Preghiere

Preghiera del medico (Pio XII)

Altissimo Signore,
che trascendi la mia operosa missione,
assistimi al letto degli infermi;
soccorri il dolore aspro della carne,
lenisci e guarisci con la Tua misericordia.
Veglia sui miei infermi nella vita e nell’agonia.
Chiudi per sempre nella Tua pace quegli occhi
che non danno più speranza quaggiù.
Sorreggi la loro fede con la speranza del Tuo Amore.
Benedici, o Signore, ogni giorno
il lavoro che inizio nel Tuo nome,
concedimi il privilegio di fare un po’ di bene.
Benedici la mia mano che ferisce per sanare.
Benedici nelle mie labbra il conforto per i più afflitti.
Benedici nella mia mano ogni farmaco confortatore.

Preghiera del medico (Maimonide)

Questa preghiera venne pubblicata per la prima volta in una rivista tedesca, nal 1793, e presentata come “Preghiera quotidiana di un medico prima della visita ai suoi pazienti. Dal manoscritto ebraico di un famoso medico ebreo egiziano del XII secolo “. L’allusione è a Mosè Maimonide (1135-1204), ma l’attribuzione è molto dibattuta. Sembra che la preghiera sia stata composta da uno scrittore del XVIII secolo, probabilmente Marcus Herz, medico tedesco discepolo di Immanuel Kant. Manca però una prova assoluta, e forse non si potrà mai scoprire la vera paternità. Comunque, nei contenuti, sembra scritta di proposito per i medici odierni. 

Dio onnipotente,
Tu hai creato il corpo umano con infinita sapienza.
Diecimila organi per diecimila volte hai combinati in esso,
perché agendo incessantemente e con armonia
ne preservino l’insieme in tutta la sua bellezza:
il corpo, involucro dell’anima immortale.
E agiscono sempre con un ordine perfetto e in armonioso accordo.
Ma quando la fragilità della materia o l’impeto delle passioni
ne sconvolgono l’ordine e ne interrompono l’accordo,
le forze si scontrano e il corpo crolla
per tornare nella polvere dalla quale è venuto.
Tu mandi all’uomo le malattie quali benefici messaggeri
per avvertirlo del pericolo che lo minaccia
e perché lo sollecitino ad evitarlo.
Tu hai benedetto la Tua terra, i Tuoi fiumi e le Tue montagne
con sostanze benefiche che permettono alle Tue creature
di alleviare le loro sofferenze e guarire le malattie.
Tu hai dotato l’uomo di saggezza, perché possa lenire il dolore del fratello,
individuarne i disturbi, estrarre dalla natura le sostanze medicamentose,
scoprirne il potere, prepararle e somministrarle a seconda della malattia.
Nella Tua Eterna Provvidenza,
Tu hai scelto me per vigilare sulla vita e sulla salute delle Tue creature.
Ora sto per dedicarmi ai compiti della mia professione.
Sostienimi, o Dio onnipotente, in questa importante impresa,
affinché io possa essere di giovamento all’umanità,
poiché senza il Tuo aiuto nulla potrà avere buon esito, neppure la più piccola cosa.
Infondi in me l’amore per la mia arte e per le Tue creature.
Non permettere che la sete di guadagno,
l’ambizione di essere noto e ammirato,
ostacolino la mia professione,
perché questi sono i nemici della verità e dell’amore per l’umanità
e potrebbero sviarmi dal grande compito
di dedicarmi al benessere delle Tue creature.
Conserva al mio corpo e alla mia anima la forza necessaria
per essere sempre pronto ad aiutare serenamente
e ad assistere sia i ricchi che i poveri,
i buoni come i cattivi, i nemici come gli amici.
In colui che soffre concedimi di vedere solo l’essere umano.
Illumina la mia mente perché veda con chiarezza ciò che le sta davanti
e intuisca ciò che è assente o nascosto.
Fa’ che io possa riconoscere ciò che è visibile,
ma non permetterle di arrogarsi il potere
di vedere ciò che non può essere visto:
delicati e infiniti sono infatti i confini di quella grande arte
che è la cura della vita e della salute delle Tue creature.
Fa’ che io non mi distragga mai.
Che nessun pensiero estraneo svii la mia attenzione al capezzale del malato,
né disturbi il silenzioso lavoro della mia mente,
perché grandi e sacre sono le profonde deliberazioni necessarie
per vigilare sulla vita e sulla salute delle Tue creature.
Fa’ che i miei pazienti abbiano fiducia sia in me che nella mia arte,
e seguano le mie istruzioni e i miei consigli.
Allontana da loro tutti i ciarlatani,
la moltitudine di parenti premurosi e saccenti,
poiché spesso rendono inutili gli intenti più assennati della nostra arte
e spesso portano le Tue creature alla morte *.
Se qualcuno più saggio di me volesse migliorarmi e consigliarmi,
fa’ che la mia anima segua con gratitudine la sua guida;
perché vastissima è l’estensione della nostra arte.
Se però qualche sciocco presuntuoso impedisse con la sua critica il mio lavoro,
fa’ che l’amore per la mia arte mi dia il coraggio incrollabile di affrontarlo
e di continuare risoluto senza alcun riguardo per la sua età, reputazione, fama,
perché se mi arrendessi le Tue creature soccomberebbero alla malattia e alla morte.
Riempi la mia anima di gentilezza e di calma
quando i colleghi più anziani, forti della loro età,
dovessero soppiantarmi, disdegnarmi o ammaestrarmi con atteggiamento sprezzante.
Fa’ che io possa giovarmi anche di questo,
perché loro sanno molte cose che io ignoro,
ma aiutami a non soffrire per la loro arroganza.
Anch’io spero di poter giungere alla vecchiaia su questa terra,
davanti a Te, o Dio onnipotente.
Fammi essere soddisfatto di ogni cosa,
eccetto della grande scienza della mia professione.
Non permettere che nasca in me il pensiero
di aver raggiunto una conoscenza sufficiente,
ma concedimi la forza, la possibilità e l’ambizione di ampliarla sempre più.
Perché l’arte è grande, ma la mente dell’uomo è on continua espansione.
O Dio Onnipotente!
Tu mi hai scelto nella Tua misericordia
per vigilare sulla vita e sulla morte delle Tue creature.
Adesso io mi dedicherò all’esercizio della mia professione.
Sostienimi in questo compito, affinché l’umanità possa beneficiarne,
poiché senza il Tuo aiuto neppure la più piccola cosa potrà avere buon esito.

