Dichiarazione del Patriarca Moraglia ad un anno dalla morte di Valeria Solesin: “Ricordo affettuoso e triste, monito per un futuro senza più intolleranza e odio”

Una panoramica su piazza San Marco, durante la solenne ceromonia funebre di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre Venezia, 24 novembre 2015.
ANSA/CIRO FUSCO

Venezia, 12 novembre 2016

 

“Ad un anno dalla tragica morte di Valeria Solesin, il ricordo affettuoso e triste va innanzitutto a lei e alla sua vita, di giovane donna e intelligente ricercatrice, drammaticamente spezzata e poi ai genitori e al fratello – la loro testimonianza di grande dignità e compostezza è viva in quanti, attoniti, si erano stretti a loro in quei tragici giorni – e infine a tutti coloro che, a vario titolo, le hanno voluto e le vogliono bene.

Al loro immenso dolore si unisce quello di quanti – veneziani  e non – hanno a cuore la sacralità e il rispetto di ogni vita umana e i valori della libertà e del rispetto fra i popoli, le culture, le religioni. Il ricordo della vita spezzata di Valeria e di quanti hanno subito violenze simili alla sua sia motivo di riflessione e di monito per costruire un futuro in cui l’intolleranza e l’odio non trovino più modo di esprimersi.

Ricordando che, in occasione del funerale svoltosi in Piazza S. Marco, la famiglia aveva richiesto una benedizione e una preghiera, domani – 13 novembre, anniversario della barbara uccisione della carissima Valeria – la ricorderò, in modo particolare all’altare del Signore, nella celebrazione della santa messa”.

 

                                                                            + Francesco Moraglia, patriarca

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