S. Messa in occasione della festa di S. Lucia
(Venezia / Santuario diocesano di S. Lucia, 13 dicembre 2024)
Omelia del Patriarca Francesco Moraglia
Saluto le autorità civili e militari, i rappresentanti degli Ordini, delle Scuole Grandi, delle Arciconfraternite e del Movimento Apostolico Ciechi, i sacerdoti, i diaconi, le persone consacrate e tutti i fedeli presenti.
Abbiamo la gioia di celebrare la festa di santa Lucia in questo Santuario diocesano a Lei intitolato e che sempre più vuole essere – con le differenti iniziative in programma ed anche con gli importanti lavori di restauro realizzati in questi ultimi anni – un tempio bello e accogliente per tutti i pellegrini, in modo da favorire la preghiera e l’incontro con Dio.
Ringrazio, per questo, il rettore don Gianmatteo Caputo che si muove in tal senso tenendo conto anche della riorganizzazione pastorale in atto nel centro storico di Venezia. Il passaggio di questa realtà da parrocchia a Santuario diocesano risponde alla logica di valorizzare al meglio la presenza di santa Lucia e la possibilità di visite e pellegrinaggi da parte dei devoti veneziani e da quanti provengono da fuori diocesi, da ogni parte d’Italia e del mondo.
Ringrazio anche il Comune di Venezia che ha installato ai piedi del ponte delle Guglie una passerella temporanea per favorire il flusso di persone anziane e disabili verso questa chiesa, in occasione della festa della Santa, affinché tutti i pellegrini possano renderLe omaggio.
Un saluto speciale rivolgo al Vicario generale e alla delegazione dell’Arcidiocesi di Siracusa con la quale, tra poche ore, ci recheremo in Sicilia con il corpo di santa Lucia che diventerà pellegrina per alcuni giorni nelle diocesi di Siracusa, Catania e Acireale.
Sono molto belle le parole che il Santo Padre ha rivolto in queste ore nel suo messaggio alla Chiesa siracusana in occasione della traslazione temporanea del corpo di Santa Lucia. Papa Francesco parla del pellegrinaggio di Lucia “da Venezia a Siracusa, cioè dalla città che da otto secoli custodisce il suo corpo a quella in cui la sua testimonianza è inizialmente brillata, diffondendo luce in tutto il mondo… La comunione fra due Chiese particolari, che ha reso possibile questa traslazione temporanea, indica a sua volta un modo di abitare il mondo che può vincere le tenebre che ci circondano: c’è luce dove ci si scambiano doni, dove il tesoro di uno è ricchezza per l’altro”.
Con Lucia, quindi, ci incamminiamo anche verso l’Anno Santo che sta per cominciare e, da Lei mossi, diverremo tutti come quei “pellegrini di speranza” di cui parla Papa Francesco all’inizio della Bolla di indizione del Giubileo “Spes non confundit” (n. 1).
Riflettendo proprio su questo “viaggio” di Lucia, che durerà poco più di due settimane, mi pare essenziale considerare l’attualità della Santa e del gesto, ricco di significato, di venerare il suo corpo.
Lucia, infatti, ci fa guardare al futuro, non solo al passato o al presente. Partiamo dalla sua testimonianza di fede: ci ricorda come essere cristiani sia una scelta seria che tocca in profondità “sconvolgendo” la vita di ogni discepolo e incominciando dalla nostra.
Lucia oggi risplende come donna forte e cristiana fedele; è la vergine e martire – cioè la “testimone” – che ci fa entrare nel mistero di Cristo. Con la sua fedeltà e il suo amore ci insegna come la vita cristiana non sia forza fisica e veemenza verbale ma vigore nella fede che si esprime in un amore totale e in una speranza più forte. La riuscita del cristiano, infatti, non si misura secondo i criteri del mondo.
In un tempo oggi più che mai segnato da crescenti sopraffazioni e violenze, specialmente nei confronti delle donne, Lucia è – con il suo coraggio e la sua dignità – esempio attualissimo. Lo è, soprattutto, per noi che viviamo in un’epoca in cui l’uccisione di donne (femminicidi) è, purtroppo, un dato quasi quotidiano.
La giovanissima età non ha impedito a Lucia – vergine e martire – di rimanere fedele alla volontà di Dio, ossia al battesimo, al suo voler essere cristiana e al suo appartenere in modo totale al Signore. E questo avviene anche quando è posta innanzi all’alternativa più drammatica di fronte alla quale una persona può essere posta: salvare la propria vita, e così poter tranquillamente ritornare alla propria quotidianità (affetti, beni, consuetudini), o rimanere fedele e scegliere il Signore nella fedeltà del battesimo perdendo tutto, anche la vita.
I santi e i martiri, in modo particolarissimo, hanno saputo accogliere la grazia di Dio nella loro vita – vagliando tutto e tenendo ciò che è buono (cfr. 1Ts 5,21) – lasciandosi santificare e conservandosi irreprensibili. In tal modo hanno fatto fruttificare il sacramento del Battesimo rimanendo fedeli, anche a prezzo della loro vita. Chiamati a scegliere tra il salvare se stessi, i propri affetti e i propri beni patrimoniali o confermare l’appartenenza a Gesù, hanno preferito Gesù. Gesù, per loro, veniva prima: questa è stata anche la scelta di santa Lucia.
Le reliquie che veneriamo non sono realtà magiche, ma richiamano piuttosto la verità dell’incarnazione di Dio nel Figlio Suo Gesù e non possiamo dimenticare che siamo ormai vicini alla solennità del Natale che la celebra.
Richiamano anche la visibilità della Chiesa, che è fatta di donne e di uomini concreti. Non esiste, infatti, una Chiesa “disincarnata”, di puri spiriti; tale pretesa di Chiesa non è la Chiesa di Cristo. Così per noi, oggi, Lucia incarna – insieme – il volto materno, sponsale e femminile della Chiesa che precede ogni ministero, ufficio e azione pastorale.
Lucia, giovanissima vergine e martire dell’inizio del IV secolo, testimonia anche a noi – cristiani del XXI secolo un po’ mondanizzati e sempre però incamminati verso l’eternità – che l’eternità dipende proprio dalla nostra storia personale, dalle nostre scelte concrete e quotidiane; dipende dal bene – e Dio, non voglia, dal male – che facciamo, come ci ricorda san Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, attraverso il nostro corpo (cfr. 2 Cor 5,9-10).
Oggi a Venezia – e nei prossimi giorni in Sicilia – chiediamo con grande fiducia l’intercessione di santa Lucia per invocare la pace tra i popoli, l’aiuto per i più deboli, la protezione e la luce, la giustizia, la misericordia e la verità per tutti e per il nostro mondo, sempre alle prese con tanti travagli, lacerazioni e conflitti.
Alla vigilia dell’apertura dell’imminente Giubileo, invochiamo il sostegno di santa Lucia perché ci indichi e ci spinga lungo la nostra via alla santità e ci accompagni con la forza trascinante della sua testimonianza di martirio e di verginità.
