Convegno dei Seminari del Triveneto. La Messa a S. Marco presieduta dal Patriarca

Ufficio Stampa del Patriarcato di Venezia

Sabato 10 dicembre 2022

 

CONVEGNO DEI SEMINARI DEL TRIVENETO. LA MESSA CON IL PATRIARCA FRANCESCO: “Il Seminario è questa piccola ma importante comunità che funziona se tutti si mettono in gioco con fede, umanità, umiltà, creatività. (…) Il Seminario, con l’esercizio della vita comune, prepara alla futura vita presbiterale e, così, il prete non è mai solo l’uomo “per” gli altri e per la comunità, ma anche “con” gli altri” preti e “con” il suo vescovo”.

 

Si è svolta oggi a Venezia l’assemblea delle comunità di teologia dei Seminari del Triveneto a Venezia presso la sala conferenze di Sant’Apollonia, accanto al Palazzo Patriarcale. Relatrice la professoressa Paola Bignardi che esporrà un report sul rapporto seminaristi, giovani e fede che riguarda anche alcuni dei candidati del Triveneto che hanno partecipato ai focus-groups.

Nel pomeriggio è stata poi offerta una meditazione sui mosaici della Patriarcale Basilica Cattedrale di San Marco Evangelista, con una introduzione generale e poi con visite guidate suddividendo i seminaristi in piccoli gruppi.

Infine, alle ore 16, a conclusione e compimento del convegno triveneto dei Seminari, il Patriarca Francesco ha presieduto la Santa Messa, concelebrata dai Rettori e dagli altri educatori. La celebrazione si è svolta subito dopo la visita della basilica cattedrale di San Marco a piccoli gruppi.

Ai seminaristi il Patriarca ha suggerito di guardare al tempo del Seminario come ad un tempo necessario per crescere nella vocazione: “Bisogna essere pazienti, bisogna saper attendere. Il tempo è necessario nella vita di una persona, ma noi siamo figli di una società che ha “violentato” i ritmi naturali. (…) Così conosciamo i disagi o le patologie innanzi a uno squilibrio o ad un cortocircuito fra i tempi naturali che appartengono all’umanità – per mangiare, dormire, riposare e divertirsi – e i ritmi “artificiali” (per non dire “destrutturanti” e ”meccanici”) imposti da interessi ed esigenze di altro genere. Ogni vocazione – anche quella al presbitero – ha bisogno di un tempo per crescere e fiorire; ha bisogno di un “grembo di gestazione” che è il Seminario. Tale periodo di ascolto, formazione, discernimento non è soltanto spazio cronologico (6/7 anni con le sue tappe) ma è un tempo – personale e comunitario – “valoriale”, fatto d’attesa e di scelte da condividere e verificare, in grado di plasmare e donare la spiritualità necessaria per affrontare e spendere la vita secondo la propria vocazione”.

Ai formatori, l’invito a “rivestirvi della paternità spirituale che nulla ha a che fare con gli stili degli influencer ma è qualcosa di unico. Ricordiamo le parole dell’apostolo Paolo: “Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo” (1Cor 4,15). La vocazione è chiamata personale con cui Gesù interpella la libertà e la “provoca” attraverso “segni” più o meno evidenti. Ma i segni vanno attesi, invocati, valutati, accolti, senza pretenderli o volerli a partire dalla nostra logica e non da quella disarmante di Dio”.

 

Condividiamo il testo integrale dell’omelia. Le foto dell’evento sono disponibili sulla pagina social di Gente Veneta: https://www.facebook.com/gente.veneta

 

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