5 giugno 2020
Scuole paritarie dell’infanzia: si lavora per fare passi in avanti, con responsabilità, avvicinandosi alla ripresa di settembre. Anche oggi è proseguito il confronto tra i parroci gestori delle scuole paritarie del Patriarcato con i dirigenti della Fism e il Patriarca Francesco Moraglia. All’ordine del giorno la possibilità, non facile, di proporre attività estive nella fascia 0-17 anni – tra cui anche i Grest, i centri estivi e altre proposte parrocchiali – e, in prospettiva, la ripresa del nuovo anno scolastico per le scuole dell’infanzia paritarie. Rilevante è la problematica economica, cui si aggiunge il problema del distanziamento allievo-insegnante e tra gli alunni. Questo potrebbe mettere in questione la continuità scolastico-formativa di questa tipica istituzione educativa in Veneto. Emerge una grande difficoltà di comprensione e dialogo con le istituzioni a livello governativo nazionale.
Secondo il parere di Stefano Giordano, presidente nazionale Fism, potrebbe essere utile coordinare e razionalizzare alcuni servizi, senza però accentrare la gestione, garantendo la pastorale e la presenza nelle parrocchie. «Serve una scuola che garantisca una presenza e un annuncio – continua Giordano – perché sia radicata la proposta in parrocchia». Giordano ha anche riportato quello che sta accadendo in altre Regioni, tra cui Lombardia, Piemonte e Sicilia: in quest’ultimo caso dove si registra il problema del passaggio da scuole gestite da congregazioni religiose femminili verso nuovi soggetti ecclesiali.
Propone di tracciare una sintesi nel suo intervento il Patriarca Francesco: «Non ritengo opportuno che si prendano decisioni drastiche, del tipo: “Si chiude – si apre per forza” circa le nostre scuole paritarie dell’infanzia. Questo periodo, sul piano pastorale, comporterà sempre più scelte responsabili e l’essere preti in una pastorale non solo liturgica». Per il Patriarca le settimane che andranno da qui a settembre sono «giorni di fatica in cui calibrare bene le proposte in base al principio di sussidiarietà, che è un modo concreto di condividere i un problemi, che così vengono assunti e gestiti da tutti, secondo le diverse possibilità in loco o da un corpo superiore». Prima di assumere una linea come Diocesi, il Patriarca propone di raccogliere anzitutto degli elementi per capire come lavorare insieme, con un orientamento trasformante in cui poter prendere decisioni “traghettanti” in questo tempo difficile. «La Diocesi c’è e non lascia soli, non solo sul piano economico, ma anche pastorale: ad esempio si potrebbe progettare una giornata diocesana per la scuola paritaria, come un segnale pastorale da porre per sottolineare la questione educativa, facendo incontrare i nostri educatori e le nostre famiglie, per immaginare soluzioni e progetti condivisi, e assumere il valore della scuola paritaria come un valore per la pastorale». Nel dialogo è emersa anche l’esigenza di continuare a studiare la sostenibilità tra scuole vicine e ipotizzare quello che si potrebbe riconfigurare in base alle esigenze e alle strategie più adeguate alle morfologia urbanistica. Per questo il Patriarca ha auspicato che ci sia un nuovo appuntamento di confronto per analizzare anche l’organizzazione dei vari plessi territoriali.