Intervento del Patriarca al pellegrinaggio diocesano dei giovani alla Madonna della Salute (Venezia, 20 novembre 2018)

Pellegrinaggio diocesano dei giovani alla Madonna della Salute

(Venezia, 20 novembre 2018)

Intervento del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

 

Cari ragazzi e ragazze,

ormai da quattro secoli i veneziani si recano in pellegrinaggio alla Madonna della Salute.

Il volto dell’icona della Madre ispira pace e tenerezza mentre stringe fra le braccia il Figlio e lo mostra a noi pellegrini. Così la Madre continua a donarci il piccolo Gesù da cui proviene ogni salvezza.

Quest’anno il vostro pellegrinaggio – in sintonia col recente Sinodo – assume un significato tutto particolare: chiamarvi a responsabilità. Oggi facciamo memoria, nella preghiera, di quanti soffrono persecuzione e danno la vita per non tradire la loro fede in Gesù; i cristiani perseguitati nel mondo oggi sono più di duecento milioni.

Fra poco risuonerà una di queste voci attraverso la testimonianza di monsignor Botros Fahim – vescovo copto-cattolico di Minya in Egitto – mentre abbiamo appena ascoltato il canto mariano dei giovani della parrocchia copta-ortodossa di Venezia.

È un momento ecumenico importante in cui – al di là delle dolorose differenze – riscopriamo come è bello essere uniti in Gesù Cristo, il Crocifisso Risorto.

Il vostro pellegrinaggio è, quindi, una proposta che voi giovani e giovanissimi fate innanzitutto ai vostri coetanei e all’intera città di Venezia, pregando la Madre del Signore per poter costruire un mondo più giusto e rispettoso della libertà, ad iniziare da quella religiosa.

Questa sera – in cui Venezia si tinge del rosso del sangue di tanti perseguitati – voi contribuite a squarciare il velo pesante che l’indifferenza depone nelle coscienze.  Ricordate: l’indifferenza è virus mortale!

Papa Francesco ha voluto essere presente con un suo affettuoso saluto rivolto a quanti partecipano «…al pellegrinaggio diocesano promosso dal Patriarcato e dalla Fondazione Pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre” al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma di tanti cristiani perseguitati a motivo della loro fede». Il Papa ci ha detto, insomma, che ci è vicino ed auspica che questa «provvida iniziativa» susciti una doverosa attenzione da parte di tutti al grave problema delle discriminazioni che i cristiani subiscono in tante parti del mondo.

Sì, cari ragazzi, l’indifferenza è origine di tutti i mali ed è la vostra nemica! Sì, l’indifferenza è strada all’intolleranza e alla persecuzione!

L’indifferenza sta all’origine di ogni fallimento. Anche di un progetto educativo. E in tal caso – Dio non voglia! – potrebbe essere il fallimento di un’intera generazione.

Però oggi, con la vostra presenza, ci dite che non sarà così: grazie! Ripetiamocelo: è l’indifferenza che genera tanti crimini, è la madre di tanti mali!

L’indifferente non si spende, non fa argine, non oppone resistenza, non sa nemmeno se c’è qualcosa per cui valga la pena dare se stessi e tanto meno dare la vita, lasciando soli i perseguitati.

L’indifferenza, alla fine, cari ragazzi e care ragazze, è la vigliaccheria che fa male a chi la porta dentro di sé e a tutti quelli che questa persona incontrerà!

E’ l’indifferenza che permette l’esistenza dei bulli nelle scuole (e non solo), agli speculatori nel campo della finanza e ai mafiosi laddove lo Stato è latitante.

L’indifferenza, poi, è sempre la strada più comoda, più indolore e più infelice. Non confondiamoci: l’indifferenza non è essere neutrali o equidistanti; è semplicemente indifferenza e, cioè, vigliaccheria perché porta a schierarsi sempre dalla parte del più forte del momento contro il più debole, del persecutore contro il perseguitato, di chi rifiuta di tendere la mano a coloro che domandano accoglienza.

Cari ragazzi e care ragazzi, con la vostra partecipazione numerosa e convinta, ci dite che questa sera l’indifferenza qui è sconfitta. Continuate ad essere, per tutti, motivo di speranza.

Desidero ora ringraziare il vescovo Botros Fahim per la testimonianza che tra poco ci offrirà e la Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” nelle persone del presidente Alfredo Mantovano e del direttore Alessandro Monteduro.

Cari ragazzi, care ragazze, affidiamo alla Madonna della Salute tutte le minoranze perseguitate nel mondo, i cristiani, Asia Bibi e la sua famiglia. E grazie ancora per essere qui questa sera!

20/11/2018
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