Acqua alta eccezionale a Venezia, il Patriarca sui luoghi del disastro: “Molta amarezza, dopo tante promesse e attese, e vicinanza alla gente”. Attivata la Caritas per venire incontro a situazioni di emergenza. San Marco e chiese sotto acqua

Venezia, 13 novembre 2019

“Tanta amarezza. Ma il primo pensiero è per i veneziani, con tanta vicinanza: oltre l’80% della città è andata sotto acqua e ci sono disastri notevoli”: il Patriarca Francesco Moraglia pronuncia queste parole di primo mattino, mentre attraversa più volte le varie zone della basilica e osserva preoccupato soprattutto il nartece e la cripta (dove ci sono anche le tombe dei Patriarchi) immersi nell’acqua.

“Ho già chiesto alla Caritas – prosegue – che si attivi in tutti i modi possibili rendendo disponibili anche i fondi di emergenza per la carità e che potranno essere utilizzati, in modo motivato, soprattutto per le persone più fragili; penso a chi dorme per strada o non ha un luogo abituale di ricovero e ritrovo. Auspico – e sono convinto – che anche le nostre parrocchie si rendano disponibili in queste ore per quanto sarà necessario e possibile fare per soccorrere ed accogliere”.

“Ho già parlato con il sindaco Brugnaro, con il prefetto Zappalorto, con il governatore Zaia – continua ancora il Patriarca – . Il sentimento dell’amarezza, tanta amarezza, è anche legato a questo fatto: il silenzio delle autorità centrali. Ogni anno Venezia è provata. Solo il 29 ottobre dell’anno scorso abbiamo avuto un fenomeno non di questa entità ma certamente analogo e che ha allarmato e su cui ci eravamo soffermati molto con delle richieste rivolte alle autorità. Noi le accogliamo sempre volentieri quando vengono ad inaugurare la Biennale, le mostre e tante altre belle manifestazioni e feste veneziane. Ma li vorremmo anche presenti intorno ad un tavolo su cui si possa discutere insieme sulla nostra sicurezza, perché di sicurezza della città qui si parla ormai. Sarebbe opportuno sapere, finalmente, che ne sarà del Mose e che cosa possiamo attenderci noi veneziani dopo tante promesse e tante attese. Questo è il sentimento insieme a quello di poter visitare presto i luoghi e le persone più provate da questa acqua alta, anunciata, che assume di ora in ora proporzioni sempre più grandi”.

A chi gli chiede, poi, se è riuscito a dormire nella notte appena trascorsa il Patriarca risponde: “Ho dormito pochissimo e ho pregato molto per la mia gente”. E subito dopo esce, accompagnato anche dal sindaco Brugnaro giunto anch’egli in basilica, a vedere altri luoghi del disastro e a parlare con altre persone colpite da tale evento.

 

Intanto, facendo seguito alle parole del Patriarca Moraglia, la Caritas diocesana di Venezia comunica di essere pronta ad accogliere richieste e segnalazioni provenienti dalle comunità e mette anche a disposizione alcuni posti letto per eventuali persone e famiglie in difficoltà. Il numero di telefono da contattare è 3341032714. Inoltre, la mensa veneziana della Tana resterà aperta 24 ore su 24 per almeno un paio di giorni per consentire alle persone senza fissa dimora di trovare un dignitoso riparo.

 

La situazione è molto pesante non solo per la basilica cattedrale di San Marco – qui specialmente in cripta, in battistero e lungo il nartece – ma anche per tante chiese veneziane invase in occasione della marea eccezionale. Le prime segnalazioni indicano che l’acqua è entrata in modo notevolissimo a Sant’Alvise, San Girolamo, Santa Sofia e San Marcuola (Cannaregio), sotto completamente San Giacomo dall’Orio e molta acqua anche a San Simeon Grande. Completamente sotto San Moisè, San Cassiano molta acqua e addirittura a S. Maria Mater Domini troppa acqua da non riuscire ad entrarci. Sotto anche la chiesa dei Carmini, di San Polo e poi San Donato di Murano; probelmi anche per il complesso e il chiostro di Sant’Apollonia (dove c’è il museo diocesano). L’acqua è entrata ai Gesuati e anche a Santo Stefano e a San Martino. Alcuni centimentri di acqua hanno raggiunto (altro dato inedieto ed eccezionale) il piano terra del Seminario Patriarcale, a fianco della basilica della Salute.