*nella versione originale è: “…la moltitudine dei parenti premurosi e egli infermieri saccenti, tutta gente crudele che rende inutili con la loro arroganza gli intenti più assennati della nostra arte e spesso portale Tue creature alla morte.”

 

Preghiera del medico cattolico (Giovanni Paolo II)

Medico Divino,
che nella tua vita terrena hai prediletto coloro che soffrono
ed hai affidato ai tuoi discepoli il ministero della guarigione,
rendici sempre pronti ad alleviare le pene di nostri fratelli.
Fa’ che ciascuno di noi,
consapevole della grande missione che gli è affidata,
si sforzi di essere sempre, nel proprio quotidiano servizio,
strumento del tuo amore misericordioso.
Illumina la nostra mente,
guida la nostra mano,
rendi attento e compassionevole il nostro cuore.
Fa’ che in ogni paziente sappiamo scorgere
i lineamenti del tuo Volto Divino.

Tu che sei la Via
donaci di saperti imitare ogni giorno come medici
non soltanto del corpo ma dell’intera persona,
aiutando chi è malato a percorrere con fiducia
il proprio cammino terreno,
fino al momento dell’incontro con Te.

Tu che sei la Verità,
donaci sapienza e scienza
per penetrare nel mistero dell’uomo
e del suo trascendente destino,
mentre ci accostiamo a lui
per scoprire le cause del male
e per trovarne gli opportuni rimedi.

Tu che sei la Vita,
donaci di annunciare e testimoniare
nella nostra professione il “Vangelo della vita”
impegnandoci a difenderla sempre,
dal concepimento al suo temine naturale,
e a rispettare la dignità di ogni essere umano,
specialmente dei più deboli e bisognosi.

