Sabato 16 maggio (ore 10.30) in Piazza S. Marco la beatificazione di don Luigi Caburlotto, attese più di 4000 persone

Un popolo in festa, variegato per composizione e provenienza : sono infatti oltre 4000 le presenze già “prenotate” per sabato 16 maggio quando, di mattina, alle 10.30 in Piazza San Marco a Venezia avrà inizio la messa solenne per la beatificazione di Luigi Caburlotto. Il rito sarà presieduto dal card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione vaticana per i Santi e delegato di Papa Francesco. Concelebrerà con lui il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia insieme al cardinale brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di S. Paolo, ed altri arcivescovi e vescovi provenienti da varie parti del mondo – tra cui l’arcivescovo di Tunisi mons. Ilario Antoniazzi e il vescovo ausiliare di Gerusalemme mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo – e, soprattutto, dal Triveneto.
Ci saranno naturalmente le religiose Figlie di S. Giuseppe, fondate da Caburlotto a Venezia ma ora presenti anche in ambito internazionale, e molto nutrita sarà la presenza di allievi, genitori, docenti, collaboratori, ex-allievi e amici provenienti dalle scuole in cui operano le suore e cioè da moltissime località del Triveneto ma anche da varie parti d’Italia. A guidare ed animare i canti della liturgia vi sarà una corale di oltre 300 persone composta da più cori e formazioni musicali comprese anche molte giovanissime “voci bianche”. Saranno inoltre presenti la postulatrice della causa di beatificazione Silvia Correale, la miracolata Maria Grazia Veltraino (oggi 85enne, di Roma, guarita nel 2008 dopo 15 anni di malattia), superiori e superiore di ordini religiosi ed anche i sindaci e le autorità di varie località dove sono presenti le Figlie di S. Giuseppe. Come già anticipato la settimana scorsa, vi saranno pure i gondolieri veneziani con il loro “picchetto d’onore” in quanto Caburlotto proveniva da una famiglia di gondolieri di “casada”.
Parecchie decine, inoltre, i volontari in servizio fin dalla mattina presto per garantire assistenza e il corretto svolgimento della celebrazione. I varchi dell’area recintata saranno aperti alle 9.00 per chi è munito di apposito pass e potrà accedere ai settori con posti a sedere che, nelle ore precedenti il rito, verranno allestiti a partire dal lato che dà sul Museo Correr, dove sarà sistemato il palco-altare, e poi procedendo su buona parte della Piazza. Chi non si è potuto prenotare in tempo potrà comunque seguire la celebrazione in pieno e da vicino, intorno all’area recintata, e utilizzando – sino a riempimento – eventuali posti a sedere rimasti liberi. La beatificazione sarà, inoltre, trasmessa in diretta televisiva e web su Telepace (via satellite canale 515 di Sky e Tvsat) e Telechiara (canale 14 del digitale terrestre). Nel pomeriggio del 16 maggio, alle 16.00, nella basilica veneziana dei Frari, sarà inoltre eseguita l’opera/oratorio “Sacerdote Luigi Caburlotto, un uomo ardente di carità”, realizzata dal maestro Pietro Bonadio. E domenica mattina (17 maggio) nella chiesa parrocchiale di S. Giacomo dall’Orio che, a suo tempo, ha avuto Caburlotto parroco per tanti anni ci sarà la prima messa di ringraziamento: inizierà alle ore 10.00 e sarà presieduta dal card. Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di S. Paolo del Brasile.
“Caburlotto è un esempio attualissimo per i preti veneziani di oggi”, affermava il Patriarca Francesco Moraglia nella lettera inviata nelle settimane scorse ai parroci e ai sacerdoti della Diocesi di Venezia in vista della beatificazione. “Viene dichiarato beato – continuava – un prete e parroco veneziano! Ripercorrendo la vita di Caburlotto scopriamo quanto sia stato profondo il suo legame con questa città e la sua Chiesa. Qui egli è nato e cresciuto e soprattutto in quest’orizzonte lagunare ha saputo spendersi al meglio, generando frutti abbondanti e duraturi che testimoniano ancor’oggi la bontà e il “genio” del suo operato. Possiamo davvero affermare che, grazie a Lui, la comunità veneziana – soprattutto nelle sue realtà “popolari” – è stata attraversata da una scintilla di vera santità che ha lasciato una scia tuttora luminosissima. Di lui rispende ancora quella “carità pastorale” – vissuta sempre con perseveranza ed umiltà, creatività e fedeltà assoluta – capace di connotare l’intero corso della sua esistenza e del suo ministero, divenendo vera e propria benedizione per quanti lo incontrarono tra le calli e i campielli di Venezia”.