Si svolge la sera di venerdì 5 aprile, nel cuore di Mestre, la Via Crucis diocesana dei giovani, incentrata sul tema “Beati voi” e che rimane sempre aperta, naturalmente, alla partecipazione di tutti gli adulti che vorranno unirsi a loro. Ci sarà il Patriarca Francesco ed interverrà nell’occasione anche un testimone d’eccezione: il cardinale Joseph Coutts, arcivescovo metropolita di Karachi in Pakistan.
Si prosegue così il cammino di attenzione e di messa in evidenza, negli appuntamenti diocesani, della realtà e della testimonianza attualissima dei cristiani perseguitati nel mondo, grazie alla collaborazione in atto con la fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” con cui – lo scorso novembre – era stata realizzata anche la forte iniziativa che ha “illuminato” di rosso la basilica della Salute (ed altri luoghi significativi di Venezia e Mestre) in concomitanza con l’annuale pellegrinaggio diocesano dei giovani.
L’appuntamento è fissato alle ore 19.00 davanti alla chiesa di S. Girolamo: via via che arriveranno, i giovani saranno invitati ad entrare nell’edificio sacro più antico di Mestre e sostare per qualche momento in preghiera davanti al grande e rinomato Crocifisso per poi riunirsi tutti all’esterno della Chiesa in attesa di iniziare la Via Crucis che si svilupperà in cinque tappe nelle vie centrali di Mestre fino a giungere in Piazza Ferretto e concludere poi il tutto nel Duomo di S. Lorenzo.
Le meditazioni che accompagneranno lo scorrere della Via Crucis saranno alcune di quelle contenute nel libretto “La sapienza della Croce”, uscito in queste settimane e che raccoglie le rifessioni inedite che il Patriarca Francesco ha appositamente svolto per ciascuna delle 14 stazioni della Via Crucis, come ulteriore e specifico sviluppo della sua ultima lettera pastorale “L’amore di Cristo ci possiede” sul primo annuncio cristiano (kerigma). In Duomo è, infine, previsto l’intervento-testimonianza del card. Joseph Coutts.
«Sarà un’occasione preziosa per lasciarsi mettere con le spalle al muro davanti all’esempio di tanti cristiani perseguitati nel mondo – osserva don Francesco Marchesi, coordinatore della Pastorale giovanile diocesana -. La Via Crucis bene si adatta a cogliere l’anima e il cuore della testimonianza e delle sfide vissute dai cristiani di altri Paesi nel mondo e a calarle immediatamente nelle sfide e negli ambiti di vita in cui oggi i nostri giovani sono chiamati ad offrire la loro testimonianza cristiana». La presenza e l’intervento dell’arcivescovo pakistano aiuteranno così anche ad aprire ulteriormente l’orizzonte, «ad avere e recuperare quel respiro profondamente cattolico, e cioè universale, che ci appartiene cogliendo tutto il valore e l’intensità che ogni volta, con semplicità, la Via Crucis ci dona».