Rendici, o Signore,
buoni Samaritani,
pronti ad accogliere, curare e consolare
quanti incontriamo nel nostro lavoro.
Sull’esempio dei santi medici che ci hanno preceduto,
aiutaci ad offrire il nostro generoso apporto
per innovare costantemente le strutture sanitarie.
Benedici il nostro studio e la nostra professione,
illumina la nostra ricerca ed il nostro insegnamento.

Concedici infine che,
avendo costantemente amato e servito Te nei fratelli sofferenti,
al termine del nostro pellegrinaggio terreno
possiamo contemplare il tuo volto glorioso
e sperimentare la gioia dell’incontro con Te,
nel tuo Regno di gioia e di pace infinita. Amen.

 

Preghiera per l’Anno della Fede (Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia)

Dio, ricco di misericordia, concedi a noi e alle nostre comunità
di vivere la grazia dell’Anno della Fede.
In questo cammino rinnova e rendi saldo
il nostro rapporto personale con tuo figlio, Gesù Cristo.
Solo Lui può darci la certezza di un amore autentico, duraturo
e capace di Verità verso tutti.
La crescita nella fede incoraggi e intensifichi,
nella nostra Chiesa, la testimonianza di una carità umile,
forte, capace di perdono e misericordia.
Aiutaci a tener fisso lo sguardo su Gesù Cristo,
“colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,2).
Solo in questo modo potremo compiere il servizio cristiano
che ci è stato assegnato.
Insegnaci una fede gioiosa che sa amare,
così da non venire meno nella diaconia cristiana
verso gli uomini e le donne del nostro tempo.
Infine, una volta giunti al termine del cammino terreno,
potremo dire con l’apostolo Paolo:
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa,
ho conservato la fede” (2Tm 4,7).
La Santa Madre di Dio
– “beata” perché “ha creduto” (cfr. Lc 1,45) –
ci prenda per mano e, nei momenti difficili dell’incredulità,
ci doni con la sua materna intercessione il suo Figlio Gesù,
unico Salvatore del mondo.
Basilica Cattedrale di San Marco, Domenica 14 ottobre 2012

Preghiera dell’infermiere

O Gesù buon Samaritano
che ti sei chinato sulla folla dei sofferenti,
che hai guarito ogni sorta di infermità,
fa’ che io abbia la mano dolce, l’animo forte,
il cuore compassionevole e l’intenzione soprannaturale.
Dopo aver medicato i corpi,
insegnami a tenere nella dovuta stima le anime,
a risvegliare in esse le speranze eterne.
Aiutami a nobilitare la mia professione
con la freschezza della fede.
Fa’ che nei malati io veda Te
e le tue membra doloranti,
sempre miri al tuo compiacimento.
Che io alleggerisca il loro peso,
come il Cireneo alleggerì il tuo.
Quando giunge il momento supremo, fa’,
o Dio Salvatore,
che io sia per i moribondi
quello che fu la Veronica per Te lungo la via del calvario;
e che, compiendo sino all’ultimo il mio dovere,
io imiti presso la spoglia mortale
l’esempio di quelle sante donne
che raccolsero il tuo corpo esanime
e lo composero nel sepolcro.
O Dio di Resurrezione e di Vita,
fammi uno con Te
affinché io sia strumento per ridonare la speranza
e la gioia della vera vita. Amen.

 

Preghiera del volontario

O Signore,
tu ci hai insegnato che l’amore più grande
è dare la vita per i propri amici,
aiutaci a scoprire nel volontariato
l’opportunità di incontrare
non solo la sofferenza umana,
ma di vivere l’amore.
Apri i nostri occhi a riconoscere in ogni povero
il tuo volto e la tua presenza.
Apri le nostre menti
a valorizzare l’unicità di ogni persona,
con la sua storia e cultura.
Apri i nostri orecchi ad accogliere con gentilezza
le voci che chiedono ascolto.
Apri i nostri cuori
ad offrire speranza dove c’è paura,
solidarietà dove c’è solitudine,
conforto dove c’è tristezza.
Aiutaci, o Signore,
a testimoniare il vangelo con un sorriso,
una parola, un gesto di affetto.
Donaci l’umiltà di riconoscere
che noi non siamo la luce,
ma strumenti della Tua luce,
non siamo l’amore,
ma espressioni del Tuo amore.
Amen.

