Presentazione


Casa di Spiritualità, Dedicazione della Chiesa

Casa Diocesana di Spiritualità, Dedicazione della Chiesa (Cavallino 1 maggio 2001)

A Venezia, nel 1983, il Patriarca Marco Cè ha costituito l’Opera diocesana esercizi e ritiri spirituali, in sigla “Oders”, con il compito di incrementare la vita spirituale della diocesi, valorizzando soprattutto l’esperienza degli Esercizi Spirituali, dei Ritiri e degli incontri (o “Scuole”) di preghiera.

Si è voluto in questo modo mettere a servizio di tutta la Chiesa diocesana uno strumento pastorale che, senza sostituirsi alle comunità parrocchiali, ai gruppi, ai movimenti,  li sostenga nell’offerta a tutti – non a particolari categorie di persone, anche se con viva attenzione alle esigenze delle differenti età e condizioni di vita –  occasioni, luoghi, tempi per l’incontro con il Signore, nell’ascolto della sua Parola, nella Liturgia, nella fraternità.

Divenuto Patriarca emerito, il Cardinale Cè ha accolto l’invito dei suoi successori ad affiancarli nella guida e promozione degli esercizi spirituali diocesani e vi si è dedicato assicurando la sua presenza finché le forze glielo hanno permesso e, nel suo ultimo anno di vita, impossibilitato a muoversi, li ha seguiti con il consiglio e la preghiera.

Mons. Valerio Comin, già segretario particolare del cardinale Marco Cè, ha portato avanti per molti anni l’Opera con l’aiuto di un bel gruppo di persone, in particolare Gabriella Dri, per alimentare questa bella intuizione pastorale, che ha accompagnato ed arricchito la vita spirituale di moltissimi fedeli laici.

Nel 2022 il Patriarca Francesco Moraglia ha stabilito che l’Opera Diocesana Esercizi e Ritiri Spirituali (ODERS), assorbendo alcune delle competenze del soppresso Ufficio Diocesano Pellegrinaggi, venisse ricostituita in Opera Diocesana Esercizi, Ritiri Spirituali e Pellegrinaggi (ODERSP), affidando il compito di questo servizio a don Giacinto Danieli e don Filippo Malachin.


Gli esercizi spirituali

Giorni intensi, vissuti sempre in un clima di serenità e fraternità. Immersi spesso e volentieri in un silenzio che parla e invita all’ascolto per riscoprire il “primato di Dio”. Mescolati assieme ad altre persone, di ogni età e provenienza. In una casa accogliente e, pur grande, dal carattere davvero “familiare”. Ricchi di momenti normali e straordinari insieme. Di quegli elementi, cioè, che compongono (o dovrebbero comporre) la vita ordinaria e “bella” di ogni cristiano. Di ogni battezzato, senza ulteriori aggettivi o chissà quali specializzazioni. È quanto offrono a tutti, in ripetute occasioni durante l’anno, gli esercizi spirituali diocesani che si svolgono a Cavallino e, in genere, nel paio di giorni che vanno dal venerdì sera alla domenica pomeriggio; solo talvolta si estendono più a lungo, magari sfruttando qualche “ponte” utile.

La fisionomia delle giornate, con alcuni adattamenti in base alle diverse tipologie di destinatari, è anzitutto orientata a dar rilievo alla “centralità” della Domenica – e in essa della santa Messa – come “naturale” culmine degli esercizi spirituali. In un certo qual modo anticipata dalla liturgia delle ore, è più da vicino attesa con la celebrazione vigliare del sabato sera secondo il rito previsto, e mediante la familiarizzazione con i testi costitutivi la liturgia della parola, accostati precedentemente nella preghiera comunitaria, meditati e spiegati nell’immediata preparazione alla Messa.
Un pomeriggio, solitamente il sabato, è dedicato alla celebrazione comunitaria del sacramento della Riconciliazione, con un tempo prolungato e tranquillo per la Confessione individuale, mentre tutti possono continuare la preghiera in chiesa adorando l’Eucaristia: gli esercizi spirituali, soprattutto mediante il perdono sacramentale, realizzano la rigenerazione delle persone e del popolo di Dio.

In tale contesto, liturgico ed ecclesiale, l’ascolto prolungato della Parola di Dio dona uno sguardo “sapienziale” sulla propria vita e sulla storia.

Non mancano, inoltre, momenti semplici di amicizia e dialogo tra i presenti, ad esempio, nella meditazione comunitaria e nel ritrovo in sala da pranzo per consumare insieme i pasti.

Tutto concorre a favorire una profonda comunione, ravvivando la consapevolezza, gioiosa e impegnativa, di costituire l’unica famiglia dei figli di Dio che è la Chiesa.


