Convegno di Pastorale Universitaria Nazionale – Roma, 28-29/11/2019

È possibile trasformare ogni incontro in una possibilità di arricchimento, infatti nel confronto con un’altra persona possiamo capire o far capire all’altro i punti di forza e quelli invece che possono essere migliorati.

Questo è quanto ha provato a fare una delegazione di sei studenti e due responsabili della casa Studentesca Santa Fosca di Venezia, che hanno rappresentato la diocesi veneziana al convegno nazionale di pastorale universitaria. Dal titolo “Una comunità di studio, di ricerca e di vita”, il convegno ha avuto luogo il 28 e il 29 novembre scorsi a Roma.

Anche quest’anno i due giorni di convegno hanno dato occasione ai vari responsabili delle pastorali universitarie di rincontrare volti già noti, conoscere nuove persone e confrontarsi sull’operato svolto nei propri territori. Il dialogo di per sé corposo di contenuti e fecondo di nuove possibilità, è stato arricchito dalla riflessione sul “Manifesto per l’Università”, documento firmato Il 15 maggio 2019 dal Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, e dal Prof. Gaetano Manfredi, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Le due conferenze hanno concordato sul «riconoscere vicendevolmente il loro ruolo formativo e culturale nella società italiana, le quali desiderano, di fronte alle nuove sfide, essere insieme attori ed alleati». Focus del convegno non è però stata la lettura e l’analisi del manifesto, ma il come renderlo attuale: «vorrei che da ora si inizi a lavorare non più sul manifesto, ma a partire dal manifesto» dice il prof. Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per l’educazione, la scuola e l’università.

Per confrontarsi su come, nelle varie diocesi italiane, la pastorale universitaria rappresenti una sinergia tra Chiesa e Università è stata svolta un’attività a gruppi ristretti. Durante questo coinvolgimento diretto, anche la pastorale di Venezia ha potuto esporre i propri punti di forza: in primo luogo il legame che la pastorale ha con gli studenti. «A Venezia, la pastorale universitaria ci offre degli spazi per esprimerci e per incontrarci al fine di scambiare idee e conoscenze – dice Daniele Barolo, studente collaboratore della p.u. di Venezia – e al contempo ci dona l’occasione di vivere gli anni dell’università con maggiore consapevolezza, mettendo al centro del nostro operare in comunità l’incontro con Gesù». In secondo luogo la presenza di vari studentati diocesani che si sforzano già da tempo di collaborare, sia tra di loro sia con l’università, per formare ed educare i giovani studenti.

Dagli incontri con i responsabili delle altre pastorali universitarie, quella veneziana ha potuto apprendere nuove strade che possono essere percorse e intraprese. Molti sono stati gli esempi di una cooperazione attuata tra diocesi e atenei universitari, come a Bologna, dove ora viene offerta la possibilità agli studenti di utilizzare gli esami a scelta libera per frequentare dei corsi della facoltà di teologia; o a Pavia ove si tengono conferenze che invitano la Chiesa, l’Università e il Policlinico locali a rispondere alla domanda «chi è l’uomo?» dal punto di vista del proprio campo di specializzazione.

Anche la pastorale universitaria di Venezia vuole, in linea con il Manifesto per l’Università, provare a essere ponte tra questi due mondi sempre più vicini, al fine di far crescere gli studenti in un ambiente che possa valorizzare i talenti e le personalità di ciascuno. A tal proposito, Papa Francesco, incontrando i docenti e gli studenti della LUMSA, ha detto che «l’università comporta un impegno non solo formativo ma educativo, che parte dalla persona e arriva alla persona». La Chiesa, anche a Venezia, non può non concorrere a questo obiettivo, visto che lo fa già da duemila anni.