Celebrazione dell’Epifania a San Marco, la benedizione al seminarista che andrà in Kenya. La Messa del Patriarca nel carcere femminile

Ufficio Stampa del Patriarcato

 

Giovedì 6 gennaio 2022

 

CELEBRAZIONE DELL’EPIFANIA IN SAN MARCO – LA BENEDIZIONE AL SEMINARISTA CHE ANDRÀ IN KENYA

IERI, MESSA AL CARCERE FEMMINLE

 

La Messa a San Marco

Oggi, solennità dell’Epifania del Signore, il Patriarca ha presieduto la Santa Messa presso la cattedrale di San Marco Evangelista in Venezia. Trasmettiamo il testo integrale della sua omelia. Nel corso della celebrazione, il seminarista diacono don Wasiewicz che trascorrerà alcuni mesi in Kenya nella missione di San Marco Evangelista di Ol Moran, dove opera un sacerdote veneziano, don Giacomo Basso. Don Bogumił completerà con questo stage il suo iter di formazione verso il dono del ministero sacerdotale, che riceverà a Venezia il prossimo giugno.

Nell’omelia il Patriarca Francesco ha illustrato il nesso tra la festa odierna e la preghiera per le Missioni: «L’Epifania è, per sua essenza, una festa che richiama la dimensione universale e missionaria della Chiesa e, per questo, oggi, vogliamo tenere presenti – nella vicinanza spirituale, nell’affetto e nella nostra preghiera – i missionari che dalle nostre terre veneziane e venete sono impegnati e vivono in varie parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo di Gesù Cristo, portatori della Sua luce, della Sua pace, della Sua verità. Un ricordo particolare va alla missione “veneziana” di Ol Moran, in Kenya, che in questi giorni festeggia anche i 25 anni dalla sua costituzione come parrocchia – intitolata a san Marco, per ricordare il legame forte con la realtà di Venezia – ed è guidata tuttora da un nostro sacerdote diocesano, don Giacomo Basso. In questo contesto si inserisce il rito – che vivremo tra breve – di benedizione e consegna del crocifisso e, quindi, il mandato missionario al nostro giovane diacono don Bogumił Wasiewicz che prossimamente – in preparazione e in vista dell’ordinazione sacerdotale – vivrà un’esperienza “missionaria” proprio nella parrocchia di San Marco a Ol Moran, nella Diocesi di Nyahururu in Kenya come succede, da qualche tempo, per tutti i seminaristi che sono incamminati verso il sacerdozio».

La prassi di inviare i seminaristi ad Ol Moran è ormai consolidata nel Patriarcato di Venezia. In passato altri 8 giovani preti hanno già vissuto questo tempo di formazione, prima dell’ordinazione.

 

I 25 anni della parrocchia di Ol Moran – Il Patriarca in Kenya

Quest’anno la missione veneziana in Kenya ha festeggiato il 25mo dell’erezione della parrocchia di San Marco Evangelista a Ol Moran, avvenuta formalmente il 1° gennaio del 1997. Fondata da don Giovanni Volpato (attualmente parroco a Passerella, vicino a Jesolo) è tuttora retta da un altro sacerdote del Patriarcato, don Giacomo Basso. Il Patriarca Francesco, nel corso della Messa di oggi, ha annunciato che desidera recarsi in Kenya nel prossimo luglio, insieme a don Volpato, per unirsi alle celebrazioni per il 25mo. Il viaggio del Patriarca è ovviamente condizionato all’evolversi della situazione epidemiologica e sanitaria della pandemia.

 

La visita in carcere

Nel pomeriggio di ieri il Patriarca ha celebrato, nella vigilia della festa odierna, la Messa festiva dell’Epifania presso il carcere femminile della Giudecca. Un appuntamento che si ripete ogni anno, insieme a quello presso il carcere maschile, rimandato solo per ragioni relative ai protocolli sanitari. Erano presenti le volontarie e le suore di Maria Bambina che prestano servizio presso la struttura, insieme alla direttrice del carcere dott.ssa Immacolata Mannarella, insieme a don Antonio Biancotto, responsabile delle cappellanie della pastorale dei detenuti, e il frate cappuccino fra’ Mattia Senzani.

Il Patriarca, nel corso della sua omelia, ha presentato le figure dei Magi, di cui parla il Vangelo della festa, come coloro che hanno riconosciuto un richiamo spirituale; ha rammentato poi che tutti abbiamo necessità di avere «fiducia in noi stessi, avere cura di noi. La vita è molto breve, ma dobbiamo credere nel fatto che vogliamo e dobbiamo esprimere una vita diversa. Credere in noi non vuol dire essere orgogliosi, ma credere che il Signore possa operare in noi». Ricordando la falsità di Erode, il Patriarca infine ha sottolineato che il male in noi inizia ad operare quando nel nostro cuore non vogliamo accettare e riconoscere la verità. «Quando non diciamo la verità siamo noi i primi ad essere sconfitti. Questo vale per me, per voi, per tutti noi. La luce dell’Epifania inizia dal credere che in noi ci può essere la luce e questa luce inizia nei nostri cuori: se la luce di Gesù nasce nei nostri cuori allora avremo dei pensieri buoni, delle parole buone e dei gesti buoni».

Durante l’offertorio le detenute hanno presentato e donato anche degli ortaggi del loro orto ed alcuni prodotti di cosmesi del loro piccolo laboratorio. Terminata la celebrazione il Patriarca si è trattenuto in cappella per dialogare con le detenute, le volontarie ed il personale della polizia penitenziaria.

 

Le foto di ieri e di oggi sono disponibili al seguente link:

https://we.tl/t-2IrGtSZAtU

 

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