 

Preghiera del malato per i medici

Mio Dio, abbiate pietà
di coloro che si sono addossati la croce degli altri,
che si sono fatti salvatori.
Salvatore di tutti, date ai medici la LUCE.
Illuminateli nell’oscurità degli altri,
affinché, obbligati a penetrare
nel segreto dei corpi e delle anime,
non sbaglino strada e non feriscano nel passare.
Date al medico l’AMORE,
affinché, pur essendo gravato dalla propria pena
e forse senza rifugio per se stesso,
sappia sempre trovare in sé una dolcezza,
un rifugio, una forza per il sofferente che l’attende.
Date al medico la GRAZIA,
affinché nel suo peggior momento,
nella sua incertezza, nella sua debolezza di uomo,
resti sempre abbastanza saggio,
sempre abbastanza buono,
sempre abbastanza puro,
degno del dolore sacro
che s’è fiduciosamente abbandonato a lui.
Date al medico la FEDELTÀ nella misericordia,
perché mai dimentichi o abbandoni
l’ultimo misero che si fida di lui.
Dategli la FORZA mio Dio,
perché il peso di tutti non lo schiacci troppo,
perché l’angoscia che porta non raggiunga la sua gioia,
perché la ferita che cura non gli faccia male.

 

Preghiera dell’operatore sanitario

Rallenta il mio passo affrettato, o Signore,
e rendimi uno strumento più efficace
della tua misericordia.
Benedici la mia mente,
perché non sia indifferente o insensibile,
ma sia attenta ai bisogni del prossimo sofferente.
Benedici i miei occhi
perché siano in grado di riconoscere il tuo volto
nel volto di ogni malato
e ne portino alla luce i tesori interiori.
Benedici i miei orecchi perché accolgano
le voci che chiedono ascolto,
e rispondano ai messaggi di chi non sa esprimersi a parole.
Benedici le mie mani
perché non rimangano chiuse o fredde,
ma trasmettano calore e vicinanza
a chi ha bisogno di una presenza amica.
Benedici le mie labbra
perché non pronuncino frasi fatte o parole vuote,
ma sappiano esprimere la comprensione e la gentilezza
che nascono da un cuore che ama.
Benedici i miei piedi, o Signore,
perché possa lasciare buoni ricordi del mio passaggio
e contribuisca a promuovere
il dialogo silenzioso del malato con Te.

p. Arnaldo Pancrazi

 

Preghiera dell’anziano

O Signore,
mi sento solo in questo luogo
e lontano dai miei luoghi familiari.
Più mi guardo attorno più mi accorgo
che sono poche le persone rimaste del mio tempo;
spesso mi lascio prendere dalla nostalgia
e dall’amarezza per quanto mi circonda.
Insegnami, o Signore, ad invecchiare serenamente
senza chiudermi in me stesso,
senza colpevolizzare chi cerca di incontrarmi.
Insegnami a fare pace con il mio corpo che invecchia,
ad accettare le mie ed altrui limitazioni,
a sorridere dinanzi a fatti e persone
che sfuggono alla mia memoria.
Anche quando mi sembra di essere inutile
e di essere diventato di peso,
fa che mi lasci amare dagli altri,
permetti che la mia presenza parli di Te
e che viva non solo di ricordi, ma di progetti.

p. Arnaldo Pancrazi

 

Preghiera per gli ammalati di Benedetto XVI

Preghiamo per tutti i malati,
specialmente per quelli più gravi,
che non possono in alcun modo provvedere a se stessi,
ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui:
possa ciascuno di loro sperimentare,
nella sollecitudine di chi gli è accanto,
la potenza dell’amore di Dio e la ricchezza della sua grazia che salva.
Maria, salute degli infermi, prega per noi!

(Angelus, 8.02.2009)