Patriarca Moraglia su sfregio del crocifisso nella chiesa veneziana dei Ss. Geremia e Lucia: “Episodio che intristisce e preoccupa. Senza il Crocifisso non è possibile convivenza umana”

Sull’episodio di sfregio e profanazione del crocifisso avvenuto l’altro giorno nella chiesa veneziana dei Ss. Geremia e Lucia, il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha rilasciato in queste ore  – giovedì 14 luglio 2016 – a www.genteveneta.it (il sito del settimanale diocesano “Gente Veneta”) la seguente dichiarazione.

 

“E’ un episodio dai contorni ancora oscuri ma che intristisce e preoccupa e, comunque, chiede di non esser sottovalutato per il significato che il gesto obiettivamente porta in sé; esso contiene un messaggio che va certamente oltre la persona e le motivazioni di chi l’ha compiuto e che potrebbe esser ripetuto con motivazioni simili o diverse.

Viviamo un tempo carico di tensioni in cui i messaggi violenti abbondano e ci segnano, al di là di quanto siamo consapevoli, e contribuiscono a creare un clima. L’episodio accaduto nella chiesa veneziana dei Ss. Geremia e Lucia appartiene alla cronaca quotidiana ma non deve essere considerato irrilevante perché produce diffidenze, sospetti, paure.

Il valore fondamentale della libertà religiosa – contro ogni forma di discriminazione e razzismo – non viene qui messo in questione ed anzi ci vede ancor più impegnati in un atteggiamento di reale e saggia accoglienza, attraverso un’integrazione cordiale e sincera, nei confronti di chi chiede aiuto perché si trova nel bisogno. Nello stesso tempo, si chiede rispetto e garanzie di legalità per coloro che accolgono.

Al di là del caso dell’altro giorno, dinanzi a gesti del genere e che rendono più difficile percorrere comuni strade di convivenza, è opportuno che sia tutta la società a prenderne le distanze, a cominciare dalle comunità religiose.

L’intera società civile, nelle sue varie componenti, deve impegnarsi a promuovere la cultura dell’accoglienza, ricordando che ogni Paese ospitante ha una sua storia, una sua cultura e anche una sua fede. E il Crocifisso – che per i cristiani riveste il significato religioso più alto – è Colui che ha generato questa storia e questa cultura basate sull’accoglienza, sul perdono e sulla riconciliazione. Senza tali valori una convivenza umana, degna di tale nome, non sarebbe possibile.

Sì, vogliamo una società a misura d’uomo in cui siano integrati – come ci ricorda Papa Francesco – gli uomini e le donne ferite da una vita difficile e drammatica, come certamente deve essere stata quella dell’amico magrebino entrato nella chiesa dei Ss. Geremia e Lucia. A lui vorremmo dire, con semplicità e fraternità, che compiendo quel gesto nei confronti del Crocifisso – Colui che il cristiano ha di più caro – si è scagliato anche contro quei valori che proprio il Crocifisso – al di là del suo significato religioso – ha originato nella nostra cultura e tiene oggi desti nella nostra società: l’accoglienza, il perdono, la riconciliazione, la misericordia”.