Dal 18 al 25 gennaio 2024 la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. All’ultimo incontro, giovedì 25 (ore 21) nel Duomo di Mestre interviene il Patriarca

È sempre molto ricca di appuntamenti e di partecipazione: come da tradizione la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si terrà in diocesi da giovedì 18 a giovedì 25 gennaio, ha uno dei calendari più corposi fra le iniziative analoghe promosse dalle altre diocesi. Merito della importante e fervida esperienza di ecumenismo che da decenni si vive nel territorio: «Venezia si conferma un luogo significativo per il cammino ecumenico delle Chiese», commenta don Francesco Marchesi, moderatore della commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso in Patriarcato.

«Nonostante la stagione difficile, che ci pone di fronte alla dolorosa divisione del mondo ortodosso, a Venezia – prosegue don Marchesi – si riesce anche in questo 2024 a vivere una Settimana per l’unità dei cristiani densa di occasioni. Questo va a merito anche della sapiente guida del Consiglio locale delle Chiese cristiane, affidata al pastore valdese Fabio Traversari. In generale, l’obiettivo comune è guardare a ciò che ci unisce nella nostra storia e tradizione per rafforzare quei legami».

Anche perché di cose belle e che uniscono ne accadono e ne sono accadute anche di recente: «Per esempio – ricorda don Francesco – la recente consacrazione della nuova chiesa copta a Campalto, con la visita del Papa dei cristiani Copti Tawadros e con il rilievo dato dalla locale comunità alla presenza nell’occasione del Patriarca Francesco. È stato un modo per sottolineare il valore delle comuni radici marciane con la Chiesa d’Alessandria d’Egitto».

Come in tutt’Italia e nella Chiesa universale, d’altronde, il tema scelto per l’edizione 2024 della Settimana è “Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso” (Lc 10, 27). La scelta, così come la redazione di un sussidio adeguato, è stata fatta da un Gruppo ecumenico locale del Burkina Faso, composto dai credenti dell’arcidiocesi cattolica di Ouagadougou e da quelli delle locali Chiese protestanti.

«I cristiani – spiega un testo introduttivo – sono chiamati ad agire come Cristo, ad amare come il Buon Samaritano, mostrando misericordia e compassione verso chi è nel bisogno, a prescindere dalla sua identità religiosa, etnica o sociale. La forza che spinge a soccorrere e aiutare chi è nel bisogno non deve risiedere nel fatto di condividere la medesima identità, ma nel fatto di considerarlo “prossimo”. Questa visione dell’amore del prossimo che Gesù ci sprona a seguire è tuttavia messa a dura prova nel mondo di oggi. In particolare in Burkina Faso, la nostra capacità di amare come Cristo è inibita dalle guerre in molte regioni, dagli squilibri nelle relazioni internazionali e dalle disuguaglianze causate dai cambiamenti strutturali imposti dalle potenze occidentali o da altri organismi esterni. Ma è soltanto imparando ad amarsi reciprocamente, nonostante le differenze, che i cristiani possono farsi prossimo per gli altri, su esempio del Samaritano del Vangelo».

Su questo tema e con questi obiettivi si pregherà e si mediterà anche a Venezia: si inizierà giovedì 18 alle 18.30, nella chiesa di San Simeon Grando a Venezia, con una preghiera ecumenica con predicazione anglicana. Seguirà, alle ore 21 nella chiesa di San Girolamo a Mestre, una preghiera nello stile di Taizé con predicazione valdese. Il giorno dopo, venerdì 19, alle ore 18.30 in basilica di San Marco, la preghiera ecumenica sarà accompagnata da una predicazione valdese e da una cattolica. Poi, via via, altri dieci incontri fino a giovedì 25: si chiuderà alle ore 21 nel Duomo di San Lorenzo a Mestre, con una preghiera ecumenica accompagnata da predicazione ortodossa e cattolica: nell’occasione la meditazione sarà tenuta dal Patriarca.

Si terrà poi – ed è una novità – nella sala Montefiore nel Ghetto di Venezia: è l’incontro su cui si incentra la 35.a edizione della Giornata di dialogo ebraico-cristiano.

Si svolgerà (per ragioni di agenda dei protagonisti) mercoledì 31 gennaio e non il 17 come nel resto d’Italia. Ma lo scopo è lo stesso: fornire alle comunità cristiane (dalle parrocchie alle scuole, gruppi, associazioni, movimenti, comunità, istituti religiosi, circoli culturali, federazioni…) degli strumenti per avviare e sostenere processi di dialogo con le realtà ebraiche e di riscoperta delle radici ebraiche della e nella fede cristiana. A Venezia, poi, la lunga e ricca storia di dialogo ecumenico – in laguna è nato il primo Consiglio locale delle Chiese cristiane, ora presente anche in parecchie altre regioni ecclesiastiche del Paese – fa sì che si ponga un accento particolare sul soggetto promotore dell’iniziativa, che è appunto il Consiglio locale delle Chiese cristiane.

Ma altrettanto significativi sono il coinvolgimento e l’interesse della Comunità ebraica, che non solo ospita l’incontro, ma per la prima volta coinvolge in prima linea la sezione veneziana dell’associazione donne ebree d’Italia.

Così mercoledì 31, alle ore 17.15, in sala Montefiore a Cannaregio 1189, sul tema “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?”, dialogheranno il rabbino capo della comunità ebraica veneziana, rav Alberto Sermoneta, e padre Innocenzo Gargano, del monastero di Camaldoli. I due relatori saranno introdotti dal prof. Daniele Garrone, docente di Antico Testamento alla facoltà di teologia valdese di Roma e presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.

(Articolo di Giorgio Malavasi da Gente Veneta n. 2/2024)

 

In calce, negli allegati, il calendario completo degli incontri della Settimana e la locandina dell’incontro del 31 gennaio.