S. Messa con il canto e l’animazione musicale dei Pueri Cantores della Cappella Musicale Pontificia Sistina
(Venezia / Basilica della Madonna della Salute, 26 marzo 2025)
Omelia del Patriarca Francesco Moraglia
Carissimi Pueri Cantores, mi rivolgo in modo particolare a voi in questa splendida basilica intitolata alla Madonna della Salute e davanti alla venerata icona detta Mesopanditissa, ossia “Mediatrice di pace”; è la Madonna carissima ai Veneziani.
Le parole della preghiera di colletta che ci hanno introdotto alla Messa, che abbiamo la gioia di celebrare in questo mercoledì della terza settimana di Quaresima, dicono: “Concedi a noi, o Signore, che, nutriti dalla tua parola e formati nell’impegno quaresimale, ti serviamo con purezza di cuore e siamo sempre concordi nella preghiera”.
Essere nutriti dalla parola del Signore, essere ben indirizzati nell’impegno della Quaresima, svolgere un servizio con purezza di cuore, con vera concordia e costanza nella preghiera: è qui reso bene il vostro compito di “Pueri Cantores”, a servizio della liturgia con impegno e desiderio di partecipazione in modo vivo e attivo alla lode del Signore, in purezza di cuore e secondo le indicazioni liturgiche della Chiesa.
È bello che oggi, davanti alla Madonna della Salute, da quattro secoli punto di riferimento spirituale dei veneziani e delle genti venete, vogliate esprimere il vostro atto di affidamento alla Beata Vergine Maria. È come un lasciarsi prendere per mano da Colei che non solo è la prima discepola, la prima evangelizzatrice, il modello cristiano e il criterio di vita per eccellenza (come dicevamo ieri), ma è soprattutto – per grazia – la Madre del Signore Gesù.
E come ha portato nel suo grembo e ha partorito Gesù per l’umanità, così può portare noi – ciascuno di voi, cari Pueri – e così formarci e farci crescere nell’ascolto della parola del Signore e nell’obbedienza alla sua volontà che è sempre il nostro vero bene e la nostra vera salvezza.
Pensate che Gesù ha abitato nel grembo di Maria per nove mesi e poi è stato da Lei – insieme a san Giuseppe – guidato, educato e fatto crescere come bambino, ragazzo e giovane uomo. Il nostro e il vostro affidarsi a Lei significa la disponibilità a lasciarsi guidare ed accompagnare sempre in ogni circostanza da Lei avendola, quindi, come punto di riferimento e criterio di vita.
E Maria – come vediamo anche nell’icona – ci porta sempre a Gesù, Lei che tiene in braccio il Figlio di Dio e lo indica a tutta l’umanità, a quanti vengono pellegrini in questa basilica. Così ogni volta Maria – la Madre – ridona il Bambino Gesù, il Figlio, il Salvatore, Colui che offre a noi la salvezza.
Ieri, nella solennità dell’Annunciazione nella chiesa di San Salvador, abbiamo ricordato la coincidenza del Natale di Venezia con la festa dell’Annunciazione appena celebrata e, oggi, siamo qui nella Basilica della Salute, il tempio mariano maggiore della Chiesa veneziana che sorge dove si congiungono il Canal Grande e il Canale della Giudecca, di fronte al bacino di San Marco.
Desidero invitarvi a guardare il tondo fissato sul pavimento al centro di questa Basilica. Contiene un’iscrizione che richiama, in latino, tutto quello di cui abbiamo detto: “Unde origo inde salus”. Ossia: da dove (Venezia) ebbe origine, di lì, da (Maria), venne la sua salvezza.
E infatti questo edificio sacro è il tangibile ringraziamento delle antiche generazioni veneziane per il fatto che la Madonna della Salute ha soccorso e salvato la città di fronte al dilagare della peste, conosciuta come “la peste di san Carlo” – era l’anno 1630 – per il prodigarsi instancabile, anzi eroico, dell’arcivescovo di Milano il cardinale Carlo Borromeo; è la peste raccontata dal Manzoni nei Promessi Sposi.
La salvezza è Gesù, il cui nome vuol dire, appunto, Yeshua, ossia: YHWH è salvezza. Maria, la Madre, è Colei che continuamente ci riporta a Lui ed è perciò Colei che ci dirige e accompagna verso la salute, ovvero la salvezza. Infatti, la salvezza è la vera salute che non viene dagli uomini ma da Gesù, unico Salvatore, nato da Maria che, a Nazareth, ha detto il suo “sì”.
Mi piace ricordare oggi con voi, carissimi Pueri Cantores, i tre bambini di Fatima. Come era avvenuto a Nazareth e a Betlemme, Dio guarda sempre ciò che per il mondo non conta ed è insignificante. Ebbene, a Fatima nel 1917 (con il mondo in guerra, come succede anche oggi purtroppo…) Dio non si è rivolto ai potenti del mondo, alla finanza internazionale o ai detentori dei mezzi di comunicazione sociale e – oggi diremmo anche – ai grandi influencer in grado di orientare la pubblica opinione ma a tre bambini, tre pastorelli pressoché analfabeti: Lucia, che aveva 10 anni, Francesco, di 9 anni, e Giacinta, di 7 anni. Sì, Dio vuol rivolgersi soprattutto ai semplici e ai piccoli ed indica come modello il cuore immacolato di Maria che, alla fine, trionferà sul male e sul peccato.
Cari Pueri, a quei tre bambini un giorno apparve un Angelo, l’Angelo della Pace, che li invitò a pregare molto – perché Gesù e la Madonna lo richiedevano – e consegnò loro una breve ma intensa preghiera che con voi voglio recitare: “Mio Dio, io credo, adoro, spero e Ti amo. Vi domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non attendono e non Ti amano”.
Il vostro atto di affidamento a Maria contenga sempre questo desiderio di credere, adorare, sperare ed amare in ogni momento e di più.
Il Signore, poi, continua anche ai nostri tempi a parlare attraverso e grazie ai piccoli e ai giovani. Pensiamo alla bella figura del Beato Carlo Acutis che è salito al cielo in modo repentino e inaspettato nel 2006, a soli 15 anni, e che sarà proclamato “santo” dalla Chiesa tra poche settimane.
Cari Pueri, Carlo Acutis – sin dalla Prima Comunione e quindi in un’età come la vostra – ha saputo manifestare una spiccata maturità cristiana che esprimeva nell’impegno per la carità, nell’amore per l’adorazione, l’Eucaristia e la preghiera (del Rosario in particolare), nella testimonianza offerta ai suoi amici e compagni di scuola, anche nella sua passione per il computer.
Non aspettate, dunque, di crescere in età; già ora il Signore si rivolge a ciascuno di voi, vi parla e vi chiama per fare cose grandi. L’atto di affidamento a Maria – Madre sua e Madre nostra -, che state per compiere, sia la bella risposta della vostra disponibilità a seguire e a testimoniare il Signore nella vita.
