Pensare con Lode

Lo scorso 16 ottobre abbiamo avuto la fortuna, come Pastorale Universitaria, di accogliere don Luca Peyron (responsabile della Pastorale Universitaria di Torino da più di sei anni) per un confronto costruttivo riguardo al mondo universitario. Gli abbiamo chiesto consigli e testimonianze del suo servizio, anche alla luce dell’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit. Un primo incontro si è tenuto mercoledì alla scuola dei Laneri, mentre giovedì don Luca ha visitato la Casa Studentesca Santa Fosca, governata dal Centro di Pastorale Universitaria.

Il primo incontro è iniziato con un Ave Maria, poiché il motore di tutto – come ci ricorda anche Don Luca – è la preghiera, la fede. È interessante come egli sia stato ispirato nella scelta della preghiera dal colore blu dello storico tavolo dei Laneri, tavolo che da sempre ha accompagnato ogni nostra riunione ed attività. Un bell’esempio di come la spiritualità possa essere stimolata anche dalle piccole cose intorno a noi, se solo si hanno gli occhi per coglierla.

Dopo l’affidamento alla Vergine, Peyron ha iniziato il dialogo sottolineando tre punti di forza e di ricchezza della Pastorale Universitaria che, secondo lui, non devono rimanere ad essa confinati, ma piuttosto essere condivisi e insegnati a tutta la Chiesa. In primo luogo, la Pastorale Universitaria ha la capacità di sapersi accreditare davanti al mondo. A causa di un cambiamento sociale, oggi non basta più essere autorità, ma bisogna anche avere il consenso delle persone, se si vuole essere ascoltati. Perciò, nel mondo universitario, dobbiamo dimostrare non solo di essere credenti, ma anche credibili. L’attitudine è quella di saper stare in punta di piedi a casa di altri, saper essere sempre ospiti (e talvolta nemmeno graditi). Possiamo e dobbiamo insegnare alla chiesa ad essere se stessa anche quando è minoranza, ad essere cattolica anche quando è straniera.

In secondo luogo, la Pastorale Universitaria ha acquisito un’attitudine a pensare, a pensarsi e a far pensare. L’obiettivo è utilizzare questa risorsa per far collegare il sapere alla Rivelazione. Il dialogo, per esempio, sul rapporto tra la chiesa e il mondo è un’occasione potente di evangelizzazione. Gesù è vero Dio e vero Uomo, non importa con quale via si arrivi a Lui, l’importante è giungere alla sua natura umana-divina. La Pastorale può far ritornare la Chiesa ad essere un luogo di pensiero (quale già era, fino al XIX secolo), ora troppo debole nelle nostre parrocchie, anche promuovendo tesi di laurea riguardo a Cristo e al Vangelo, argomenti che oggi urge esplicitare.

Un’altra grande ricchezza è la corrente intergenerazionale che attraversa tutta la Pastorale. Alla base dell’università ci sono molte persone, di età diverse, che concorrono per uno stesso obiettivo. Così i membri di tutte le diocesi devono imparare a collaborare, superando le distanze d’età, poiché mossi da una medesima sorgente e diretti verso un unico obiettivo. Don Luca a questo proposito ci ha portato l’esempio di un progetto che ha riscosso molto successo a Torino: universitari fuori sede sono stati accolti da anziani torinesi, spesso lasciati da soli, al fine di imparare da queste persone saperi a cui altrimenti non avrebbero avuto accesso, in cambio di compagnia sincera e ben disposta ad un dialogo costruttivo.

Il giorno dopo il dialogo dei Laneri, don Luca Peyron ha visitato la Casa Studentesca Santa Fosca, realtà molto importante per la nostra Pastorale Universitaria. È stato un piacere potergli presentare una realtà, nel cuore di Venezia, dove studenti fuori sede non scelgono solo l’università, ma anche una vita comunitaria basata sui valori del Vangelo. I “santafoschini” hanno preparato per lui una visita accurata di tutti gli spazi, dalle cucine alla cappella di casa (il cuore pulsante della casa), passando per l’adiacente convento delle suore della Riparazione, cercando di testimoniare il più concretamente possibile quello che vivono quotidianamente. Questa realtà è piaciuta moltissimo a don Luca, che ritiene dovrebbe essere riproposta anche nelle altre città italiane. Il giro è terminato con un momento di festa con tutti i santafoschini presenti: il classico aperitivo veneziano.

Prima di prendere il treno, don Luca si è fermato a pranzo con i responsabili della Pastorale, della casa studentesca e con gli organizzatori della visita. Il pasto ha offerto l’occasione ai presenti di porre gli ultimi quesiti rimasti nei loro cuori. Don Luca ha risposto con piacere a tutte le domande facendo passare, ancora una volta, il senso di speranza che gli universitari cristiani devono avere e devono diffondere. Il Vangelo è la bella notizia, la più bella che ci sia, e non bisogna avere paura di annunciarla con qualsiasi mezzo e a chiunque si incontri.

La Pastorale lo ringrazia di cuore per la visita, per la testimonianza offertaci e non vede l’ora di poterlo riavere a Venezia il prossimo marzo, quando verrà a parlarci del suo libro Incarnazione digitale. A nostro avviso, per rifarci al motto della Pastorale Universitaria di Torino, questi due giorni ci aiutano a ricordare che tutta la Chiesa, oggi, può “Pensare con lode!”.