Intervento del Patriarca durante “The Challenges to the World Peace Today” – Prima sessione “Strategie per costruire la pace: il ruolo delle religioni e della politica” (Venezia – Scuola Grande di San Teodoro, 5 luglio 2025)

“The Challenges to the World Peace Today” – Prima sessione “Strategie per costruire la pace:il ruolo delle religioni e della politica”

(Venezia – Scuola Grande di San Teodoro, 5 luglio 2025)

Intervento del Patriarca Francesco Moraglia

 

Saluto le autorità civili, militari e religiose presenti,

ringrazio l’associazione “Missione Shahbaz Bhatti” ed in particolare il dott. Paul Bhatti per questo convegno e per la costante opera di tessitura fatta di dialogo, incontri e solidarietà, specialmente in Pakistan, mantenendo vivo la testimonianza umana e cristiana di Clement Shahbaz Bhatti.

Un cordiale benvenuto a quanti porteranno in questo incontro il contributo del loro pensiero ed impegno associativo, sociale e politico.

Venezia – per storia e ancor più per vocazione – è città di incontri e di scambi. Nello stesso tempo è una città che intende, oggi più che mai, promuovere la pace. Non è un caso che sul leone alato – emblema del suo patrono, l’evangelista Marco – campeggi il motto “Pax tibi Marce evangelista meus”.

Venezia, dunque, è città di pace e il Vangelo di Gesù Cristo – che in san Marco presenta la redazione più antica – è annuncio e invocazione di pace offerta sempre e a tutti. Non dobbiamo dimenticarlo, specialmente in questo periodo segnato da tensioni, conflitti, azioni crudeli e insensate di guerra.

I lavori di questa mattina, prima sessione del convegno, sono esplicitamente dedicati ad approfondire il ruolo delle religioni e della politica nella costruzione della pace.

Richiamo, quindi, alcune considerazioni che scaturiscono dall’esperienza cristiana e dalla vita della Chiesa cattolica. Nei mesi appena trascorsi abbiamo vissuto il dolore per la morte del Santo Padre Francesco e, poi, la gioia per l’elezione del successore Leone XIV.

In quei giorni siamo rimasti colpiti da almeno due elementi: la forza anche “politica” che questi fatti, di per sé “ecclesiali”, hanno espresso al di fuori del perimetro ecclesiale, conducendo a Roma i più importanti leader del mondo. Rimane vivo in noi il ricordo di averli visti – uno a fianco dell’altro – presenti di persona, come è accaduto ai funerali di Francesco e per l’inizio del pontificato di Leone XIV. Questo anche grazie al fatto che proprio la pace è stata il filo conduttore del passaggio tra i due successori di Pietro.

È noto l’impegno di Papa Francesco, fino alla fine, a favore della pace alla quale dedicò il suo ultimo discorso, il Messaggio Urbi et Orbi di Pasqua: “Nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui. Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! (…) La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche” (Papa Francesco, Messaggio Urbi et Orbi per la Pasqua, 20 aprile 2025).

Poco dopo – sulla stessa linea – le prime parole che Papa Leone XIV ha rivolto al mondo e diventate subito familiari: “La pace sia con tutti voi! (…) questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la terra. La pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente” (Leone XIV, Prima benedizione “Urbi et Orbi” del Santo Padre, 8 maggio 2025).

Ma cosa intendiamo quando parliamo di pace? Certo, pace non ha nulla a che fare con l’ideologia del pacifismo; la pace si fonda sulla giustizia e sulla verità. E ancora: la pace – il magistero sociale della Chiesa lo insegna con forza – si coniuga con un reale e condiviso sviluppo sociale ed economico, che non deve tagliare fuori nessuna persona e nessun popolo; è, quindi, impegno a ridurre o eliminare le ingiuste diseguaglianze per favorire un’armonica crescita che ponga sempre al centro l’uomo.

La pace nasce dal cuore dell’uomo. Bisogna ripartire proprio dal cuore, dal rinnovamento interiore. In questo senso, è fondamentale l’opera portata avanti dall’associazione “Missione Shahbaz Bhatti” e da altre associazioni mosse dalla stessa volontà di bene e di pace. Un cuore umile e purificato non è il risultato del caso ma di un lavoro spirituale, etico, costante, prolungato, condiviso a diversi livelli: educativo, sociale, politico.

Permettetemi, infine, di citare le parole di un altro Papa, un grande testimone di pace; mi riferisco a san Giovanni Paolo II di cui quest’anno ricordiamo il ventennale dalla morte (2 aprile 2005). Nel 1980 il Suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace era, in modo eloquente e sapiente, intitolato: “La verità, forza della pace”. Egli sottolineava che la verità “è per eccellenza la forza pacifica e possente della pace… se è certo – e nessuno ne dubita – che la verità serve la causa della pace, è altresì indiscutibile che la «non-verità» va di pari passo con la causa della violenza e della guerra. Per «non-verità» bisogna intendere tutte le forme e tutti i livelli di assenza, di rifiuto, di disprezzo della verità: la menzogna propriamente detta, l’informazione parziale e deformata, la propaganda settaria, la manipolazione dei mezzi di comunicazione e simili” (Giovanni Paolo II, Messaggio del Santo Padre per la XIII Giornata Mondiale della Pace, n. 1).

Verità e menzogna, forze contrastanti e totalmente in lotta tra loro, diventano così portatrici di pace o di guerra, di convivenza o divisione. E se ogni “non-verità” aiuta ed alimenta la guerra, allora la pace ha bisogno della verità e della sincerità di tutti – in ogni ambito di vita, politica compresa – e del coraggio di intraprendere un cammino comune, condotto secondo verità e verso la verità perché solo la verità illumina e spiana le vie della pace; solo la verità rafforza i mezzi e le risorse umane che conducono alla pace.

La ricerca comune della giustizia e della verità, condotta insieme con determinazione, ci renderà così sempre più uomini, donne e popoli di pace.

A tutti i partecipanti al convegno auguro un proficuo lavoro.

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