«Gli esercizi spirituali diocesani – osserva mons. Giacinto Danieli – rappresentano un’autentica esperienza di Chiesa, proposta e svolta per il bene delle persone, a sostegno della vocazione battesimale di ciascuno. È una dimensione profondamente evangelica ed umana, che risponde a un preciso desiderio e bisogno, che ci riporta e rinvia continuamente all’umanità di Gesù, alla sua “persona adorabile” come diceva spesso il Patriarca Marco Cè».

Vivere un’esperienza d’incontro con la Chiesa diocesana, nella sua concretezza e varietà, ed accogliere una proposta spirituale robusta e semplice nello stesso tempo perché contiene i “fondamentali” della vita cristiana necessari per ogni discepolo del Signore, qualunque sia il suo servizio e “posto” nella Chiesa e nel mondo: il primato del dare spazio e ascolto a Dio che parla, la centralità dell’Eucaristia e la forza della convocazione ecclesiale in assemblea liturgica, la riscoperta e la pratica del sacramento della confessione, i momenti di fraternità e di condivisione ecc.

«Negli esercizi spirituali diocesani – continua don Giacinto – si sperimenta il sentirsi Chiesa. Essere cristiani non è un affare personale, genera un’appartenenza. E, infatti, a partire dal battesimo si diventa insieme figli di Dio e figli della Chiesa» (mons. Giacinto Danieli)

[Tratto da un articolo di A. Polet in Gente Veneta n. 36]


La casa degli esercizi

La Casa diocesana di spiritualità Maria Assunta, situata a Cavallino-Treporti, è stata costituita il 25 aprile del 2001 per volere dell’allora Patriarca il Cardinale Marco Ce’, ristrutturando nel 1988 il bene finora allora in possesso delle suore Dorotee.

La Casa è nata per dare respiro spirituale alla Chiesa veneziana, un centro vitale a servizio delle comunità e dei singoli per proporre con forza la chiamata di tutti alla santità seminata dal Battesimo, per far fiorire carismi e ministeri a partire dall’ascolto della Parola di Dio e dalla centralità dell’Eucaristia.

“Un luogo in cui sia possibile a tutti, almeno una volta in vita, vivere qualche giorno in profondo silenzio perché tutto taccia, Dio parli e sia lui il primo: è un’esperienza decisiva per la vita di una persona […] Una Casa che è un atto di amore per questa Chiesa e per questa storia in cui il Signore ci ha chiamati (card. Marco Cè, Preambolo allo statuto, Venezia, 25 aprile 2001, Festa di San Marco)

La Casa ospita ritiri e corsi di esercizi spirituali diocesani, ma anche convegni e proposte di carattere ecclesiale anche di altre diocesi. Durante il periodo estivo accoglie famiglie e singoli per vacanze rigeneranti, periodi di riposo e svago con servizio religioso quotidiano.

Facendo la casa degli esercizi io altro non ho inteso che dare il “cuore” alla nostra Chiesa, convinto che l’anima di ogni pastorale (e di ogni attività ecclesiale) sia la docilità allo Spirito nella sequela di Gesù. Se la pastorale non è formativa, non è pastorale. E siccome sono convinto che non si dà vero impegno di Chiesa – nella catechesi, nella carità e nel volontariato o in qualunque altro campo, anche il meno esplicitamente “spirituale” – senza “formazione”, io “sogno” la Casa di Esercizi come “il pozzo di Sichar” dove chiunque voglia incontrare il Signore – singoli o gruppi – trovi un luogo e una persona che gli indichi dove zampilla “l’acqua viva”. L’esperienza degli esercizi spirituali, condotti nel silenzio del confronto con Dio solo, potrebbe dare “verità” a tutto il nostro agire ecclesiale, anche il più profano e periferico. Gesù, con le sue giornate piene di lavoro (Cfr Mc 3.20; 6,31) dava spazi assoluti alla preghiera, cercava il silenzio, stava molto in compagnia dei suoi, pregando con loro, istruendoli nella durezza del loro cuore, facendoli partecipi della sua vita. Gesù, pensando al futuro del suo annuncio nei secoli, ha formato “gli operai del Regno”. A questo punto io non trovo più parole e il mio cuore si scioglie nella preghiera: “Donaci, o Padre, lo Spirito Santo, perché gli spazi abitati da noi siano pieni della presenza di Gesù. E tu, Signore Gesù, che non disdegni di essere presente in piccole ostie di pane, non rifiutare la nostra miseria: fa’ di noi luoghi della tua presenza, uomini che diffondano il contagio salvatore del divino Maestro. Amen”.  (card. Marco Cè, Lettera ai collaboratori, Venezia, 28 febbraio 2001, Mercoledì delle Ceneri)