Giubileo 2025 - Vademecum diocesano

Presentazione del Vademecum


È la speranza il filo conduttore che lega e caratterizza il prossimo Giubileo dell’anno 2025 e che, come da antica tradizione della Chiesa è stato indetto, secondo la scadenza ordinaria, ogni 25 anni dal Papa. Ogni cristiano, in questo particolare tempo, è in qualche modo chiamato a diventare pellegrino di speranza.

“Spes non confundit” – ossia: “La speranza non delude” (Rm 5,5) – è il titolo della Bolla di indizione firmata dal Santo Padre Francesco che, all’inizio del testo, esprime già il senso e le aspettative dell’anno di grazia 2025: “Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza; con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale «nostra speranza». Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza” (n. 1).

La Bolla è un testo abbastanza breve ma ricco di spunti di riflessione e che può essere opportunamente utilizzato per “entrare” subito nel cuore dell’Anno giubilare e delle sue peculiarità; vi sono contenute anche parecchie e preziose indicazioni per vivere bene e pienamente questo speciale tempo di grazia.

Un elemento fondamentale di questo tempo rimane sempre il pellegrinaggio: “Mettersi in cammino – scrive il Papa nella Bolla – è tipico di chi va alla ricerca del senso
della vita. Il pellegrinaggio a piedi favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità. Anche nel prossimo anno i pellegrini di speranza non mancheranno di percorrere vie antiche e moderne per vivere intensamente l’esperienza giubilare… Transitare da un Paese all’altro, come se i confini fossero superati, passare da una città all’altra nella contemplazione del creato e delle opere d’arte permetterà di fare tesoro di esperienze e culture differenti, per portare dentro di sé la bellezza che, armonizzata dalla preghiera, conduce a ringraziare Dio per le meraviglie da Lui compiute. Le chiese giubilari (…) potranno essere oasi di spiritualità dove ristorare il cammino della fede e abbeverarsi alle sorgenti della speranza, anzitutto accostandosi al Sacramento della Riconciliazione, insostituibile punto di partenza di un reale cammino di conversione” (n. 5).

Quanto alle date, il Santo Padre Francesco ha stabilito che il Giubileo ordinario sarà inaugurato con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Vaticano il 24 dicembre 2024; il Papa, nei giorni successivi aprirà anche (il 29 dicembre 2024) la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, di seguito (il 1° gennaio 2025) quella Basilica papale di Santa Maria Maggiore ed infine (domenica 5 gennaio 2025) toccherà alla Porta Santa della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura; queste ultime tre Porte Sante saranno successivamente chiuse entro domenica 28 dicembre 2025.

È stato, inoltre, fissato che domenica 29 dicembre 2024 si terrà la solenne apertura diocesana dell’Anno giubilare con una S. Messa presieduta dal Vescovo nella chiesa cattedrale.

Nelle Chiese particolari l’Anno Santo terminerà domenica 28 dicembre 2025 mentre a livello di Chiesa universale il Giubileo ordinario terminerà con la chiusura della Porta Santa della Basilica papale di San Pietro in Vaticano prevista il 6 gennaio 2026.

Sempre nella Bolla si sottolinea una provvidenziale circostanza di carattere ecumenico: durante il prossimo Giubileo cadrà la ricorrenza – significativa per tutti i cristiani – dei 1700 anni dalla celebrazione del primo grande Concilio ecumenico svoltosi a Nicea. Sia un invito ulteriore “a procedere nel cammino verso l’unità visibile” (n. 17), secondo il desiderio e la preghiera di Gesù: “tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21).

Un’altra realtà fortemente connessa all’Anno giubilare rimanda direttamente al momento del giudizio di Dio e all’opportunità offerta dall’indulgenza. Scrive il Papa nella Bolla: «Il giudizio riguarda la salvezza nella quale speriamo e che Gesù ci ha ottenuto con la sua morte e risurrezione. Esso, pertanto, è volto ad aprire all’incontro definitivo con Lui. E poiché in tale contesto non si può pensare che il male compiuto rimanga nascosto, esso ha bisogno di venire purificato, per consentirci il passaggio definitivo nell’amore di Dio. Si comprende in tal senso la necessità di pregare per quanti hanno concluso il cammino terreno, solidarietà nell’intercessione orante che rinviene la propria efficacia nella comunione dei santi, nel comune vincolo che ci unisce in Cristo, primogenito della creazione. Così l’indulgenza giubilare, in forza della preghiera, è destinata in modo particolare a quanti ci hanno preceduto, perché ottengano piena misericordia. L’indulgenza, infatti, permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. Non è un caso che nell’antichità il termine “misericordia” fosse interscambiabile con quello di “indulgenza”, proprio perché esso intende esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini» (nn. 22-23).

Al termine della Bolla il Santo Padre Francesco afferma infine: “Il prossimo Giubileo, dunque, sarà un Anno Santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta, quella in Dio… Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo, al quale va la lode e la gloria ora e per i secoli futuri” (n.25).

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