Patriarcato, fondo di 50mila euro anti-sfratto per le famiglie che, a causa della crisi, non riescono a pagare l’affitto

In città sono ormai centinaia i casi di famiglie che a causa della crisi economica e la conseguente perdita del lavoro non riescono a pagare l’affitto. Sono situazioni di fragilità economica che rischiano di sfociare in emergenza abitativa: ed è proprio a questo tipo di problematica che intende rispondere il fondo messo a disposizione dal Patriarcato di Venezia, che mercoledì ha sottoscritto un protocollo in Prefettura riguardante la cosiddetta morosità incolpevole: la cifra a disposizione è di 50 mila euro.

Si tratta di un protocollo integrativo, rispetto all’accordo principale, siglato da Prefettura, Tribunale Ordinario, Corte d’Appello, Comune di Venezia, Ordine degli avvocati della Provincia,sindacati e associazioni rappresentative dei proprietari e degli inquilini (Sunia e Asppi), che mette a disposizione risorse per quelle famiglie con reddito inferiore ai 14mila euro Isee annui. Già nel 2013 la Prefettura aveva avviato una ricognizione del disagio abitativo: nel 2014 i provvedimenti si sfratto sono stati 3184, 549 quelli eseguiti; nel 2015 3122 richieste, 691 gli sfratti eseguiti.

Nel quadro del protocollo generale, il Patriarcato ha messo a disposizione un fondo di 50mila euro a sostegno di nuclei famigliari non necessariamente individuati come casi sociali, ma in difficoltà economica magari momentanea, per la perdita del lavoro. «L’intervento – si legge nel testo dell’accordo – si configura come una misura di contrasto all’emergenza abitativa a favore dei nuclei familiari che si trovino in accertate situazioni di fragilità economica, che, pur non essendo necessariamente individuati come casi sociali, versano in condizioni di precarietà economica che potrebbe determinare un problema di carattere abitativo derivante da morosità nel pagamento del canone d’affitto e conseguente procedura di sfratto».

A beneficiarne saranno dunque gli inquilini, ma anche i proprietari che riceveranno così il regolare canone di locazione, evitando l’avvio di «onerose procedure di sfratto». Dovranno però acconsentire a ridurre almeno del 15%, il canone di locazione. Il meccanismo prevede infatti il sostegno economico del canone di locazione per un massimo di 12 mesi, a seguito della riduzione accordata con il proprietario (con eventuale sottoscrizione di nuovo contratto), per una cifra che non potrà superare il 30% del canone d’affitto rinegoziato con il proprietario.

Le associazioni di categoria svolgeranno attività di mediazione, curando i rapporti tra locatore e inquilino, per la riduzione del canone d’affitto.        (S.S.L.)