutto, l’umiltà dell’ascolto.

La sinodalità non è conformità alle opinioni comuni ma riconoscere, alla luce della fede, i bisogni dell’uomo ed impegnarsi a vivere Gesù Cristo nell’oggi. Tutto ciò, alla luce della fede, significa essere convinti che tra le persone, la loro vita e il Vangelo annunziato dalla Chiesa è possibile una profonda sintonia. La nostra missione è testimoniare a tutti tale corrispondenza.

Lo scorso 21 maggio la Segreteria Generale del Sinodo ha annunciato che la prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi avrà come tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. La prima fase del percorso si caratterizzerà nel far parlare il Popolo di Dio. Il Santo Padre il 9 e 10 ottobre 2021 inaugurerà questo tempo di grazia per l’intera Chiesa proprio con la celebrazione dell’Eucaristia. Tale gesto bene ci introduce e fa comprendere la realtà dell’evento; in seguito, nelle Chiese particolari, un’analoga celebrazione sarà presieduta dal Vescovo domenica 17 ottobre 2021. La preparazione nelle Diocesi si servirà anche di un questionario e di un vademecum preparati dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

Come detto, contestualmente al Sinodo della Chiesa universale, vi sarà il cammino sinodale della Chiesa italiana. Le ragioni sono date sia dalle stesse indicazioni del Santo Padre che dall’urgenza di annunciare il Vangelo in questo tempo difficile e affascinante in cui è necessario trovare nuove motivazioni e priorità.

La Chiesa italiana vive in un territorio vasto dove abitano e convivono complessità e peculiarità storiche, culturali e sociali che esprimono una fede che chiede d’essere declinata con coraggio, umiltà e creatività. Ciò fa presagire un cammino sinodale in cui siano valorizzate le peculiarità che tratteggiano l’identità delle singole comunità in una profonda comunione ecclesiale a partire dal Signore Gesù.

L’itinerario del cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia è in attesa d’essere precisato, a breve, dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana che ne ha avuto mandato dall’Assemblea Generale dei Vescovi. La direzione, comunque, è stata indicata da Papa Francesco: si tratta di iniziare un percorso comune fatto di ascolto, di ricerca e di proposta. Tutto questo avverrà secondo una direzione che va dal basso all’alto, dalla periferia al centro e, infine, dall’alto al basso, così da pervenire – nella preghiera e nella comunione ecclesiale – ad una sintesi in grado di arricchire la vita delle differenti Diocesi e comunità.

Guardando alla bimillenaria storia della Chiesa possiamo vedere come le riforme ecclesiali non vengono mai solo dal basso o solo dall’alto. Le due linee interagiscono ed è ciò che emerge dalla vita della Chiesa, dall’intuizione di fede dei battezzati (senso della fede) e dal ministero dei pastori. Ed è quanto oggi siamo chiamati a vivere e a far rifiorire con gioia secondo la nostra vocazione.

Come veneziani guardiamo a san Lorenzo Giustiniani, primo patriarca, tra le figure più autorevoli della riforma della Chiesa nel periodo di tempo che ha preceduto immediatamente il Concilio di Trento. Nella sua storia di credente e pastore vediamo come la vera rigenerazione della Chiesa mai è separabile dalla conversione personale. Chiediamo al Signore che la nostra Chiesa assuma uno stile sempre più evangelico percorrendo, in ascolto dello Spirito Santo, un umile e coraggioso cammino sinodale.

Chiediamo l’intercessione della Madonna della Salute e del proto patriarca Lorenzo Giustiniani perché ci custodiscano e guidino nella conversione e rigenerazione personale.

 

(articolo tratto da Gente Veneta n. 24/2021)