“I ragazzi vogliono progetti, non oggetti”

«Mi fermo e chiedo: riuscireste voi a trasformare in canto il dolore della vita, i vostri fallimenti, la vostra inadeguatezza? A nutrirvi del vostro destino, più o meno fortunato che sia, per farne un capolavoro immortale?»

Queste sono le domande che Alessandro D’Avenia pone al suo lettore in un capitolo del libro L’arte di essere fragili e che proprio ora sembrano suonare ancora più familiari, in un clima surreale, che richiede grande impegno e serietà da parte di tutti noi.

La Pastorale Universitaria ha deciso di fare la sua parte.

Dopo un momento di stop dovuto alle improvvise misure per l’emergenza in corso, c’è stato bisogno di reinventarsi. Ci siamo chiesti in primo luogo cosa fosse la Pastorale, così da poter ripartire da lì e mettere in atto nuovi modi di vivere la nostra esperienza universitaria, anche in quarantena, a distanza di centinaia di chilometri l’uno dall’altro.

La Pastorale Universitaria è soprattutto un incontro, che vuole unire cultura e spiritualità, conoscenza e fede, ma come farlo ora?

D’Avenia ce lo suggerisce scrivendo che i ragazzi «vogliono progetti, non oggetti. Mentre noi cerchiamo di soddisfare il desiderio con le cose, loro chiedono quello che il desiderio contiene: la speranza dell’impossibile reso possibile».

Ed è proprio per rispondere a questa esigenza che Emanuele, Giada e Daniele (i tre ragazzi al servizio della Pastorale Universitaria) hanno deciso di organizzare un podcast condivisibile sui social per la lettura e il commento del Vangelo del giorno, compreso quello della domenica, con l’aiuto di don Gilberto Sabbadin e don Francesco Marchesi (rispettivamente responsabili della Pastorale Universitaria e Giovanile).

Ma in che modo questo può costituire una risposta?

«La riflessione sul Vangelo permette di informare – spiega don Gilberto – e quindi di dare forma alle nostre giornate: in questo momento abbiamo bisogno di ritornare all’essenziale, custodirci, prenderci cura della relazione». E per farlo è importante capire che il cristiano, come tale, deve orientare la sua vita al bene e la migliore occasione per agire in questa direzione è farlo nelle realtà che ci riguardano, che ci sono più vicine, sostiene Emanuele.

La reazione è stata un sincero «grazie» da parte di noi universitari, perché proprio in questo momento di «Quaresima anomala», come la definisce il nostro Patriarca Francesco Moraglia, abbiamo bisogno di questo richiamo, di linee da seguire, che ci ricordino ogni giorno il perché e il come di queste giornate.

È in corso anche la preparazione di altri progetti, ad esempio Question & Answer Teologico (Q&A): «un nuovo format che uscirà ogni due settimane e offrirà l’opportunità agli studenti di porre  domande teologiche, alle quali risponderanno degli esperti con video di pochi minuti» ci racconta Daniele.

È quindi chiaro che in questa situazione, nuova per tutti, le parole chiave siano: condivisione e intraprendenza.

«Ponendo le domande giuste, vivendole giorno per giorno e condividendole con gli altri uomini, troveremo compagni di viaggio nelle notti più oscure. E scopriremo che si può, mentre si erra nella notte, persino cantare» conferma D’Avenia nel suo libro.

Non perdiamoci d’animo, dunque, e facciamo in modo di riconoscere alla fine di tutto questo il lavoro svolto e ciò che ne sarà fruttato.

Anna Capotorto

Di seguito il link per ascoltare la Parola del Giorno:
https://soundcloud.com/puvenezia