Il Patriarca alla manifestazione di Eraclea contro la criminalità organizzata: «La lotta alle mafie riguarda tutti e richiede il coinvolgimento di tutti»

Ufficio Stampa del Patriarcato di Venezia

Lunedì 27 marzo 2023

 

Il Patriarca oggi pomeriggio a Eraclea, alla manifestazione contro la criminalità organizzata: «La lotta alle mafie riguarda tutti e richiede il coinvolgimento di tutti, dai più giovani agli anziani»

 

A Eraclea, questo pomeriggio, si è svolta una corale manifestazione contro tutte le forme di criminalità organizzata da sindacati, associazioni di impresa e istituzioni tra le quali la Camera di Commercio di Venezia e Rovigo, le Acli di Venezia, CGIL, CISL, UIL, Legambiente, Confartigianato, Confcommercio e Confindustria Veneto Est.

Un “presidio” per ribadire, in un territorio tristemente segnato dall’agire delle mafie, che tutti sono chiamati a reagire. Presente anche il Patriarca Francesco Moraglia: «Eraclea e il Litorale hanno certamente subito una dura scossa ma si coglie una volontà diffusa di reagire e d’impegnarsi per la legalità contro ogni tipo di mafia facendo leva sulle tante forze “sane” che questo territorio possiede e che ha bisogno di tenere vive socialmente, culturalmente e politicamente. La lotta alle mafie riguarda tutti e richiede l’impegno e il coinvolgimento di tutti, dai più giovani agli anziani».

Il Patriarca ha citato il recente intervento del Presidente Mattarella a Casal di Principe alla commemorazione del sacerdote don Peppino Diana: «Aveva capito che la mafia – diceva Mattarella lo scorso 21 marzo – è anche conseguenza dell’ignoranza, del sottosviluppo, della carenza di prospettive, e che quindi la repressione – indispensabile – non è sufficiente e che la mafia si configge definitivamente sviluppando modelli fondati sulla legalità».

Per il Patriarca: «C’è un impegno e un coinvolgimento che, oltre a dire dei “no” chiari e forti, deve essere soprattutto costruttivo e propositivo. Può essere allora interessante citare un pezzo della famosa lettera di don Peppino Diana “Per amore del mio popolo” con cui, nel 1991 (tre anni prima di essere ucciso dalla mafia), chiedeva un preciso e forte impegno della comunità, cristiana soprattutto, contro la camorra e, nello specifico, contro il clan dei Casalesi: “La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili…”».

La “ricetta” del Patriarca è «studiare e approfondire le cause che hanno generato questi fatti e ripartire con atteggiamenti e comportamenti netti, vincendo le paure e anche senza nascondere, se del caso, quella salutare vergogna di cui ha parlato Papa Francesco qualche tempo fa parlando proprio di mafie: “Le mafie vincono quando la paura si impadronisce della vita, ragion per cui si impadroniscono della mente e del cuore, spogliando dall’interno le persone della loro dignità e della loro libertà” (Udienza di Papa Francesco alla Direzione Investigativa Antimafia, 23 giugno 2023)».

 

 

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