
AGGIORNAMENTO del 4 ottobre 2017:
In riferimento agli sviluppi della questione in oggetto si comunica che, analizzata la documentazione in possesso della Diocesi e sentito il direttore dei lavori – arch. Carlo Pagan nominato da Tintoretto sas -, la Diocesi Patriarcato di Venezia ha incaricato l’avv. Teresa Lo Torto e l’ing. Andrea Grimaldi affinché seguano – sotto il profilo giuridico e tecnico – l’esatta esecuzione del contratto, la situazione urbanistica dell’immobile di Santa Fosca nonché la correttezza delle procedure amministrative attivate da Tintoretto sas.
NOTA del 19 settembre 2017:
In riferimento all’articolo pubblicato martedì 19 settembre 2017 sul Gazzettino (edizione di Venezia Mestre), a proposito della canonica di Santa Fosca a Venezia, si intende precisare quanto segue:
- La canonica in oggetto faceva parte di una serie di strutture abitative storicamente inserite nel Fec (Fondo Edifici di Culto, un fondo immobiliare la cui gestione è in capo al Ministero dell’Interno); negli anni passati alcuni di questi immobili, tra cui la canonica in oggetto, sono stati acquisiti dal Patriarcato di Venezia – che ne ha e ne conserva tuttora la proprietà – mentre altre strutture, la maggior parte, rimangono ancora in carico al Fec.
- Non corrisponde al vero, quindi, la notizia che la canonica di Santa Fosca sia stata oggi messa in vendita né corrisponde al vero che sia stata acquistata da terzi; l’immobile, in realtà, da circa un anno è stato dato in affitto al vicino hotel Tintoretto che, nell’ambito dell’accordo siglato, si occuperà anche della ristrutturazione dell’adiacente chiesa di Santa Fosca che necessitava di alcuni significativi interventi e potrà ritornare così pienamente disponibile.
- La soluzione trovata per tale immobile che è – lo si sottolinea – ad uso abitativo e non un luogo di culto va, piuttosto, valutata in sintonia e nella direzione già da tempo prospettata dalla Diocesi di Venezia – ed esplicitata più volte dal Patriarca Francesco Moraglia – circa la conservazione, la valorizzazione e la destinazione dei luoghi di culto presenti in città ma non più utilizzati per fini liturgici.