“Impariamo a raccontare la fede”: cercasi testimonianze per nutrire la comunità. I criteri delle “testimonianze” verso l’Assemblea 2005 (articolo Gente Veneta del 17/07/2004)

Credenti che si raccontano, semplicemente e senza il bisogno di sentirsi protagonisti: nasce così la ‘testimonianza’, elemento chiave e decisivo in vista dell’Assemblea ecclesiale straordinaria che si terrà a Venezia il 10 aprile 2005. Comunità parrocchiali, fedeli, gruppi e associazioni possono approfittare del periodo estivo per cimentarsi proficuamente in questo campo. Ma che significa e che cosa comporta una ‘testimonianza’? Si tratta, in buona sostanza, di provare a raccontare qualche tratto di vita, personale e comunitaria, segnato dalla fede in Cristo. E’ l’occasione per narrare l’impatto tra fede e vita sia nelle circostanze straordinarie che (soprattutto’) in quelle ordinarie, di ogni giorno. Serve, sia a chi la espone che a chi la riceve, per mettere in evidenza – con parole o immagini – come fede e vita si intersecano e si intrecciano davvero nelle pieghe più profonde e nascoste oppure in quelle più visibili ed evidenti dell’esistenza delle persone e delle comunità.
‘Desideriamo comunicarvi in tutta semplicità – scrivevano il Patriarca e i Vicari episcopali nella lettera ‘Se vuoi essere compiuto’ inviata nell’aprile scorso – che Gesù è risorto per essere la Via sicura lungo la quale ognuno di noi può diventare un uomo compiuto, cioè può essere felice. Vogliamo comunicarvi un’esperienza che facciamo in prima persona: gli affetti, il lavoro e la complessa vita familiare e sociale e anche il tempo del riposo, se vissuti in Gesù Cristo, diventano veri’. Non un’elaborazione di teorie o massimi sistemi e nemmeno un’elencazione di progetti, consigli o suggerimenti pastorali ma, semplicemente appunto, ‘testimonianze’. Esperienze concrete e significative da comunicare, scambiare e trasmettere ad altri, saldamente ancorate ed aperte alla realtà vissuta e all’ambiente in cui si è inseriti. La testimonianza può essere un racconto di momenti belli e situazioni positive (i ‘magnalia Dei’ ovvero le grandi meraviglie che il Signore ha compiuto e continua a compiere nella vita delle persone) ma può anche esprimere – senza assumere però il tono della lamentazione distruttiva e dispersiva – un disagio autentico e degli elementi critici o di sofferenza che emergono dal vivere ‘la vita in Cristo’ ogni giorno, dentro e fuori le comunità cristiane.
Così pensate e strutturate, le testimonianze diventeranno un passaggio fondamentale che arricchirà sia il percorso di preparazione che il momento culminante dell’Assemblea ecclesiale 2005 affinché diventi sul serio, come è riportato nella lettera ‘Se vuoi essere compiuto’, ‘una sosta in cui i cristiani si ritrovano insieme per una testimonianza e un reciproco conforto, un’occasione per far emergere la ricchezza, i problemi, le differenze, le contraddizioni che attraversano le nostre comunità nella loro tensione missionaria’. E, mettendo insieme tutte le varietà di esperienze, si potrà crescere come Chiesa diocesana perché, sono ancora parole del Patriarca e dei Vicari, ‘la bellezza dell’unità rigenererà ogni frammento di popolo di Dio e rafforzerà il giusto senso di appartenenza alla nostra comunità’.
Alessandro Polet

All’interno del sito diocesano www.venezia.chiesacattolica.it è possibile trovare e ‘scaricare’ non soltanto la lettera del Patriarca e del Consiglio Episcopale alle famiglie della diocesi di Venezia (‘Se vuoi essere compiuto’) ma anche alcuni suggerimenti e criteri utili per l’elaborazione delle testimonianze nonché la presentazione e la spiegazione del logo ufficiale dell’Assemblea 2005. Basta andare nell’home page del sito diocesano, cliccare su ‘Assemblea diocesana 2005’ e cercare nella cartella ‘Documenti’ il testo che interessa.