Il Patriarca in visita alle detenute del carcere della Giudecca per la Messa della Domenica delle Palme e in preparazione alla prossima visita del Papa

Venezia, 23 marzo 2024

 

Il Patriarca Francesco Moraglia ha presieduto questo pomeriggio la Santa Messa prefestiva della Domenica delle Palme presso la Casa di Reclusione femminile della Giudecca. Alla celebrazione, insieme alla direttrice Mariagrazia Bregoli, agli educatori, al personale e alla polizia penitenziaria hanno preso parte anche i religiosi e i volontari del Patriarcato di Venezia insieme al cappellano don Antonio Biancotto, che ha concelebrato alla Messa.

Il Patriarca, nella sua omelia per le detenute, ha voluto illuminare il senso di questa Liturgia nel contesto delle feste più importanti per i cristiani: «Una celebrazione importante quella che stiamo vivendo ora in preparazione alla Pasqua. È l’inizio della Settimana Santa in cui l’umanità intera si ferma a contemplare la vicenda storica di Gesù. Il Figlio di Dio si è unito alla storia e ne ha portato il peso: questo peso ha un nome, è il peccato. La lettura della Passione del Signore che abbiamo compiuto ora nella Messa delle Palme ci rende protagonisti di quella vicenda storica. Questa vicenda è inscritta dentro di noi e, di volta in volta, siamo i vari protagonisti: siamo Pilato, siamo Caifa, siamo il Cireneo, siamo la folla che si nasconde dietro alle opinioni dominanti e non verifica i fatti e le persone per quello che rappresentano (la vita e la persona di Gesù). Questa domenica è un momento importante che fa da antifona della celebrazione della Pasqua».

Un pensiero, poi, il Patriarca lo ha rivolto alla prossima visita del Santo Padre del 28 aprile: «Siamo nell’imminenza del Viaggio pastorale del Papa a Venezia che inizierà la sua visita alla nostra Chiesa proprio qui. Il Papa desidera salutarvi ed incontrarvi. È un bel gesto, un gesto di incoraggiamento che riconosce la dignità di tutti e indica la speranza che è di fronte a ciascuna di voi e alle vostre famiglie e ai contesti in cui, adempiuto il momento rieducativo della pena, potrete incontrare. La speranza trasforma e ci rende migliori già adesso in un futuro che ancora non è nostro, ma che voi potete costruire giorno dopo giorno».

Il Patriarca Francesco ha voluto poi inquadrare questa celebrazione nel contesto della preparazione che tutta la Chiesa di Venezia sta vivendo in vista dell’arrivo del Papa: «In genere la celebrazione al Carcere femminile si svolge nell’Epifania, festa della manifestazione del Signore. Quest’anno abbiamo vissuto anche questa celebrazione liturgica che apre la Settimana Santa per vivere anche un momento di preparazione alla Visita del Santo Padre. Siamo contenti di questa scelta del Papa di iniziare da questo luogo in cui si cerca di ricostruire delle vite e donare un futuro. Credo sia questo il messaggio si vuole dare attraverso questo luogo e questa comunità di persone, anche con il Padiglione del Vaticano per la Biennale. L’arte appartiene a tutti e, in momenti di sofferenza e di ripensamento della vita, può donare uno sguardo che trasforma la realtà, conferendo una sapienza che non si potrebbe altrimenti possedere».

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