Ripresa, l’8 settembre a Venezia, la causa di beatificazione del Servo di Dio Mechitar di Sebaste (il fondatore della Congregazione Mechitarista Armena)

(in calce l’intervento integrale svolto dal Patriarca Francesco durante la cerimonia)

Si è riaperta martedì 8 settembre, con un rito svoltosi a Venezia, la causa per la beatificazione e la canonizzazione del Servo di Dio Abate Mechitar di Sebaste, fondatore della congregazione armena mechitarista. Il rito si è tenuto  nella chiesa di San Martino di Castello, alle ore 16, ed è stato presieduto dal Patriarca Francesco. Durante la cerimonia si è tenuto anche il giuramento degli ufficiali di causa, tra cui il Patriarca stesso, don Benedict Ejeh, Preside della Facoltà di Diritto canonico, e don Pierpaolo Dal Corso, notaio di Curia e docente presso la Facoltà di Diritto canonico.

Mechitar nacque con il nome di Petros Manuk a Sivas (l’antica Sebaste), in Anatolia, il 7 febbraio 1676 ed entrò nel monastero di “Surp Nshan” (della Santa Croce), assumendo il nome di Mechitar (ovvero “Consolatore”). Nel 1696, all’età di vent’anni, fu ordinato prete. Fu ispirato dall’idea di creare un ordine dedicato alla pratica spirituale e alla ricostituzione spirituale del popolo armeno; a questo scopo diede vita a Costantinopoli nel 1701 all’ordine che da allora porta il suo nome. Due anni dopo, insieme ai suoi confratelli, riuscì a mettersi in salvo dalle persecuzioni delle autorità Ottomane: l’ordine si trasferì verso Modon nel Peloponneso (conosciuto anche come Morea), allora possedimento della Repubblica di Venezia.

Nel 1715 costruì il monastero di San Lazzaro degli Armeni, in un’isola della laguna di Venezia. È ancora oggi considerato il pioniere della rinascita della letteratura armena in lingua classica, in particolare per aver composto un’edizione della Bibbia nel 1735, ed aver compilato un Dizionario di armeno nel 1749. Si spense il 27 aprile 1749 nel convento dell’isola di San Lazzaro degli Armeni. La sua morte, sopraggiunta dopo una lunga malattia, mise in lutto, oltre che l’isola di San Lazzaro, l’intera Venezia.