Domenica 15 maggio 2016 (Pentecoste): a Venezia è la Giornata del Seminario

Il Seminario è il luogo dove si custodiscono i semi fuori del terreno. Nella Chiesa i semi sono i seminaristi; il frutto atteso, ma non scontato, è l’ordinazione sacerdotale. Prima c’è un paziente lavoro di coltivazione, compito, certo, degli educatori, ma anche onere dell’intera comunità diocesana, chiamata a conoscere, accompagnare con la preghiera e sostenere economicamente (non tutti i seminaristi sono in grado di pagarsi da soli la retta mensile) la formazione spirituale, culturale e pastorale dei futuri chierici.

È ricordare questo, in soldoni, il senso della Giornata del Seminario che, per Venezia, si terrà domenica 15 maggio (Pentecoste). Accanto alla Basilica della Madonna della Salute, l’edificio del Seminario Patriarcale (quasi di fronte al palazzo di famiglia di quel san Gregorio Barbarigo che poi del suo Seminario di Padova ha saputo fare un fiore all’occhiello) non è la prigione dorata di 19 seminaristi: la loro preparazione include un tirocinio in parrocchia.

Ma tutto il Seminario si apre alla città con diverse proposte: alcuni ragazzi delle medie e delle superiori lo frequentano rispettivamente uno e due fine settimana al mese; i giovani del dopo-cresima sono invitati alle Scuole di Preghiera mensili a Mestre e al Litorale; i chierichetti hanno alcuni appuntamenti fissi (il martedì grasso, la gita del 1° maggio e la settimana di orientamento vocazionale di agosto a S. Vito, più alcuni brevi ritiri zonali); educatori e qualche seminarista girano le parrocchie della Diocesi portando la propria testimonianza; si ospitano ritiri (prime comunioni, cresime) e visite concordate ecc.

Almeno due sono, allora, i messaggi della Giornata: come i figli al futuro della famiglia, così il Seminario è necessario a quello della Chiesa; si entra in Seminario per capire se il Signore chiede un impegno speciale per Lui, non per diventare per forza preti: ai giovani l’invito ad avere questo coraggio.

 

(Articolo di Giovanni Carnio – tratto da Gente Veneta n. 19/2016)